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I derby, la cinquina da record, il tributo finale. Klose-Lazio, i momenti più belli in 5 foto

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Ok sul petto, capriola, nostalgia. Umile campione, leggenda internazionale: dalla Germania alla Lazio, record su record. Top scorer di sempre nella storia dei Mondiali e miglior marcatore della Nazionale tedesca. Arrivato ad Auronzo nell’estate 2011 in punta di piedi, come un ragazzino alla prima esperienza. Ci ha messo poco a conquistare tutti, prima con i comportamenti e poi sul campo. Cinque stagioni, 64 reti e straniero più prolifico (insieme a Pandev) della storia biancoceleste. Miro Klose, il Panzer. Oggi Miro compie 39 anni, il 15 maggio 2016 la sua ultima partita e quel tributo dell’Olimpico che ancora emoziona e che nessuno potrà mai dimenticare. Un tributo a un fuoriclasse che per cinque anni ha trascinato la Lazio e fatto innamorare tutto il popolo laziale. Nel giorno del suo compleanno, riviviamo le sue 5 migliori partite con l’aquila sul petto.

1) SUBITO KLOSE – 9 Settembre 2011, la prima di Klose con la Lazio in campionato. Un esordio subito in grande stile, a San Siro contro il Milan campione d’Italia. Reja punta sulla coppia gol, Klose-Cissè, i due colpi di mercato. Passano appena 12′, cross tagliato al centro di Mauri dalla destra. Miro sposta il pallone sul sinistro con un piccolo sombrero su Nesta, poi calcia sulla sinistra beffando Abbiati. La gara termina 2-2, con il raddoppio Djibril Cissé e la rimonta dei rossoneri firmata Ibrahimovic-Cassano.

klosemilangol

 

2) DELIRIO LAZIO – Dopo 5 sconfitte consecutive nei derby, la Lazio torna a festeggiare nella stracittadina. E lo fa come meglio non si poteva. Roma subito in vantaggio grazie a Osvaldo, con tanto di maglia con la scritta ‘Vi ho purgato anch’io’, usata anni prima da Totti. Ma la Lazio vuole vincere, sono troppi 5 ko di fila. Arriva il pari di Hernanese su rigore, e allo scadere Klose entra di diritto nel cuore dei tifosi. Imbucata morbida in area di Matuzalem, Miro stoppa il pallone con una classe infinita e batte Stekelenburg con un destro chirurgico. Apoteosi Lazio, corsa verso la Nord e Roma di nuovo battuta. La notte di Klose, una notte da campione.

CALCIO:SERIE A; LAZIO-ROMA

 

3) LA STORIA – Roma-Lazio, 26 Maggio 2013. Finale di Coppa Italia, semplicemente la storia. Vincono i biancocelesti, decide il gol Lulic al minuto 71′. Paradiso Lazio, inferno Roma, giallorossi umiliati e battuti nel derby dei derby. E in attacco c’è lui ovviamente, Miro Klose, protagonista di una delle vittorie più belle e importanti della storia biancoceleste.

lulicromacoppaitalia

 

4) CINQUINA DA RECORD – La Lazio cerca una vittoria per ripartire e puntare all’Europa, contro un Bologna salvo e con la testa già alle vacanze. Riemerge la squadra di Petkovic dopo un periodo negativo, grazie a un Klose spaziale: gara strepitosa del tedesco, 5 gol e un assist, 6-0 il risultato finale (di Hernanes la seste rete). La prima cinquina nella storia del club biancoceleste, di Pruzzo nell’86 contro l’Avellino l’ultima cinquina nel campionato italiano.

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5) DANKE MIRO – 15 Maggio 2016, Lazio-Fiorentina. Poco importa della gara, l’attenzione è tutta per lui. La gente arrivata allo stadio è tutta per lui. La voglia di gridare ancora una volta, per l’ultima volta, il suo nome. E così, quando la Lazio si conquista un rigore, si sente solo un unico e assordante coro: ‘Miro Miro Miro’. Felipe gli lascia il pallone, e lui, quasi con educazione, si avvicina al dischetto e con naturalezza firma il suo ultimo gol con la maglia biancoceleste. Una maglia, una squadra, 5 anni indimenticabili per Miro e per tutti noi. Giro di campo, lacrime, l’abbraccio della sua gente, i suoi figli commossi (quasi) come lui. Un tributo ad una leggenda mondiale, un campione infinito. Danke Miro!

kloselaziofiorentina 


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Champions League

Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”

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Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.

Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.

I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.

Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.

Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.

E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto


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