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Sempre più Inzaghi-Style. Come lui nessuno mai. Con la vittoria sulla Spal, il tecnico biancoceleste raggiunge un record prestigioso e storico per un allenatore che guida la Lazio, ovvero conquistare quaranta punti nelle prime diciannove partite di campionato. Fino ad ora non c’era riuscito nessuno e Simone, grazie ai risultati di questa stagione, è riuscito a mettere dietro di sé maestri e punti di riferimento come Eriksson, Mancini e Zoff e un collega, nonché attuale ct della Svizzera qualificata ai mondiali e vincitore della coppa Italia sulla Roma, Vlado Petkovic. Un risultato di cui andare fiero e che impreziosisce ancora di più il lavoro di questo giovane tecnico ormai sempre più alla ribalta. La sua squadra ha fatto anche meglio di quella della passata stagione con tre punti in più e addirittura con una gara da recuperare con l’Udinese. Insomma, un cammino fantastico e con ampi margini di miglioramento. E di questo, Inzaghi, ne è convintissimo. La soddisfazione più bella, probabilmente, riguarda aver superato Sven Goran Eriksson e Mancio, ma anche Zoff che sostituì lo svedese nel 2001. Tutti allenatori e soprattutto squadre di cui Inzaghi ne faceva parte, con campioni del calibro di Veron, Crespo, Simeone etc. Nei tre anni e mezzo in cui il rettore di Torsby ha guidato la Lazio, nonostante i gironi d’andata e ritorno fossero a diciotto squadre, nelle prime diciannove gare la Lazio non è mai riuscita ad arrivare a 40 punti. Il primo anno furono 35, il secondo 38 e l’ultimo, quello dello scudetto, con l’arrivo in squadra di Simone, i biancocelesti si fermarono a 39 punti. Poi ci fu Dinone Zoff che, appena prese in mano la Lazio di Eriksson, nelle successive 19 gare arrivò a 37. Punteggi che comunque consentirono alla formazione laziale di andare in Champions. Due anni dopo piombò Mancini, una squadra che, priva dei big Nesta e Crespo, fece innamorare i tifosi e quella attuale, per certi versi, la ricorda molto, ma dopo diciannove gare di serie A non superò i 37 punti. L’attuale allenatore dello Zenit, facendo gli auguri di Natale a Simone, gli ha fatto i complimenti anche per questo traguardo. Infine, Petkovic che concluse il girone d’andata con 39 punti e, attualmente, è ancora il record, ma la Lazio deve recuperare la gara con l’Udinese, e comunque Inzaghi con 19 gare alle spalle, e tutte di fila con l’ultima vinta a Ferrara con la Spal, ha conquistato un punto in più.
FUTURO DA MANAGER Il tecnico è felice per questi risultati, ma l’obiettivo principale è riuscire ad arrivare in Champions e andare più avanti in Europa League e giocarsi la finale di coppa Italia. Tra i sogni di Inzaghi c’è quello di legarsi sempre di più alla Lazio e, perché no, rompere un tabù italiano, diventare una specie di manager all’inglese per essere l’allenatore più longevo della storia laziale. Simone è davvero affascinato all’idea di restare in biancoceleste per dieci anni e forse più, plasmando a sua immagine e somiglianza una squadra modello che riesca alla fine a conquistare lo scudetto e diventare una delle regine d’Europa. E per buona pace di Juve o chicchessia, lui, qualora qualcuno bussasse alla sua porta, è pronto a declinare proposte e ponti d’oro pur di raggiungere il suo sogno. Una cosa che, adesso, sembra quasi irraggiungibile, ma l’esempio del Borussia Dortmund di qualche anno fa è la dimostrazione che se si punta più sui talenti e con un progetto tecnico serio da portare avanti che su investimenti a suon di milioni, tutto è possibile. Anche il diesse Tare la vedeallostesso e identico modo e non è un caso che i due vadano di comune accordo e di pari passo sulla strategia tecnica e di mercato. Daniele Magliocchetti / il messaggero
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