Esclusiva
SUMMER PRESS – Bernardini: “Piace Badelj per il dopo Biglia, ma il sostituto arriverà dall’estero. Ad Auronzo squadra quasi completa”
Estate. Caldo, mare, sorrisi. Tra un tormentone musicale e un altro, inizia uno dei periodi più belli dell’anno. Stagione che racchiude mille pensieri, gioie e speranze in tutti i tifosi, grazie all’apertura del calciomercato. La redazione di LazioPress.it ha pensato ad una nuova rubrica Summer Press, dove interveranno gli addetti ai lavori del mondo Lazio per commentare di settimana in settimana la campagna acquisti biancoceleste. Emiliano Bernardini del Messaggero è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.
Keita, Biglia, de Vrij. Come sono state gestite secondo te, le tre situazioni dalla Lazio? Cosa bisogna aspettarci?
“I contratti di tutti e tre andavano discussi molto prima. Era inevitabile ci fosse dei problemi ma giocando con molto anticipo si sarebbero potuti dimezzare. Io credo che alla fine andranno via solo Biglia e Keita“.
Tanti i nomi usciti per il post Biglia, secondo te la Lazio ha già individuato il suo sostituto? Sarà un nome a sorpresa?
“Non credo che la Lazio abbia trovato il nome. Piace Badelj ma serve un giocare all’altezza di Biglia. Quasi sicuramente verrà dall’estero“.
Inzaghi ha chiesto di avere almeno 2-3 rinforzi per Auronzo. Verrà accontentato?
“Diciamo che per Auronzo la squadra dovrebbe essere quasi al completo. 2/3 rinforzi mi sembra proprio il minimo sforza da fare”.
Cosa dovrà fare la Lazio sul mercato per raggiungere l’obiettivo Champions per il prossimo anno?
“Champions? L’obiettivo è continuare a fare bene come quest’anno. Bisogna abituarsi a vincere. Inutile andare in Champions se non si hanno poi le forze. Meglio fare qualche anno in più di Europa League. Ma per restare a certi livelli devi investire sul mercato. La politica di cessioni eccellenti va bene ma a patto che vengano sostituiti in maniera adeguata”.
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Esclusiva
ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”
Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Come ti senti per stasera? Che partita sarà?
Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.
Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?
Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.
E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…
Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.
Un pronostico?
Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.
Di cosa ti occupi adesso?
Abbiamo un’agenzia di eventi a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.
Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…
Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.
Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?
Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.
Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?
Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.
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