Torna l’appuntamento con la rubrica ‘L’angolo del tifoso‘ in cui i veri protagonisti siete voi. Oggi è il turno di Marco, laziale sin da quando era bambino. Una passione, quella per i colori del cielo, che coltiva ancora oggi e che lo porta a seguire la sua squadra all’Olimpico, ogni volta che può. Nonostante il suo percorso di studi lo abbia portato a vivere in Inghilterra, l’amore per la Lazio è rimasto sempre vivo negli anni, crescendo con il tempo.
Come, e grazie a chi, è nata la tua passione per la Lazio?
“Questa mia passione è iniziata un po’ casualmente: alle scuole elementari ho conosciuto il mio migliore amico Gian Marco proveniente da una famiglia di laziali; frequentandolo mi sono avvicinato insieme a lui al mondo Lazio. Quando andavo a casa sua, anche se eravamo due bambini, non ci perdevamo una partita e così ho maturato una profonda passione per i colori biancocelesti”.
Cosa rappresenta per te Inzaghi?
“Il mister incarna lo spirito di squadra. Si è imposto come allenatore attraverso le sue qualità umane e calcistiche. La cosa più importante che è riuscito a fare è stato trasmettere ai suoi calciatori la lazialità, che da quel qualcosa in più che permette alla squadra di migliorarsi sempre”.
Qual è stato il tuo primo giocatore preferito? Quello attuale invece?
“Il calciatore che mi faceva impazzire da piccolo era il capitano, Alessandro Nesta. Per me rappresentava lo spirito laziale; questo veniva fuori ogni volta che scendeva in campo, anche attraverso i suoi interventi. Tuttavia se ne potrebbero citare tantissimi. Della rosa attuale scelgo Milinkovic. E’ il mio preferito perché è l’esempio del giocatore che vorrei nella Lazio: dotato di strapotere fisico e classe”.
Da quando segui la Lazio, qual è stato il momento più bello? E quello più brutto?
“Rispondendo di getto, direi senz’altro che il momento più bello è stato il 26 maggio, ma il più significativo della mia lazialitá è stato l’anno dello scudetto. Avevo 7 anni e mi ricordo che quel giorno io ed il mio amico Gian Marco insieme allo zio siamo andati a fare la sfilata sino a San Benedetto del Tronto. Mi sono rimaste impresse tutte quelle bandiere e sciarpe biancocelesti, è stato uno spettacolo unico! Il periodo più brutto invece è legato alle partenze dei giocatori importanti: in particolare l’addio di Nesta e Crespo che hanno lasciato un grande vuoto”.
Cosa significa per te essere della Lazio?
“Non penso esistano parole per descrivere quello che significa essere laziali. La si deve vivere la lazialità per capire cos’è davvero. Provandolo a spiegare brevemente, posso dire che sostenere la nostra squadra significa condividere gioie e sofferenze insieme a tutti gli altri laziali”.
Un commento sulla stagione condotta dai biancocelesti e uno su quella che affronteremo?
“La stagione che si è conclusa per me è stata ottima, indipendentemente dalla mancata qualificazione in Champions, perché nessuno credeva che noi saremmo stati in grado di poter competere per quella classifica. Quindi faccio i complimenti ad Inzaghi e a tutta la squadra. Per quanto riguarda la prossima stagione sono fiducioso e penso che potremmo bissare o anche migliorare la nostra classifica rispetto allo scorso anno, anche se sarà più difficile in quanto le altre dirette concorrenti si sono rinforzate. Sono sicuro però che mettendo lo spirito visto nella scorsa stagione, riusciremo toglierci delle soddisfazioni”.
Cosa ne pensi dei nuovi acquisti?
“Per quanto riguarda i nuovi innesti devo dire che quest’anno il mercato ha portato dei giocatori di grande esperienza come Acerbi, che avrà l’arduo compito di sostituire de Vrij, e Milan Badelj, centrocampista che con la sua Nazionale è arrivato sino alla finale del Mondiale. Inoltre per sostituire Felipe Anderson è arrivato Correa, che secondo me è un profilo che si rivelerà importante per la prossima stagione. Il miglior acquisto in assoluto però per me è la permanenza di Milinkovic e quella di Immobile. Per quanto riguarda il mercato mi ritengo soddisfatto, forse la ciliegina sulla torta sarebbe l’acquisto di un vice-Immobile”.
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