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Esclusiva

L’INTERVISTA | Damiano ‘Er Faina’ ci racconta la sua fede biancoceleste, Mario Balotelli, la Curva Nord e cosa pensa degli arbitri

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E’ diventato famoso su Facebook per i suoi video critica contro la classe politica. Romano, classe 1988 ma di fede biancoceleste, Damiano Coccia, detto Er Faina, è ormai uno dei personaggi più discussi della rete. La redazione di LazioPress.it lo ha intervistato in esclusiva.

Come sei diventato laziale?

“Penso un po’ come tutti, no? Di padre in figlio, non come dall’altra parte dove diventano della Roma per moda… credo che laziali si nasce: dal nonno al padre, e da questo al figlio. Ricordo delle scene di quand ero piccolo, a scuola: su una classe di 25 bambini alle elementari eravamo in 3 ad essere laziali, era più difficile esserlo perchè rappresentavi la voce fuori dal coro e venivi attaccato anche da 15/16 persone in contemporanea. Ma era quello il bello di esserlo, da piccolo: dipende anche dal carattere di una persona, ma ad esempio a me è sempre piaciuto essere una voce fuori dal coro. E credo lo si veda anche dai video di cui sono protagonista. Non credo sia un omicidio essere della Roma, ma chi è della Lazio cresce meglio”

Qual è il giocatore biancoceleste di tutti i tempi per il quale hai perso la testa?

“Ce l’ho tatuato anche se non l’ho mai vissuto: Giorgio Chinaglia. Io compio trent’anni a novembre e mio padre buon’anima diceva che io sono un laziale nato con la camicia: quando ho cominciato a capire di calcio si sono iniziati a vivere i momenti belli, a partire dall’era Cragnotti passando per Sven Goran Eriksson e Mancini. Ma avendo un padre che ha vissuto lo stadio negli anni ’60-’70 (era del ’40, ndr) ho potuto vedere tutte le videocassette della Lazio di quel periodo, nei suoi momenti belli ma anche in quelli brutti. Ho un ricordo di quando avevo 7 anni e mio padre mi fece vedere la partita dello spareggio per la serie C. Mi sono innamorato di Chinaglia dai racconti di mio nonno e mio padre, come quando di quel derby in cui entrò nello spogliatoio della Roma. Ed è come se l’avessi vissuto”.

Se dovessi scegliere un giocatore della rosa di oggi?

“Di questa rosa attuale non c’è un giocatore che mi rappresenta; io spesso mi raffiguro in loro: ho un braccio dove ho tatuato Chinaglia e Zlatan Ibrahimovic, e credo che questo possa dare l’idea di che prototipo di calciatore io abbia. Non c’è nella Lazio di oggi una figura che mi fa fomentare, però se devo andarlo a cercare ti dico Senad Lulic: non solo per il gol del 26 maggio, ma anche per tutto quello che dà in campo. Lo chiamo l’intruppone perchè non capisci mai che deve fa con questa palla, ma scelgo lui: prima pensavo che facesse solo cose a caso, poi ho rivalutato dalle cose che gli ho visto fare in campo il suo essere fondamentale per questa squadra”.

Il momento più bello e più brutto che hai vissuto da laziale?

“Il più bello, anche perchè ero allo stadio, è il 26 maggio; e ti dico come momento più brutto gli ultimi 20 minuti dello stesso 26 maggio: ero in Distinti Nord Ovest e al gol di Lulic, mentre tutti cantavano fomentati, io sono salito all’ultimo gradino da solo dando le spalle al campo. Quelli sono stati i momenti più brutti della mia Lazio nella mia vita, anche se ce ne sono stati molti altri; ad esempio, ricordo di aver rosicato tantissimo al preliminare di Champions League contro il Bayern Leverkusen: fu veramente ‘na botta per me, perchè davvero credevo di tornare a fare il girone di Champions dopo tanti anni. Ero anche a Formello quando aspettammo la squadra di Pioli dopo la vittoria contro il Napoli”.

