Esclusiva
ESCLUSIVA | Robbiati: “Ricordo la Lazio di Casiraghi, Signori e Rambaudi. Immobile? Ha stupito tutti”
“Spadino” questo è il soprannome che lo ha accompagnato per tutta la carriera, fin dal suo esordio con il Monza. Anselmo Robbiati, attaccante classe ’70, non si è mai allontanato dal mondo del calcio: dapprima giocatore, successivamente dirigente sportivo ed infine è approdato in panchina. E’ intervenuto in esclusiva per la redazione di LazioPress.it, ricordando le cinque stagioni trascorse a Firenze. La sua esperienza toscana inizia in B, ma nel giro di un anno arriva nella massima serie ed esordisce in Serie A, appunto con la maglia viola. Decisivo anche quando non partiva titolare, l’ex attaccante ha vinto, proprio con la squadra fiorentina, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Vista la sua permanenza nell’ambiente viola, ha parlato di Fiorentina-Lazio, partita che andrà in scena sabato alle ore 18.00 allo Stadio Artemio Franchi.
“Ricordare le partite con la Lazio non è mai piacevole (sorride); la prima che mi viene in mente infatti è quella che abbiamo perso 8-2, ma quella squadra era davvero impressionante: davanti c’erano Casiraghi, Signori e Rambaudi, in panchina Zeman”. Così esordisce il giocatore di Lecco, aggiungendo poi due battute sull’ex calciatore laziale Inzaghi “Ricordo invece con piacere Simone in campo: un attaccante senza dubbio con il fiuto per il gol”. Da attaccante a tecnico della Lazio il passo è breve, per uno che conosce bene l’ambiente capitolino come lui, mentre a Firenze siede un altro giovane tecnico: “Sousa è partito bene il primo anno con la Fiorentina, in questa stagione invece credo che abbia fatto delle scelte discutibili. E’ un allenatore a cui piace molto la fase offensiva e cura meno quella difensiva. Inzaghi sta facendo veramente grandi cose. Ha tirato fuori il vero potenziale di questa squadra. Tanti complimenti a lui”. Forse la vittoria più importante per il mister biancoceleste è quella di aver creato un gruppo unito e solido, basta guardare come capitan Biglia lasci la palla del secondo rigore contro la Sampdoria ad Anderson per farlo tornare al gol. “La squadra unita è sicuramente un merito del tecnico che ha saputo dare un’impronta ed un’identità all’intero ambiente biancoceleste. E’ stato in grado di gestire i giocatori, sia individualmente che poi a livello collettivo”.
L’ambiente toscano invece non sta attraversando un momento sereno, anche se la rosa, secondo Robbiati, è buona e competitiva. “Al giorno d’oggi, di giocatori indispensabili ce ne sono veramente pochi: non credo che la Fiorentina sia Bernardeschi dipendente; in squadra ci sono altri giocatori importanti, come Kalinic o Chiesa, che si sta facendo vedere. I calciatori di spessore ci sono, è mancata la continuità per raggiungere degli obiettivi”.
Protagoniste del match di sabato potrebbero essere le due tifoserie: quella viola in contestazione contro la società, quella biancoceleste tornata a seguire le partite, regalando spesso spettacolo sugli spalti. “Sicuramente il supporto o il distacco dei propri sostenitori si fa sentire. I tifosi viola ultimamente si sono un po’ allontanati, mentre quelli della Lazio seguono di più la squadra, perchè sta giocando bene: c’è l’entusiasmo per la stagione, i traguardi raggiunti, la finale di Coppa Italia conquistata. E per i derby, soprattutto”.
