Per Lei Combattiamo
Il Messaggero | Dal derby al derby: un anno di Inzaghi
Tu chiamale se vuoi coincidenze. Tre aprile 2016, la Lazio perde il derby di campionato contro la Roma e Lotito decide di esonerare Stefano Pioli. Al suo posto arriva Simone Inzaghi. Domani festeggerà un anno esatto alla guida dei biancocelesti. Casualità sarà ancora derby. La Roma ancora una volta sulla strada dei tecnico di Piacenza. Allora fu la sua benedizione, ora potrebbe significarne la consacrazione. Bisogna ammetterlo, Simone ha fatto ricredere tutti. In estate i più gli preferivano Bielsa o Prandelli, ora nessuno tocchi Inzaghino. Carattere, voglia di vincere e la volontà di dimostrare a tutti di non essere solo il fratello di. La sua vita da calciatore è stata sempre all’ombra di Superpippo, da tecnico la storia si è ribaltata. E’ il piccolo Simone a prendersi gli appalusi e la ribalta del calcio che conta. Si sta ritagliano un posto di tutto rispetto tra gli allenatori, quelli con la a maiuscola.
IL MONDO ALLA ROVESCIA Un’estate di paure e tormenti. Un’estate aggrappato alla Primavera, quella che è esplosa in tutti i suoi colori, regalandogli un quarto posto in classifica che ad inizio stagione sembrava pura utopia. E cresciuto con i suoi ragazzi e anche grazie ai suoi ragazzi. E il papà di tutti e loro da bravi figli lo stanno ripagando della fiducia. Lombardi è solo l’ultimo in ordine di tempo ad avergli regalato una gioia. Prima ancora c’erano stati Murgia e Strakosha. Tutti giovani che ha tirato su. Ma non solo. Perche è stato esemplare anche nella gestione non certo semplicissima di Keita. Un capolavoro quando in ritiro riuscì a farlo perdonare dai veterani, per poi reinserirlo gradualmente e coinvolgere tutti ad educarlo. Balde ora è un punto di riferimento, l’arma da sfoderare al momento più opportuno. Il jolly da calare quando il gioco si fa difficile. E’ stato bravo anche a trasformare Anderson. Felipe da ragazzo triste sta diventando un piccolo guerriero. Non solo il fioretto, ma anche la sciabola quando serve. Attacca, segna ed ha imparato anche difendere. Il basiliano percorre tutta la fascia e ora oltre a sprinter è pure maratoneta.
SALTO IN ALTO Inzaghi ha fatto quadrato, ha parlato a tutti. Ha chiesto aiuto a tutti: .0 affondiamo tutti o stupiamo tutti. Hanno scelto la seconda. Ma non chiamatela più Cenerentola perché la Lazio adesso è una delle forze del campionato. L’Europa League l’obiettivo, la Champions il sogno. Quello contro il Sassuolo è stato il decimo risultato utile consecutivo per i biancocelesti tra coppa e campionato. Un ruolino che ha permesso ad Inzaghi di posizionarsi stabilmente al secondo posto tra i tecnici laziali per media ottenuta. Vittoria numero 18 nelle prime 30 giornate, stesso score dell’anno del primo scudetto (1973\74) e della stagione del terzo posto di Pioli (201415). Solo il duo Eriksson-Zoff nel 2000\O1 fece meglio conquistando 19 successi.
MAESTRO E ALLIEVO Simone è maestro e studente. Insegna calcio, ma è pronto a prendere in mano libri e schemi e studiare. La sua Lazio è camaleontica e sa cambiare in corso d’opera. Il 4-3-3 base si trasforma in 3-5-2, 3-4-3 e 3-4-1-2. Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Aveva sbagliato approccio in campionato contro l’Inter di Pioli, in coppa ha dimostrato di aver imparato la lezione. Stesso discorso contro Spalletti. All’andata i biancocelesti hanno giocato una gara perfetta dando prova della propria forza. Nessun timore reverenziale, ma la consapevolezza di essere diventati grandi. Inzaghi vuole questa finale che vale triplo (coppa Italia. Supercoppa e derby) per dimostrare che quell’uomo piccolo ora è un gigante.
Il Messaggero – Emiliano Bernardini
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PRIMAVERA 1| Lazio-Sassuolo, le pagelle: Dutu da sogno: gol allo scadere e coppia d’acciaio con Ruggeri
Magro 6,5 – Pochi squilli nella porta dei biancocelesti, ma lì dove la palla è indirizzata in porta lui risponde presente. Mostra una buona dose di sicurezza tra i pali.
Bedini 6 – Qualche timida avanzata ma che non sortisce alcun effetto: meglio in fase difensiva, dove la copertura è comunque sempre buona.
Dutu 8 – Altra ottima prova del centrale, attento sia nelle uscite che nei movimenti. Si impone mostrando la sua superiorità e all’ultimo secondo riesce a insaccare dopo molti tentativi da parte di tutta la squadra. Una partita da sogno.
Ruggeri 6,5 – Da subito attento nelle chiusure e negli anticipi nei confronti degli avversari: con Dutu uno dei veri punti di forza della formazione di Sanderra. Unica sbavatura della gara nel secondo tempo in cui ha rischiato un pasticcio insieme al portiere, che ha poi subito fallo.
Milani 7 – Difende quando serve ma attacca anche molto nella situazione di superiorità numerica. I suoi cross sono spesso velenosi ma in nessuno di questi si riesce ad affondare il colpo.
Di Tommaso 6,5 – Bravo a smistare il gioco e a proporsi anche in fase offensiva. Va vicino al gol nel primo tempo e nel secondo ci prova creando superiorità al limite dell’area.
Bordon 6 – Ottimo collante tra difesa e resto della squadra: il mediano è sicuro nelle uscite e il lavoro sporco lo fa suo senza problemi. Spreca a pochi passi un’occasione d’oro per il vantaggio. Dal 90′ Nazzaro SV
Napolitano 6 – Non brilla in una giornata difficile per la gestione del pallone sulla trequarti. Tuttavia, in fase difensiva il suo apporto è importante. Dal 67′ Yordanov 6 – Entra bene in partita creandosi due occasioni nel giro di pochi minuti ma non riesce ad incidere.
Serra 6 – Lezioso in qualche circostanza: rischia di regalare un contropiede importante al Sassuolo perdendo palla nei primi minuti. Ma poi si fa perdonare proponendosi come un pedina importante per la fase offensiva dei biancocelesti.
Sulejmani 6 – Il lavoro di sponda che la punta propone nello scacchiere di Sanderra quest’oggi non riesce bene, complice anche il buon piazzamento in difesa da parte della linea difensiva del Sassuolo. Dal 79′ Cappelli SV
Gonzalez 6 – Lo spunto non gli manca ma non è ancora il giocatore della passata stagione e si vede: spesso non si capisce coi suoi compagni di fascia e la leggerezza nelle sue giocate non gli permettono di rendere al meglio e i nervi i campi si leggono anche dalle sue reazioni che, inoltre, gli portano un cartellino giallo. Non incide nemmeno nella posizione di prima punta. Lo salva l’aver propiziato il gol.
All. Sanderra 6,5 – Sudata, ma la porta a casa. Biancocelesti messi bene in campo e dopo un inizio di sofferenza la Lazio ha il controllo del gioco, aumentato con la superiorità numerica. Tre punti importantissimi.
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