Per Lei Combattiamo
Rezzi: “Proverò a fare più gol possibile, per arrivare in prima squadra. La sorpresa di quest’anno? Spizzichino”
Edoardo Rezzi, attaccante della Lazio Primavera, ha parlato ai microfoni di Lazio Style Channel dopo la sconfitta di venerdì scorso contro il Chievo per 0-1.
UNA NUOVA STAGIONE “In questo campionato siamo tutti allo stesso livello: può cambiare il nome, Juventus, Milan, Bologna, ma i valori sono sempre gli stessi. Dobbiamo essere sempre concentrati e lavorare. Ad esempio la vittoria del Sassuolo contro il Milan non se la sarebbe mai aspettata nessuno (5-1, ndr). Ci sono squadre come la Fiorentina con cui l’anno scorso ce la siamo giocata. Quest’anno la Roma è meno forte della stagione precedente, ma sono sempre fortissimi. La nostra squadra? Dal mio punto di vista, per fare un confronto con l’anno passato, siamo molto più avanti. L’anno scorso eravamo un po’ impreparati, quest’anno tutti vogliono ascoltare, dai nuovi ai vecchi. Cerchiamo di inculcare la mentalità del Mister ai nuovi arrivati e dobbiamo iniziare a vincere a partire da Udine.“
IL NUOVO RUOLO “L’anno scorso avevo Rossi che mi aiutava molto, quest’anno il Mister mi chiede di andare in profondità per allungare la squadra. Mi trovo abbastanza bene, ma l’attaccante ha necessità di segnare e mi devo impegnare ad aumentare la cattiveria sotto porta. Cosa mi manca per essere completo? Cattiveria agonistica. Con il Chievo ho provato a creare occasioni. Siamo stati imprecisi, io sono abituato a toccare molti palloni e infatti andavo incontro per recuperarli. L’udinese non la conosco come squadra, ma penso sia una squadra come le altre. E’ un campionato molto equilibrato, penso siano forti. Ho visto un po’ la partita contro l’Inter che sono riusciti ad andare in vantaggio solo al secondo tempo. Mi aspetto una partita aggressiva“
FORTINO FERSINI “Giocare fuori al Fersini è difficile, anche con il Chievo il campo non era al meglio delle condizioni. In casa non abbiamo mai perso l’anno scorso infatti. Manca ancora qualcuno perché non è arrivato il transfert, ma i nuovi arrivi hanno voglia di comprendere il Mister, che ha un gioco molto ragionato. Ci vuole tempo e meccanismi ben precisi che vengono assimilati dopo un po’ di tempo. Con il Chievo abbiamo visto un buon palleggio, anche se è necessario più ritmo nel girare la palla.“
OBIETTIVI “Mi dicono che devo fare venti gol questa stagione (ride, ndr) è in palio una cena. Per un attaccante la valutazione è sui gol, più ne faccio meglio è. Se io segno significa che la squadra mi fa segnare e che grazie al bel gioco mi fa fare gol. Sento la responsabilità perché sono un veterano, ma non devo preoccuparmi troppo perché devo pensare a rendere al meglio. Mio padre mi aiuta molto, è il primo mental coach, perché io spesso in campo mi innervosisco molto. Su cosa devo lavorare? Il mister mi sta aiutando a crescere nella mentalità. Mi sento molto meglio a livello mentale anche negli allenamenti. L’anno scorso mi demoralizzavo se sbagliavo due passaggi di fila, ora mi sento molto più sicuro di me stesso. Spero di fare meglio.“
FUTURO “Fin quando non arriva la convocazione io sarò concentrato sulla Primavera, la mia squadra. Se rendo poi spero ci sarà la convocazione del mister Inzaghi. Su chi punto quest’anno? La sorpresa potrebbe essere Spizzichino: è un ragazzo sempre concentrato, non molla mai. Ha i suoi difetti ma ha già esordito in serie A. Punto molto su di lui, è un mio chiarissimo amico dagli Allievi.“
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Il Messaggero | Lazio, da genio emarginato a valore aggiunto: la lunga metamorfosi di Luis Alberto
«Hai messo fuori me, dovresti mettere fuori tutti adesso». Sta tutta qui la rifioritura del rapporto tra Luis Alberto e Sarri. La Lazio torna sconfitta da Lecce e si chiude in palestra per un faccia a faccia giocatori-tecnico. Lo spagnolo, out in Salento per un problema al ginocchio, senza mezze misure si sfoga col tecnico. In questo modo, dopo un ottimo mese di dicembre durante la pausa per il Mondiale, per il Comandante arriva l’ultimo tassello e la trasformazione di Luis può dirsi completata. Altro che l’intermittenza dei mesi precedenti con tanto di richiami di casa. Il Cadice invece dovrà ancora aspettare, perché il numero 10 si è ripreso la Lazio e difficilmente Sarri ci rinuncerà da qui in avanti. L’ex Liverpool d’altronde ha confermato la rinascita con i fatti, tanto da essere premiato con i minuti che prima non gli venivano concessi. Sono 1293 quelli del 2023, appena sei in meno di Milinkovic in un testa a testa impensabile a novembre scorso. Il Mago si è invece rimboccato le maniche e, se lascia qualche minuto, almeno si rifà contribuendo il doppio del Sergente alla fase offensiva della squadra. Due gol, uno valso tre punti contro la Sampdoria, e due assist con i quali è arrivato a quota 61 in Serie A dal 2016, numeri che non ha nessun altro. Sono ormai lontani i giorni in cui si percepiva la sua svogliatezza. L’impatto con la nuova gestione gli ha fatto capire di non avere più il posto sicuro, e dopo una stagione di assestamento, ormai l’armonia con Sarri l’ha trovata davvero. I suoi valori fisici sono sempre tra i più alti in squadra. Rispetto a prima corre di più (9,6 km di media) e lo confermano gli almeno 4 palloni che recupera a partita (al derby 5). Lucido quando c’è da difendere, senza però dimenticare la qualità, grazie alla quale con 94 passaggi riusciti nel derby ha fissato il record della 27° giornata. Niente croce, solo delizia il Mago, leader in tutto e per tutto, sempre pimpante in campo, ma pure nello spogliatoio.
LA RIPRESA – A conferma di ciò, non si vedono più nemmeno i giorni di vacanza che si prendeva in autonomia. Adesso il numero 10 è il primo ad arrivare a Formello, e infatti ieri ha ripreso normalmente le operazioni col resto della squadra. Sarri ha ricominciato subito a lavorare sulla tattica nonostante i sette calciatori partiti con le Nazionali. Il programma prevede per oggi una seduta pomeridiana, domani doppia e sabato mattina, prima di altri due giorni di riposo. Al termine di questi ultimi sarà atteso anche Immobile in gruppo. Provedel, Casale e Pedro invece, ieri gestiti, si rivedranno prima. Il Messaggero/Valerio Marcangeli
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