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“Sono le 18.04 del 14 maggio del 2000: la Lazio è Campione d’Italia”

chiaraluce_paola@libero.it'

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Era il 14 maggio del 2000 e nella Penisola c’era un gran caldo. Qualche nuvola copriva i cieli umbri, ma nulla di più. Sui manti erbosi degli stadi di calcio si sta per disputare l’ultima giornata di campionato. E’ l’ultimo torneo del 1900 o il primo del terzo millennio? Non importa: quel che è certo è che la Lazio ha da poco compiuto cent’anni di storia e si sta giocando lo scudetto con la Juventus.

È una Lazio di campioni: da Mancini a Mihajlovic, da Nesta a Simeone, da Nedved a Veron a Salas. E da Simone Inzaghi, diciassette anni dopo e sotto un’altra veste ancora condottiero di una Lazio dall’eroiche imprese. Su quei campioni aleggia ancora lo spettro dello scudetto 1998/99, che con qualche indubbio passo falso e alcuni arbitraggi discutibili era stato consegnato al Milan di Alberto Zaccheroni all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Ma a fine marzo 2000 succede qualcosa. Protagonista sempre il Milan, che batte la Juventus mentre quasi in contemporanea i biancocelesti di Sven Goran Eriksson vincono un derby in rimonta. Juventus-Lazio del 1 aprile significa scontro diretto. Al Delle Alpi senza Marchegiani, Nesta, Mancini e Salas, in un minuto si riapre il campionato: bianconeri in 10 per espulsione di Ferrara e Lazio in vantaggio con Veron che riceve palla sulla tre quarti destra, e serve Simeone. L’argentino in area che di testa incrocia sul secondo palo: Van der Sar non può arrivare e la palla finisce in rete. Ora i punti di distacco fra le due squadre da 9 diventano appena 3, e mancano 6 giornate alla fine.

In due settimane tutto è cambiato. La 30° giornata, sembra poter significare chiusura dei giochi per i bianconeri: e invece no. La Juventus vince al Meazza contro l’Inter, Fiorentina e Lazio pareggiano con un rocambolesco 3-3 allo Stadio Artemio Franchi: i punti di distacco tra le due prime della classe tornano 5. Al turno successivo la Juventus vince di misura sulla Fiorentina e la Lazio, espugna Piacenza. A tre giornate dal fatidico 14 maggio 2000 tutto resta com è.

La 32^ giornata non dovrebbe presentare particolari sorprese: biancocelesti in casa contro un Venezia condannato alla retrocessione, e Juventus in trasferta a Verona. L’eroe di giornata è Fabrizio Cammarata, cresciuto fra l’altro nelle giovanili bianconere. Mentre la Lazio entra negli spogliatoi forte di un 2-0 da difendere nel secondo tempo, un boato scuote l’Olimpico: il tabellone segna “Verona-Juventus 1-0, 45′ Cammarata”. Ma c’è ancora un tempo da giocare e tutto può ancora succedere. Nella ripresa a Lazio appare molle sulle gambe e Pedone accorcia lo svantaggio per i veneti: tra i biancocelesti serpeggia malumore, quando un altro boato scuote le gradinate dello stadio. E sul tabellone è ancora “Verona-Juventus 2-0, 61′ Cammarata”. La Juventus esce sconfitta e la Lazio vincendo riduce a soli 2 punti lo svantaggio dai bianconeri. La classifica dice Juventus 68 punti, Lazio 66.

La penultima giornata scatena le polemiche più furiose. La Lazio vince a Bologna ma la Juventus batte il Parma per 1-0. Uno scandalo il rigore non concesso agli emiliani e soprattutto un gol regolare annullato agli stessi gialloblu al minuto 89’, grazie al quale la Lazio raggiungerebbe la capolista a 69 punti.

Si arriva così a domenica 14 maggio 2000. Si conclude il campionato e, come detto, su tutta l’Italia il tempo è buono. Solo sulla zona di Perugia si addensano nuvole minacciose. Vanno di scena Perugia-Juventus e Lazio-Reggina in contemporanea. La partita dei biancocelesti non ha storia: Inzaghi, Veron e Simeone siglano un netto 3-0. Intanto, un diluvio ferma la partita al Curi per oltre un’ora. La decisione è delicata ma alle 17,11, quando Lazio-Reggina è già finita, a Perugia l’arbitro Collina ordina la ripresa: Lazio e Juventus entrambe a 72 punti, e solo lo spareggio a poter assegnare lo scudetto.

Ma al 4’ della ripresa, avviene la svolta: punizione di Rapaic, Conte non respinge in area e Calori infila nell’angolino destro della rete difesa da Van der Sar. L’Olimpico trema di felicità: Lazio 72, Juventus 71. Sull’ultimo assalto bianconero, con la palla spareggio di Filippo Inzaghi che finisce di poco a lato, arriva il triplice fischio dell’arbitro Pierluigi Collina. E lo stadio di Roma urla di liberazione: “sono le 18.04 minuti e la Lazio è campione d’Italia”.

 


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Lazio, i precedenti con l’arbitro Fabbri: il bilancio dei 13 incontri è a favore dei biancocelesti

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La Lazio è reduce da due pareggi consecutivi per 1-1, prima in Champions League contro l’Atletico Madrid, poi quello contro il Monza, sempre all’Olimpico, nel quinto turno di Serie A. Mercoledì 27 settembre, la squadra di Sarri tornerà in campo, in un match diventato importantissimo dopo questo inizio di stagione. Allo Stadio Olimpico di Roma arriverà il Torino, reduce dall’1-1 interno contro la Roma. La designazione arbitrale ha assegnato la sfida, in programma alle ore 20:45, al signor Michael Fabbri della sezione di Ravenna.

L’arbitro Fabbri ha già diretto la Lazio in 13 occasioni. Come riporta il sito ufficiale biancoceleste, il bilancio di quest’ultime sorride alla Lazio: 9 sono stati i match vinti, un solo pareggio e 3 sconfitte. Il fischietto di Ravenna non arbitra la squadra biancoceleste dal 3-1 interno contro l’Inter della scorsa Serie A.

Non sarà il primo Lazio-Torino che dirigerà Fabbri, visto che arbitrò la sfida tra biancocelesti e granata, terminata 0-0, nel maggio del 2021. Mentre, con il Torino, sono 15 i precedenti per il direttore di gara e, il bilancio, è equilibrato e diviso in: 4 vittorie, 7 pareggi e 4 sconfitte.

 


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