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ESCLUSIVA | Proposto Jorgensen del Feyenoord, ma il sogno resta Petagna

enrico.delellis@libero.it'

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Normalità, questa è la parola che negli ultimi mesi è tornata a riecheggiare nell’ambiente biancoceleste. I risultati della banda guidata da Simone Inzaghi sono sotto gli occhi di tutti e domenica in occasione della partita contro la Sampdoria lo stadio tornerà ad essere pieno, per ringraziare i giocatori e lo staff tecnico del campionato svolto e della finale di Coppa Italia conquistata ai danni della Roma. Inoltre l’accordo con la Séleco (Sponsor), per la prossima stagione 2018-2019 ha riacceso ulteriori entusiasmi nella piazza. Il mercato sarà fondamentale per dare un segnale forte e iniziare un ciclo vincente, che permetta alla rosa di giocarsi la Champions League in pianta stabile (nel prossimo campionato basterà il quarto posto per accedere alla competizione europea, ndr), centrocampo e attacco sembrerebbero i reparti dove intervenire con acquisti di qualità per raggiungere questo obiettivo.

JORGENSEN – Nelle ultime ore secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, un nuovo nome è stato proposto al diesse biancoceleste Igli Tare. Si tratta del centravanti danese del Feyenoord Nicolai Jørgensen (Classe ’91), 19 gol in 27 presenze, che stanno permettendo al club Giovanni van Bronckhorst dopo diciotto anni di vincere l’Eredivise. L’entourage del giocatore è lo stesso di Klaassen, obiettivo numero uno per il centrocampo biancoceleste. Il costo del cartellino si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Fisico possente (1,90) abbinato ad una discreta tecnica. Il prototipo di attaccante richiesto da Simone Inzaghi, per completare il reparto avanzato al fianco Ciro Immobile.

PETAGNA – Tanti i candidati per l’attacco biancoceleste. Dal “Cholito” Simeone, a Duvan Zapata del Napoli. Il sogno porta ad un nome: Andrea Petagna dell’Atalanta. Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla redazione di LazioPress.it, nelle ultime ore ci sarebbero stati dei contatti tra le due società per capire i margini di trattative. Tanti i giocatori che agli orobici interessano. Da Cataldi a Lombardi, passando per il riscatto di Berisha. I bergamaschi valutano il cartellino dell’ex primavera del Milan, 15 milioni di euro, ma con l’inserimento di qualche contropartita tecnica, il prezzo potrebbe scendere in maniera sostanziale. Il calciatore avrebbe già espresso il suo desiderio di confrontarsi con un palcoscenico importante e Roma, sponda biancoceleste è assolutamente una piazza gradita.

 


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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”

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Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it. 

 

Come ti senti per stasera? Che partita sarà?

Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.

Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?

Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.

E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…

Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.

Un pronostico?

Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.

Di cosa ti occupi adesso?

Abbiamo un’agenzia di eventi  a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.

Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…

Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.

Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?

Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.

Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?

Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.

 


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