Extra Lazio
Cesari, Presidente Brescia Femminile: “La salvezza della società è fortemente a rischio”
Giuseppe Cesari, Presidente Brescia Femminile, non iscriverà la squadra al prossimo Campionato di Serie A. Il Brescia ha rappresentato il calcio femminile italiano in serie A e in Champions League con 9 trofei vinti:2 Scudetti, 3 Coppa Italia,4 Supercoppe.
Cosa si può fare per scongiurare l’assenza del Brescia calcio dal campionato di serie A?
“Sono 33 anni che ho costruito questa squadra, dall’oratorio alla Champions League. Ho tanto di quel rammarico addosso che è impossibile descriverlo. É già due o tre anni che sto dicendo queste cose qua, ma purtroppo la gente ha pensato che sarei andato avanti comunque. Ultimamente ho svuotato tutti i salvadanai che avevo in giro per portare avanti questa cosa, adesso sono arrivato ad un punto che personalmente non riesco più. Oltretutto sono entrate queste società professionistiche che hanno alzato il livello di costi con procuratori, ingaggi e via dicendo. Se prima spendevamo una cifra per un campionato competitivo ora è diverso. Se devo fare un campionato di serie A per cercare di salvarmi preferisco non farlo, voglio essere competitivo ed essere in grado di giocarmela. Mi piace essere competitivo. Oramai nel nostro campionato diventa più difficile perché si sono alzati i costi. Io non riesco più a sostenerli”.
Cosa si può fare, oggi, visto che dal dopo Tavecchio sono state spese tante belle parole ma a fatti si è fatto ancora troppo poco?
“É stato fatto un cambiamento ma senza regole. La brutta cosa è stata questa.Io non accuso la Juventus, perché ben venga, soprattutto per le giocatrici che meritano questi trattamenti. Io ho ragazze che facevano sacrifici, tanti chilometri per venirsi ad allenare. Se lo chiedevamo ai ragazzi ci avrebbero risposto male. Io ad alcune mie giocatrici, come la Rosucci, ho detto che se non fossero andate alla Juventus , sarebbero state delle pazze. Mi si stringeva il cuore, sono cresciute nella mia società, ma se mettiamo il Brescia e la Juventus su un piatto della bilancia ci sono pesi differenti. Loro si allenano a Vinovo, prendono certe cifre, per andare in trasferta partono il giorno prima… Noi siamo partite per andare a Bari la mattina per tornare il sabato sera; il mister che mi dice come faccio a dirgli che devono correre quando si sono alzate alle tre di mattina… Per le trasferte in Champions facevamo i voli con lo scalo, perche non potevo permettermi il diretto che aveva costi davvero elevati.Le ragazze sono sempre state molto disponibili. Invece la Juventus, la Fiorentina ed altre prendono il volo diretto o addirittura l’aereo privato! Adesso io non riesco a competere più a questi livelli. Non voglio accusare nessuno, ma Tavecchio doveva andare avanti come era partito. Obbligare le società a creare squadre piccoline, invece poi ha fatto deroghe su deroghe. Quella che possono acquistare io titolo sportivo senza nessun problema. Deroghe sui tesseramenti, perché la Juventus ha tesserato le giocatrici nella propria matricola della Juventus Italgroup S.P.A. Tutte queste cose fatte senza regole, doveva esserci un programma più preciso di investimento. Era stato fatto per aumentare il numero delle tesserate, ma non è stato cosi. La Fiorentina ne ha prese 22 e cosi sono rimaste, la Juventus erano 22 giocatrici del Cuneo e sono rimaste in 22 anche qui. Non è nata una nuova squadra, qui si è sbagliato. In più la programmazione non c’è.La Juventus e noi per poter giocare lo spareggio abbiamo dovuto pagare 12.000 euro il campo. Non abbiamo aiuto dalle federazioni. A Londra la coppa d’Inghilterra femminile è stata giocata nel campo di Wimbledon con 42.000 persone. Tra l’Italia e l’estero c’è un abisso, loro hanno una programmazione che noi non abbiamo”.
Dalla città di Brescia si aspettava qualcosa di più?
“A dire la verità si, mi aspettavo qualcosa di più. Io sono un imprenditore e non accuso nessuno, magari investono i loro soldi in altre attività benefiche.Io accuso, tra virgolette, il comune perché poteva fare di più. Non serve solo uno sponsor per quest’anno che ci dia i 400 mila euro che servono, quando il prossimo anno saremmo nella stessa situazione.Il calcio femminile è a fondo perduto, è solo passione, non ci torna indietro niente. Anzi dobbiamo pagare i campi. Io al sindaco avevo chiesto di riunire gli industriali di Brescia, ne abbiamo 10|12…andare a chiedere ad un Camozzi, Beretta, Feralpi, di fare un programma a 3/4 anni. Bastava che mettevano 40 mila euro ciascuno, cosi con 400 mila euro si poteva fare un programma a lungo termine e si sarebbero svolti fior di campionati.Mi dispiace che non è mai stato fatto questo.Si andava a proporre una squadra che ha 9 trofei vinti negli ultimi 6 anni. Sponsorizzavano una squadra che ha sempre avuto ottimi risultati.Quando sabato abbiamo perso la Coppa Italia, premettendo che abbiamo giocato tre partite in sei giorni, le ragazze piangevano perché era l’ultima partita nel Brescia.Sono arrivate a dirmi che si sarebbero dimezzate tutte il compenso pur di stare a Brescia. Il Brescia femminile rinuncia ad iscriversi non perché ha debiti, ma perché non ci sono più i mezzi per renderlo competitivo ad alti livelli. Non voglio danneggiare neanche le ragazze che fanno sacrifici enormi e a fine mese magari non hanno neanche lo stipendio. Ho detto loro che se andranno in un altro grande club è giusto perché se lo meritano davvero. Fino a venerdì cerchiamo uno spiraglio, ma se non intravedo nessuna possibilità non posso fare altrimenti”.
Fonte: Ladycalcio.com
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