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ESCLUSIVA | Cesare Lanza: “Simeone voleva mettersi in luce con la Lazio. Inzaghi un predestinato”

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“Anni fa in crociera incontrai  ‘il papà degli Inzaghi’. All’epoca si parlava più di Pippo, ma il padre già allora mi disse che con il tempo si sarebbe affermato Simone…e stava sicuramente dicendo la verità“; non nascondendo la stima che nutre nei confronti del tecnico biancoceleste, Cesare Lanza, inizia a parlare in esclusiva alla redazione di LazioPress.it, dopo il pareggio di Marassi, tra Genoa e Lazio.

Il ritorno di Juric è quello che serviva all’ambiente rosso-blu?

“Io penso sia fondamentale la presenza di questo tecnico. Mandorlini non non era più adatto, Juric ha fatto bene a livello atletico, di combattività. L’esempio è la partita vinta con la Juventus. Al Genoa ha dato una capacità agonistica notevole. C’è da dire comunque che qualsiasi tecnico, Allegri e Guardiola compresi, troverebbe difficoltà ad allenare in questo ambiente, viste le cessioni che effettua la società durante la stagione, spesso in tutte e due le sessioni di mercato”.

Il Cholito è tornato al gol, proprio contro la Lazio…

“E’ un grande talento, ha molta voglia di giocare e combattere, dando sempre il meglio. Segna di testa, nonostante la sua statura, questo dimostra che da sempre il massimo. So che interessa molto alla Lazio e probabilmente si è impegnato particolarmente contro la squadra di Inzaghi per mettersi in luce”.

La diatriba tra Preziosi ed i tifosi, troverà tregua visto il ritorno del tecnico croato?

“Il presidente ha avuto una grande abilità: quella di circondarsi di ottimi osservatori. Purtroppo qualsiasi giocatore, soprattutto bravo, lascia Genova. Abbiamo tenuto solo Perin tra i più promettenti, ma la sfortuna si è accanita su di  lui. Per il resto, se avessimo trattenuto solo metà dei talenti che sono passati nel nostro spogliatoio, saremmo una grande squadra. Faccio un nome su tutti: Bonucci, che al Genoa è stato di passaggio. Io sono contro ogni tipo di violenza, ma la contestazione dei tifosi credo sia lecita e non so quanto ad oggi si possa placare”. 

I risultati dell’ultima giornata di campionato, vedono la Lazio che mantiene il quarto posto. Crede che l’Europa League sia il traguardo biancocelesti?

“Secondo me anche il terzo posto potrebbe essere alla portata, ci sono in ballo ancora molti punti da qui alla fine del campionato. Inzaghi poi ci ha fatto vedere che la sua squadra è in grado di rialzarsi dopo un passo falso. Napoli e Roma hanno molti punti di vantaggio, ma potrebbero mollare, visto che non possono più raggiungere la Juventus in vetta alla classifica”.

Come valuta la stagione di mister Inzaghi?

“Ho grande stima per Simone. E’ eccezionale, sicuramente un tecnico talentuoso”.

Quali sono i punti di forza di questa Lazio?

“Biglia è senza dubbio il perno fondamentale della squadra. Immobile con la maglia della Lazio ha fatto bene, mentre Keita è un talento puro; certo è che deve accompagnare alla tecnica, una crescita caratteriale perchè è questo che ti permette di affermarti e di durare a lungo nel mondo del calcio”.

  


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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”

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Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it. 

 

Come ti senti per stasera? Che partita sarà?

Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.

Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?

Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.

E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…

Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.

Un pronostico?

Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.

Di cosa ti occupi adesso?

Abbiamo un’agenzia di eventi  a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.

Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…

Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.

Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?

Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.

Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?

Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.

 


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