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E’ l’affare che sta prendendo piede negli ultimi giorni e di cui vi abbiamo parlato in esclusiva, quello di Correa alla Lazio. Stefano Borghi, uno dei massimi esperti di calcio internazionale ha parlato in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it sul trequartista del 1994 che Igli Tare sta portando alla corte di Simone Inzaghi attraverso un prestito con obbligo di riscatto ed uno stipendio che arriva quasi a 3 milioni di euro tramite i bonus da maturare in cinque anni di contratto.
Correa alla Lazio è un colpo alla Igli Tare?
“Secondo me è un colpo, perché Tare ha dimostrato negli anni di essere bravissimo nell’andare a prendere giocatori che devono in qualche modo riprendersi da una stagione non straordinaria ma che hanno grandissimi margini per farlo. Correa è uno di questi, perché lo vedo come un giocatore differente: è complicato chiuderlo in un contenitore tattico perché è libertà di espressione allo stato puro. Qualcuno potrebbe pensare sia un giocatore anarchico, in realtà per un allenatore quando si ha un calciatore del genere deve essere una sfida quella di portarlo ad essere coinvolto da un sistema di gioco che deve essere improntato sulle sue caratteristiche. Se Correa è nelle condizioni di poter liberare la sua fantasia, finisce per coinvolgere la squadra: dall’altra parte lui deve invece dimostrare di essere maturo, soprattutto mentalmente e di essere un giocatore che riesce a mantenere un livello di attenzione costante. Sul piano tecnico è un calciatore che mi piace tantissimo”.
Può essere davvero il sostituto di Anderson?
“E’ un giocatore che ti strappa la partita, perché ha corsa, dribbling, la giocata improvvisa, ha inventiva. Ma non bisogna mettergli addosso una catena tattica è un errore. Sono sicurissimo viste le qualità di Inzaghi che sia l’uomo giusto per gestirlo, ma non deve dargli compiti tattici fissi, perché lo limiterebbe. Si tratta del profilo ideale per rimpiazzare la partenza di Felipe Anderson”.
Con Luis Alberto potrebbe formare una coppia di trequartisti dietro un’unica punta?
“Senza dubbio, può giocare con chiunque, non ha problemi di adattamento. A Siviglia, sia con Sampaoli che con Montella, ha fatto tanti ruoli diversi. E’ un giocatore plasmabile, un giocatore di libertà che puoi integrare in qualsiasi sistema, anche se bisognerebbe improntare il sistema su di lui”.
Può essere uno degli acquisti importanti della Serie A?
“Sicuramente, anche se si tratta di un ritorno. E’ cresciuto, ma caricargli addosso delle pressioni non credo sia la cosa migliore da fare. E’ un colpo in linea con quelli che hanno portato tanta soddisfazione alla Lazio”.
Wesley e Lucas Perez potrebbero essere due calciatori pronti per il compito di vice Immobile…
“Sono profili diversi rispetto a quelli di Caicedo, che ha fatto il vice Immobile l’anno scorso. Mi sembrano entrambi attaccanti che potrebbero entrare bene nel sistema: Wesley è un buon giocatore, ma deve ancora dimostrare di essere ad un livello più alto. Lucas Perez ha invece avuto una carriera diversa, ha fatto bene all’inizio al Deportivo, ma il salto all’Arsenal forse è stato un po’ troppo alto per lui, dove ha avuto una stagione complicata. Il ritorno al Deportivo è stato drammatico, perché doveva essere il trascinatore della squadra, perché lì è considerato un idolo, essendoci nato ed avendo fatto bene con quei colori. Sono invece retrocessi, con lui che ha avuto un rendimento molto negativo. L’Italia potrebbe fargli bene, è un attaccante molto furbo e che trova sempre spunto, trovando la porta. Viene da due anni di magra, ma potrebbe riciclarsi bene”.
Intervista a cura di Enrico De Lellis
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