Esclusiva
ESCLUSIVA | Lazio-Real Rocca di Papa, capitan Lucatelli: “A 40 anni emozionato come un bambino. Inzaghi non abbassare la guardia!”
“È come se il destino ti desse una sola possibilità e concentrasse tutto dentro quel momento preciso”: questo deve aver pensato Claudio Lucatelli, capitano del Real Rocca di Papa alla notizia che domani incontrerà da amichevole avversario la squadra del suo cuore e che per un breve periodo è sembrata potuta essere il suo presente calcistico. “A sedici anni ho avuto la possibilità di giocare in serie C col Frosinone, e c’è stata l’occasione anche di un passaggio alla Lazio: poi il crociato ha fatto crack e questi sono treni che passano una sola volta. Ho rotto tre volte i legamenti, e non essendo dipeso da me non sento di avere rimpianti: andiamo avanti ugualmente, ci divertiamo e finchè uno si diverte va bene andare avanti”.
In quest’intervista esclusiva rilasciata alla redazione di Laziopress.it, il centrocampista ci racconta qualcosa di più di quella che sarà l’avversaria di domani in amichevole della Lazio di Simone Inzaghi: “Siamo una società abbastanza giovane: nati nel 2003 e partiti dalla Terza Categoria siamo arrivati fino alla Prima, con la speranza di salire ancora di più. Siamo tutti ragazzi del posto, tutti amici che si conoscono da una vita; alcuni di noi giocano insieme anche da 14-15 anni: ci sentiamo come in una grande famiglia. Ed è una realtà che funziona”.
Una realtà che funziona soprattutto grazie ai nuovi innesti in società: “Quest’anno con gli ingressi nuovi in società siamo riusciti a creare un settore giovanile che fino ad ora non c’era e che al momento conta 150 iscritti: è un buon inizio. E grazie al Presidente e al Direttore tecnico per la grande possibilità di quest’amichevole importante contro la Lazio”. Gli stimoli per domani? “Lasciano il tempo che trovano: sappiamo il nostro ruolo in questa partita. Chi è intelligente ruberà con gli occhi qualche segreto. Di fronte a questi campioni c’è solo da imparare. Le emozioni sì, quelle ci sono e sono tante. Grandi e forti”. Soprattutto per chi ha il cuore biancoceleste: “A 36 anni è il coronamento di un sogno. E per un laziale come me l’emozione è doppia: è la ciliegina sulla torta. Non so cosa aspettarmi e stento ancora a crederci: mi sento come un bambino, e non oso immaginare cosa potranno vivere i miei compagni più piccoli”.
Da tifoso, però, Claudio ci dice cosa immagina per la stagione della sua Lazio: “E’ da due anni che con la gestione di Simone Inzaghi è un continuo migliorarsi, è una continua evoluzione: i risultati di squadra e società in toto sono davanti agli occhi di tutti. Si vede prima di tutto un gruppo unito, che gioca da squadra. Credo che la Lazio può ambire ai primi quattro posti, ma dovrà mantenere il ritmo di adesso senza mai abbassare la guardia. Ci sono delle basi ancora più solide rispetto allo scorso anno, e ciò dimostra che anche con poco si può ottenere molto: la Champions League sarebbe un risultato fantastico, visti anche gli investimenti delle altre società dirette concorrenti. Il calcio premia anche chi esprime il calcio migliore”.
Non fa pronostici per la sua Real Rocca di Papa: “conosco singolarmente ogni componente del gruppo, e so che possiamo fare veramente bene. Ma se il calcio è bello perché è fatto di episodi, è anche meglio partire senza troppe aspettative: giocare con la mente più libera ti permette di giocare meglio e con meno pressione. Con questa società alle spalle che non ci fa mancare nulla, poi, ci sono tutti i presupposti per fare bene”.
Nella ‘sua’ Lazio, Claudio fatica a trovare un suo modello, un idolo cui ispirarsi come calciatore: “Nel senso che non mi sbilancio… ce ne sarebbero troppi!” e allora sceglie Seedorf: “completo, il top nel riuscire a saper fare tutto da centrocampista” . Top come il modello inglese perché “sarebbe bello vedere gli stadi pieni come i loro, e speriamo che il calcio italiano possa avvicinarcisi. Ma il dio danaro comanda su tutto, ormai”. E chissà che domani anche lo stadio Mirko Fersini di Formello non sarà pieno per quest’amichevole dal sapore speciale. “Sarà un buonissimo allenamento in vista della nostra partita di campionato di domenica, che per noi è più importante: ma puntiamo a fare una bella figura e ci auguriamo che sia un grande divertimento per tutti”.
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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”
Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.
La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?
“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.
Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?
“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.
Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?
“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.
Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?
“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.
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