Parlando di Champions, come la vedi quest’anno?

“Ho un po’ di dubbi per quest’anno, ti dico la verità; e vedendo Fiorentina-Lazio di ieri sera, questi sono solo che aumentati”.

Parli degli arbitri?

“Si, parlo di arbitri. Non capisco come una persona come Damato possa riuscire ad arbitrare in Serie A, in particolare una partita così importante. Credo che ieri di cartello ce n’erano ben poche se non forse l’unica fosse proprio la nostra, al di là dei risultati. E ripeto: non capisco come Damato, che in passato ne ha combinate di cotte e di crude, possa arbitrare una partita del genere. E’ andato completamente in confusione, su qualsiasi tipo di fallo o decisione. Lascio perdere tutto, a partire dal rosso a Murgia, e mi metto nei panni del tifoso della Fiorentina che oggi grida allo scandalo: il fallo da rigore di Luiz Felipe non c’era ma, dal momento che lo dai, il giocatore va ammonito e quel cartellino giallo gli sarebbe valsa l’espulsione. Ti dico la mia: io lo spero con tutto il mio cuore che la Lazio arrivi in Champions, aggrappandosi a questa cosa e a una squadra che si chiama Liverpool, ma non so quanto ce lo vogliono permettere. Non voglio fare il solito complottista, ma è un dato di fatto: è la realtà. Ho tanti amici della Roma che mi hanno ammesso come l’espulsione di Murgia sia scandalosa, soprattutto col Var; se non ci fosse stato il Var, con l’azione live puoi anche pensare di sbagliare: ma lì hai a disposizione un televisore. Ha fatto il silent check? E allora si sbaglia due volte. E’ come un ladro che ti ruba in casa e tu hai la telecamera: le guardie non ti posssono negare che ha rubato”.

Siamo terzi a pari punti con la Roma (noi quarti per la classifica avulsa): quanti punti dovremmo avere in più?  

“Ieri sono andato a trovare Mattia Perin in albergo (il Genoa giocava in trasferta contro la Roma, nda): secondo lui se la Lazio riuscisse a vincere 4 delle ultime 5 partite sarà Champions. Ma la tua domanda è un’altra e l’ho capita: stando ai miei calcoli, e senza allargarmi troppo, dovremmo avere 7 punti in più rispetto ad ora. E non calcolo tutte le situazioni a nostro svantaggio. Se ieri non avessimo vinto sarebbe stato uno scandalo”.

L’unica chiamata giusta è annullare il rigore di Immobile per azione partita in fuorigioco?

“Si, e ti dico anche che il rigore in questione era di per sè molto dubbio. C’è sì l’ostruzione di Hugo, ma io sono dell’idea che stiamo giocando a pallone: un po’ di contatto ci deve essere, per forza. Vedi il rigore a Madrid contro la Juventus: lasciando perdere tutte le dichiarazioni, è giusto sia stato dato. Se non l’avesse fischiato, ci sarebbe stata comunque una squadra a gridare allo scandalo: il Real Madrid”.

Mario Balotelli con la maglia biancoceleste: ci hai creduto?

“Ci credo tutte le sessioni di mercato: al di là del calcio, io e Mario abbiamo costruito un rapporto e ci sentiamo praticamente tutti i giorni. Come ho già detto anche in passato, vederlo indossare la maglia della mia squadra sarebbe un sogno; oltre l’amicizia, parlo proprio di lui come giocatore che stimo tantissimo. In un 3-5-2 dietro ad Immobile lo vedrei a genio. Il giorno che prendemmo Leiva mi disse che avevamo preso un campione. Spero con tutto il mio cuore Balotelli possa un giorno far parte della squadra biancoceleste. Magari quest’anno che va anche a scadenza, sarebbe quel colpo che magari con la Champions…!Spero che non finisca dall’altra parte di Roma”.