Un pronostico sulla partita del Franchi potrebbe risultare scontato: Lazio con la testa già alla finale Tim Cup di mercoledì ed i viola in cerca del sesto posto in classifica; ma secondo l’ex viola, i biancocelesti non si permetteranno cali di concentrazione: “La Lazio adesso sta bene sia fisicamente che mentalmente, ha qualcosa in più della Fiorentina in questo momento. Sicuramente Inzaghi non è uno che dà modo alla squadra di rilassarsi e di prendere la partita sottogamba in vista della finale. I biancocelesti sono motivati, concentrati ed andranno a Firenze per vincere, per continuare la scia di risultati positivi; se vuole costruire qualcosa di importante, la squadra di Roma non deve mai mollare: i grandi club devono abituarsi a stare sempre sul pezzo, a vincere. Credo che il tecnico stia inculcando questa mentalità alla squadra”.
Da ex attaccante dai gol decisivi, ha concluso tessendo le lodi della coppia d’attacco laziale “Immobile ha stupito tutti a suon di gol. É un giocatore importante: si muove tanto, aiuta la squadra, difende, attacca, fa gol. Merita la nazionale, è in grande forma. Keita è sicuramente l’attaccante dei giorni d’oggi: sempre in partita, anche quando subentra a gara iniziata”.
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ESCLUSIVA| Albertosi: “La Lazio si sta riprendendo ma sarà difficile a San Siro. Il Milan non si è rafforzato”. Poi il ricordo di Wilson e D’Amico…
Alle ore 18 di oggi 30 settembre a San Siro è in programma una gara molto difficile per la Lazio che è riuscita a ritrovare i 3 punti in casa contro il Torino lo scorso mercoledì: la sfida al Milan di Pioli. Una partita difficile su un campo in cui questa squadra con Sarri in panchina ha mancato tutti e 3 i precedenti appuntamenti nei due anni passati e non trova la vittoria dal 2019, quando Immobile e Correa riportarono il sorriso ai biancocelesti in casa dei rossoneri in Serie A dopo 30 anni. Oltre ai numeri, però, c’è da considerare anche la realtà dei fatti: i biancocelesti hanno si ritrovano infatti a 7 punti in classifica contro i 15 del Milan, che in campionato hanno perso “solamente” il derby con il risultato di 5-1. Per parlare di questa gara è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l’ex portiere del Milan Enrico Albertosi detto Ricky.
Che partita sarà Milan-Lazio?
Io credo che sarà la solita partita, con il Milan che attacca e la Lazio che giocherà in contropiede come sempre a Milano. Poi per la Lazio la speranza è sempre l’ultima a morire, contro il Torino l’ho vista meglio che in altre partite, mentre il Milan non sta attraversando un buon periodo. Non dico che la Lazio può vincere ma può fare risultato.
Il Milan ti sembra migliorato dalla passata stagione con il mercato?
Secondo me no, non si è rafforzato. Gli manca ancora qualcosa in attacco. Non ha preso giocatori che possono fare la differenza.
Come ti spieghi l’unico scivolone dei rossoneri nel derby contro l’Inter perso per 5-1?
Non me lo spiego, i derby sono partite a sé. E’ chiaro che quando vai in svantaggio ti scopri e i gol vengono di conseguenza. Sicuramente prendere 5 gol in un derby per i tifosi e per la squadra è tragico. Poi si sono ripresi subito con la vittoria contro il Verona anche se non ha convinto e nonostante anche gli ospiti non meritassero di perdere. Insomma, non è un buon periodo.
La Lazio invece? Si rialzerà dopo questa partenza?
Anche la Lazio ha avuto questo periodo dove non riuscivano a far gol e a metterla dentro. La Lazio gioca bene, ma ha qualcosa davanti. Immobile non è lo stesso degli altri anni. Col Torino hanno giocato meglio e hanno vinto meritatamente.
Volevo chiederti un ricordo di due laziali doc con cui ti sei incrociato in più di un’occasione: il capitano Pino Wilson e Vincenzo D’Amico.
Io ho giocato contro a tutti e due. Wilson era un grande stopper e un grande leader, giocava in tutti i modi in difesa ed era bravissimo. D’Amico era tecnicamente eccezionale. Con la testa un po’ balorda ma quando decideva che era la domenica giusta non lo fermava nessuno. Grandissimo calciatore anche lui.
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