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Un rigore per prendersi la Lazio
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Un altro Valon Berisha per la Lazio. Tare segue il classe ’93 del Salisburgo, uno dei migliori del doppio confronto che ha eliminato Inzaghi dall’Europa League. Il suo nome è familiare, dice qualcosa. Valon ricorda Behrami, l’eroe di un derby deciso al 93′. Berisha invece Etrit, andato a Bergamo per giocare di più. Valon però è semplicemente Berisha. “Il mio tempo in Austria è finito, è tempo di cambiare”. Le sue parole di alcuni giorni fa non mentono: lascerà la squadra della Red Bull.
E’ una mezz’ala di qualità, sarebbe l’ideale per il centrocampo laziale. All’Olimpico lo scorso aprile colpì su rigore, al ritorno guidò la clamorosa rimonta della squadra di Rose. Nato in Svezia da genitori albanesi-kosovari, è di nazionalità norvegese. 20 presenze in Nazionale, poi nel 2016 la dichiarazione d’amore: “Sarò sempre grato alla Norvegia ma il mio cuore appartiene al Kosovo, ecco perché da oggi giocherò per loro“. 10 presenze e 1 gol da quel giorno con la nuova Nazionale. A Tare piace da tempo, lo ha ammesso lui stesso qualche mese fa. Lo segue dal 2013. Da incubo potrebbe trasformarsi in sogno.
“Il risultato è pesante ma lascia tutto aperto: sono sicuro che faremo una grande partita, anche grazie alla spinta dei nostri tifosi”. Diceva questo Berisha alla vigilia di Salisburgo-Lazio, purtroppo furono parole profetiche. Una settimana fa sembrava vicino alla Sampdoria in cambio di 7 milioni, l’affare poi si è arenato, Valon non ha dato risposta a Ferrero. Åge Hareide, suo allenatore ai tempi del Viking, non ha dubbi: “Solo Solskjær come Berisha“. Mica male essere paragonato a uno che ha vinto tutto con lo United più forte di sempre. All’ex attaccante di Ferguson il paragone non dà fastidio, anzi, nel 2012 diceva questo di Berisha: “E’ un gioiello, spero che la Norvegia ci punti”. Valon ha scelto di essere quello del Kosovo. La Lazio sogna di averlo.
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CdS | Festa Lazio, quinto posto per 55.000
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Un grande pubblico saluta i biancocelesti: campionato concluso davanti alla Roma.
Come riportato dal Corriere dello Sport, notte d’altri tempi con il popolo biancoceleste che torna a riempire l’Olimpico. Erano 55.000 i tifosi presenti per mandare un messaggio a Lotito: serve una Lazio ancora più ambiziosa nella prossima stagione.
Ieri partenza schock dei biancocelesti, il Verona segna con Simeone e Lasagna. Poi la rimonta: Cabral, Felipe e Pedro. Hongla acciuffa il pari.
Immobile è per la quarta volta re dei marcatori. Lo precede, nella storia della Serie A, solo Nordhal: nessun attaccante italiano era mai riuscito nell’impresa. Ha vinto Sarri, applaudito sotto la Curva Nord, perché bastava un pareggio per finire quinto e piazzarsi davanti alla Roma (terzo anno di fila per la società). La qualificazione in Europa League può essere la base per costruire un futuro radioso, a patto di accontentarlo sul mercato e magari ribaltando il destino attraverso la conferma di un top player come Milinkovic, forse al passo d’addio nella scia di Leiva, Strakosha, Luiz Felipe e probabilmente Acerbi.
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