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Il più anziano esordiente in Serie A è della Lazio: 87 anni fa esordì contro il Bari
C’è un particolare record che la Lazio detiene, un record che non si vede tutti i giorni. Mentre in questo periodo storico i nuovi primati spettano ai più giovani esordienti, i cosiddetti Millenials, giovanissimi che calcano per la prima volta nel nostro massimo campionato. C’è una statistica che dura da 87 anni e che difficilmente verrà superata da qualcuno. Statistica che spetta alla Lazio, che il 20 dicembre del 1931 fece esordire il più anziano giocatore in Serie A.
Come è accaduto? Semplice, si trattava di un allenatore-calciatore, Amìlcar Barbuy, attaccante dotato di un tiro molto potente ma che all’epoca aveva 38 anni, 7 mesi e 9 giorni. Le malelingue, come al solito, sostenevano che il brasiliano avesse addirittura 52 anni, anche se in realtà è nato il 29 aprile del 1893 a Rio das Pedras, in Brasile.
IL FATTO
In Italia arrivò quando la sua carriera era praticamente finita per guidare la squadra biancoceleste: il famoso evento avvenne in una partita contro il Bari, unica sua presenza in biancoceleste, dove fu costretto a scendere in campo per allenare e sostenere la squadra contemporaneamente. Il match, tra l’altro, finì 3-2 per la Lazio.
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Onorato: “Prenderemo una decisione sul Flaminio. La Lazio è libera di fare lo stadio altrove”
Intervenuto ai microfoni di Radiosei, Alessandro Onorato l’assessore Alessandro Onorato si è espresso in merito alla situazione Flaminio legata alla Lazio.
Queste le sue parole:
“Parlando di impianti, è inutile discutere di Flaminio se il progetto non c’è. Il Comune di Roma è pronto ad affiancare e supportare il progetto, a seguire l’iter. Ma se il progetto non c’è, non possiamo parlarne.
Ovviamente il presidente Lotito è liberissimo di prendere o non prendere in considerazione il Flaminio, ci mancherebbe. Non vogliamo darlo per forza alla Lazio. Anzi, se Lotito avesse intenzione di farlo altrove, ci dicesse dove e siamo pronti a dare la stessa attenzione che abbiamo dato alla Roma. Lazio e Roma con stadi di proprietà sono un miglioramento importante. Fare uno stadio non è una passeggiata, ecco perché è giunta l’ora di non parlare del Flaminio tanto per parlarne. Ci sono troppe cose in ballo, troppi problemi da risolvere per banalizzare. Se la Lazio non mostrerà interesse, troveremo comunque un modo per ristrutturare il Flaminio. Tanto più che lo abbiamo messo tra le opere per i prossimi. Europei di calcio. Speriamo ovviamente di andare comunque a dama e di restituire l’impianto alla città e di esserci per vederlo. In chiusura, fortunatamente al Parco Lenzini la targa è al suo posto e speriamo possa rimanere li tranquilla per sempre.”
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