Esclusiva
ESCLUSIVA | Amerini: “Stagione di rimpianti per il Palermo, ma non regalerà niente alla Lazio. Milinkovic? Un predistinato”
“Mi ricordo con piacere delle partite in primavera contro i biancocelesti di Nesta e Di Vaio. Poi della nefasta partita Lazio-Fiorentina del 1994 con Ranieri allenatore, mentre sulla panchina romana era presente Zeman: finita 8 a 2. I biancocelesti andavano ad una velocità doppia rispetto a noi, ancora oggi ricordo ogni azione di quel match”. Esordisce così, in esclusiva per LazioPress.it, Daniele Amerini, ex centrocampista che ha vestito la maglia del Palermo nella stagione 2000/2001.
“E’ chiaro che al momento vi è una grande differenza tra Lazio e Palermo. Sulla carta è scontata la vittoria dei biancocelesti, ma il campionato italiano non prende niente sotto gamba. I valori in campo sono molto diversi e anche la voglia è molto differente. Gli uomini di Inzaghi sentono il profumo d’Europa, mentre i rosanero devono provare a raggiungere una salvezza ormai complicata. Il Palermo ha avuto grandi chance per rientrare in corsa. Le ha sfruttate male e con poca voglia”. Questa scarsa voglia di vincere e ottenere risultati è stata data anche dal mercato estivo: “La stagione è partita male già da agosto. Era una squadra fatta non con le migliori intenzioni. Speravano di trovare un campionato meno competitivo per raggiungere una salvezza facile. Il rimpianto più grande bisogna averlo guardando il Crotone che è quasi rientrato in corsa per restare in Serie A. Poteva esserci benissimo la squadra siciliana se avesse sfruttato diverse partite a suo favore”. C’è stata anche la cessione della società e questo ha leso gli animi: “Ho sempre difeso Zamparini. Ci sarà stato qualche errore, ma lui ci ha sempre messo i soldi. Mi sono trovato alla grande lì a Palermo e spero che abbia lasciato in buone mani la società così che possa tornare a combattere per qualcosa”. La Lazio invece ha fatto una stagione che in pochi si aspettavano: “Secondo me dalla Lazio c’era da aspettarsi cose buone, non è stata una sorpresa. Ha un livello molto alto di giocatori: Anderson, Keita, Biglia e Milinkovic Savic sono straordinari. E’ chiaro che con la vicenda dell’allenatore di quest’estate, Inzaghi è stato quasi un ripiego. Uno poco attento poteva pensare che sarebbe stato difficile per lui gestire la squadra. Uno attento invece, conosce il valore di Simone e sapeva che avrebbe lottato per l’Europa”. Tra i giocatori da lei nominati c’è il centrocampista serbo Milinkovic-Savic: “E’ un calciatore da monitorare attentamente. E’ da club di livello top, senza togliere nulla alla Lazio. Può fare sicuramente uno scalino in più se continua a crescere in questo modo. Credo che sia anche di interesse dei biancocelesti prendere questi giocatori e valorizzarli per poi rivenderli, se dovessero andare a un Barcellona o a un Real Madrid”.
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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”
Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Come ti senti per stasera? Che partita sarà?
Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.
Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?
Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.
E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…
Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.
Un pronostico?
Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.
Di cosa ti occupi adesso?
Abbiamo un’agenzia di eventi a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.
Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…
Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.
Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?
Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.
Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?
Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.
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