A Di Biagio e Ventura non è piaciuto molto…!

“Di Biagio non è un allenatore da Nazionale italiana, perchè non ha mai dimostrato realmente il suo valore. L’Italia secondo me dovrebbe essere allenata da gente che ha vinto sul campo e che sia molto più esperta di qualsiasi allenatore che noi abbiamo nella nostra serie A. Un nome? Tutta la vita Roberto Mancini o Carlo Ancelotti”. 

La Roma ha esaurito in pochissime ore i biglietti per la partita contro il Liverpool: perchè i laziali non vanno allo stadio?

“Secondo me nel corso degli anni si è creato un clima di tensione della tifoseria biancoceleste verso la dirigenza; credo che qualcuno abbia anche perso la voglia di andare allo stadio perchè pensa che la squadra non possa mai raggiungere certi livelli. Personalmente, andare all’Olimpico era divenata quasi un’agonia. Non ho mai vissuto un disamore, ma era come se non mi sentissi a mio agio e preferivo guardarla a casa. Erano gli anni dove la Roma e l’Inter si giocavano i posti in Champions. Passando il tempo, ho ricominciato ad andare allo stadio vivendolo dalle tribune. Vedo però nei laziali l’atteggiamento che quando le cose vanno bene si riempie lo stadio, quando le cose vanno male si resta a casa. In questo, abbiamo preso un po’ il vizio dei romanisti e si è venuto a creare questo problema nel tempo. Dico anche una cosa sulla Roma, che è poi alla base della mia rosicata per la nostra mancata qualificazione alla semifinale di Europa League: contro il Barcellona, ho visto una squadra con il coltello tra i denti e da tifoso laziale ho dovuto solo che fargli i complimenti. Li ho visti raramente giocare così, perchè nelle partite importanti loro crollano sempre ed è per questo che non vincono un trofeo da 10 anni. E ti dico la verità: adesso ho un po’ paura”.

I tuoi followers romanisti come ti vedono, conoscendo la tua fede laziale ed in una città dove si vive parecchio lo sfottò tra le tifoserie? 

“Ho un bel rapporto con loro. Ti racconto questo aneddoto: ho visto il derby in Tribuna Monte Mario perchè un mio amico romanista ha perso una scommessa con me e ha dovuto scontarla pagandomi il biglietto. E sono andato col mio amico nella parte di settore loro: lo sfottò c’è ed è ovvio che sia così, ma un sacco di gente ha voluto farsi la foto con me ed il rapporto è stato tranquillo. L’importante è non superare una certa linea. Quando Totti si è ritirato dal calcio a me è dispiaciuto: il derby mi piaceva giocarlo con lui in campo, e credo che senza di lui la partita abbia perso qualcosa. E’ normale che non voglio che vincano la Champions League, perchè sarei ipocrita. Non tifo neanche la Juventus in Europa. Ma il rapporto con i romanisti è molto sano. Non sono quel tifoso che insulta Paparelli o De Falchi, ma sono uno che si è sempre schierato dalla parte dei romani in generale”.

Come hai vissuto dallo stadio la coreografia della Curva Nord nell’ultimo derby?

“E’ stata una delle cose più belle che abbia mai visto in vita mia. Tra le due curve non c’è stata proprio partita, mi dispiace. Non si tratta più di una semplice coreografia: è Arte. Loro hanno esposto quattro cartelloni tirati su, una cosa carina…ma poi vedi quella della Nord e dici: ‘Anvedi che hanno fatto’. E non devi vedere Roma o Lazio, devi solo vedere l’espressione artistica. Secondo me nella curva della Roma manca la voglia di studiare coreografie simili. Come quando Felipe Anderson entra in campo e non vuole giocare. Questa è l’unica spiegazione che mi sono dato”.

a cura di Patrizio Pasqualini e Paola Chiaraluce

 


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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”

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Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.

 

La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?

“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.

Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?

“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.

Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?

“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.

Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?

“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.

 


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