Per Lei Combattiamo
Il Messaggero | Inzaghi nel mirino per i cambi di domenica e per i conti in rosso
Poteva andare peggio, ma doveva andare meglio. Perché Inzaghi aveva capito la tattica di Gattuso e sulle ripartenze si è fatto fregare. Perché c’è un doppio cambio difficile da giustificare. Simone spiega d’aver rinunciato alla fisicità di Milinkovic per paura dell’espulsione, ma poi è Lotito a gettare nuove ombre sul campione: «Ha un contratto di 5 anni e noi non vogliamo cederlo – giura il presidente a ‘Un giorno da pecora’ – ma nella vita mai dire mai. Ieri comunque il Milan non me l’ha chiesto». L’ha fatto in estate con 120 milioni in 4 rate, ci riproverà a giugno, ma vorrà averlo a cifre ribassate. Contro i rossoneri Sergej non ha brillato (gol annullato a parte) in area, ma dalla sua uscita (insieme a Luis Alberto) i passaggi sono crollati da 15 a 1, le occasioni da 11 a 4 nella metà campo avversaria. Per carità, c’è sempre un mezzo rigore su Parolo non concesso da Banti su cui recriminare, ma prima del 65’ la Lazio aveva creato gioco (57% di possesso e 60% di dominio territoriale), tirato 21 volte in porta, centrata invece solo da una prodezza last minute di Correa. L’argentino salva Simone dal quinto ko su altrettanti big match, ma un pari contro un Milan così incerottato (7 titolari assenti) non può che lasciare l’amaro sul palato. Conviene guardare il bicchiere mezzo pieno solo perché questo punto consente di conservare il quarto in classifica. Ma ancora una volta in un momento decisivo, per allungare a +4 dai rossoneri e +6 dalla Roma, non c’è il salto Champions che conta. E stavolta è in gran parte del tecnico la colpa.
SEGNA MENO
Ha ringhiato a Banti in maniera plateale, espulso Inzaghi non voleva uscire e il giorno dopo sui social è sempre più eroe laziale. Eppure Simone, che è l’ultimo a mollare, non riesce a trasmettere la stessa cattiveria letale. Senza riuscire a far male, diventa un boomerang decidere di rischiare. Perché in difesa la Lazio continua a traballare (vedi già la parata miracolosa di Strakosha nel primo tempo su Calhanoglu, prima del vantaggio rossonero), ma a differenza del passato non fa più un gol in più dell’avversario. Anzi, alla tredicesima giornata ci sono addirittura 15 reti in meno della scorsa stagione. Donnarumma mura Immobile ed è miracoloso per terra su una capocciata di Wallace, ma sono troppe le scelte sbagliate (5 filtranti di Luis Alberto non sfruttati) negli ultimi metri in generale. Non solo, la palla gira lentamente, nonostante la prova di Badelj (al posto di Leiva) in interdizione e – sopratutto nella ripresa – in regia sia convincente. Parolo percorre più di 12 mila chilometri e stavolta non è lucido quando s’inserisce per calciare.
TURNOVER
Tanti big, compresi Immobile (stanco e meno ispirato in area), Lulic (alla 293esima presenza nella top ten biancoceleste) e Acerbi (ieri a riposo) dopodomani in Coppa con l’Apollon Limassol avranno l’occasione di rifiatare. Pronti Luiz Felipe in difesa, Durmisi sulla fascia, Berisha e Cataldi a centrocampo, Correa e Caicedo davanti. L’argentino ora ha la media-gol (1 ogni 136’) più alta di qualunque giocatore biancoceleste, ieri continuava ad essere celebrato dai compagni come salvatore: «Anche per me il gol è stata una liberazione». Seconda prodezza da subentrato in questo campionato, ma lui ha dimostrato a Udine e col Marsiglia di poter segnare anche giocando dall’inizio e per questo reclama più spazi. Eppure rimane sempre più spaccapartite o salvarisultati, almeno così il Tucu Tucu l’ha inventato Inzaghi.
Il Messaggero
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Formello
FORMELLO – Scarico per i titolari e breve fase tattica
Dopo la sconfitta di ieri arrivata ieri all’Allianz Stadium, nella gara che ha sancito l’eliminazione della Lazio dalla Coppa Italia per mano della Juevntus, i biancocelesti sono subito tornati in campo, in preparazione del match che vedrà impegnati gli uomini di Sarri lunedì sul campo dell’Hellas Verona. A Formello nel pomeriggio i titolari di ieri hanno svolto lavoro di scarico, mentre le riserve hanno lavorato dal punto atletico, prendendo poi parte ad una breve fase tattica.
Successivamente è stata la volta della consueta partitella a campo ridotto, prima con le stesse squadre della parte tattica, poi anche mischiate.
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