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TuttoSport | E’ Inzaghi l’allenatore delle scoperte: quanti gol all’esordio

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Chiamatela pure la regola di Inzaghi. Perché ormai è diventata una costante: entra il giovane di turno e il gol te lo aspetti. Sicuramente fa notizia, non c’è dubbio. L’ultimo in ondine di tempo è stato Luca Crecco. Che esordiente proprio non era (aveva conosciuto la Serie A nel 2013 contro la Juventus, in panchina c’era Petkovic), ma non aveva mai segnato un gol neanche nelle successive esperienze in Serie B. Domenica è arrivato a tempo scaduto, diventando il 16esimo giocatore biancoceleste ad aver messo a segno un gol in questa stagione. Un record che Inzaghi incrementa partita dopo partita (a Genova il battesimo con la rete era toccato a Luis Alberto), ma passa quasi in secondo piano rispetto alla vocazione del tecnico biancoceleste nel far esordirei suoi giovani. Crecco è solo l’ultimo di una lunga serie di ragazzi classe ’95 e ’96 a conoscere la ribalta del calcio che conta. Grazie a Inzaghi, prima di lui era stata la volta di altri cinque giovani. Alcuni dei quali hanno conosciuto anche l’esordio da titolare, come nel caso di Cristiano Lombardi, scelto alla prima di campionato in casa dell’Atalanta per sopperire all’assenza di Keita e che segnò al suo debutto il gol del momentaneo 3-0 biancoceleste. Lui il primo di una lunga serie di Inzaghi Boys, poi è stata la volta di Murgia, Strakosha, Prce e Rossi. Per arrivare alla terzultima gara con il Pescara, in cui è stato il turno di un altro attaccante, Mamadou Tounkara. Anche lui, classe ’96, aveva esordito un paio di stagioni fa nell’ultima gara casalinga contro il Bologna. Mama è il simbolo di quanto sia contato per i giovani biancocelesti il rapporto costruito durante la parentesi di Inzaghi con la Primavera.

I PROSSIMI All’appello mancano ora gli esordi di Cassio Cardoselli e Abukar Mohamed. Il primo è un mediano classe ’98 militante nella Primavera, Mohamed invece un mediano somalo classe ’99 con passaporto finlandese prelevato nel mercato di gennaio dal Tps Turun Palloseura. C’è da giurare che prima della fine della stagione, Inzaghi li farà esordire per fargli sentire l’odore del calcio che conta. In vista del prossimo campionato in cui la Lazio spera e conta di partecipare su tre fronti: campionato, Coppa Italia ed Europa League. Se le attese non saranno tradite, risarà bisogno di tutti. Non a caso, lo stesso Crecco dopo la gioia del primo gol da professionista domenica mandava messaggi d’amore a società e tecnico: «Il mio desiderio è quello di rimanere, se ci sarà spazio io voglio restare alla Lazio». Sono loro la “Z Generation” laziale, le nuove leve che si sommano al talento più vivido prodotto finora dal vivaio biancoceleste, Keita Balde Diao. Che al momento non nutre certo la stessa voglia di rimanere ma che a questo punto ha tutto l’interesse a concludere in crescendo quella che è la stagione della sua consacrazione. Con lui Inzaghi usa bastone e carota, da un lato lo ha punito quando c’era da pagare (vedi proprio la esclusione dopo il presunto infortunio che lo mise out per l’esordio in campionato ad agosto), ma poi ha saputo servirsene nei momenti di bisogno. Con un Keita in queste condizioni, difficile immaginare il senegalese fuori dal derby di domenica. Ieri giorno di riposo per tutti, da stamattina si entra nel vivo della preparazione tattica, con Inzaghi che sembra intenzionato a confermare la difesa a tre che ha proposto anche con il Palermo. L’unica possibilità per schierare tutti i big, compresi Lulic e Felipe Anderson sulle fasce con Keita a supporto di Immobile in un 3-5-2 molto offensivo. In ballottaggio per gli esterni, non vanno così escluse le candidature di Basta e Lukaku.

TuttoSport – Simone Di Stefano

 


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CorSera | Lazio, da Chinaglia a Provedel: cercasi marcatore n. 100

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Il primo è stato Chinaglia, l’ultimo Provedel. Giorgione rimontò l’Arsenal con una doppietta negli ultimi 5 minuti in Coppa delle Fiere, all’Olimpico finì 2-2 l’esordio della Lazio nelle (vere) coppe europee moderne. Era il 16 settembre 1970. Il portiere friulano, 15 giorni fa, ha infilato di testa al 95’ il collega Oblak per acciuffare l’1-1 con l’Atletico Madrid.

Il prossimo, magari già stasera al Celtic Park, può essere il 100° laziale diverso capace di segnare un gol europeo: ma attenzione, deve essere uno di quelli che non l’hanno mai fatto con questa maglia, quindi un nuovo acquisto (Castellanos, Guendouzi, Isaksen, Kamada, Rovella) oppure uno di quelli che non sono entrati nei tabellini di EL e Conference (Casale, Gila, Hysaj, Pellegrini, Romagnoli).

In 12 hanno già «timbrato» in biancoceleste: naturalmente Immobile, che con 22 gol europei ha anche questo record, poi Felipe Anderson che ne ha segnati 9, Pedro 4, Luis Alberto 3, Vecino 2 e con una rete a testa Basic, Cataldi, Lazzari, Marusic, Patric, l’incredibile Provedel e Zaccagni. Ciro è a +2 su Inzaghi nel totale, 22 a 20, ma lo insegue da lontano (5 a 15) se si parla solo di Champions. Felipe è 8° all time (con Claudio Lopez, Parolo e Salas) a -1 da Casiraghi, -2 da Chinaglia e Kozak, -3 dal 3° posto di Nedved e Rocchi. I gol della Lazio in Europa sono stati finora 356, i trofei conquistati 2 (Coppa Coppe e Supercoppa, nel 1999). Corriere della Sera/Massimo Perrone

 


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