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ESCLUSIVA | De Giovanni: “Napoli-Lazio perfetta sceneggiatura per un romanzo. Milinkovic? Ideale per I Bastardi di Pizzofalcone”

enrico.delellis@libero.it'

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La Serie A, riapre i battenti dopo la pausa post festività natalizie, questa sera la Lazio scenderà in campo al San Paolo di Napoli per proseguire la corsa Champions League. Gli uomini di Inzaghi sono ponti a dare continuità dopo la bella prestazione in Coppa Italia contro il Novara, di fronte ci sarà un Napoli rimaneggiato dalle tante assenze (Insigne, Koulibaly, Hamisk, Allan) e con il dubbio di Mertens non in forma ottimale. In esclusiva la redazione di LazioPress.it ha contattato lo scrittore Maurizio De Giovanni, autore dei “I bastardi di Pizzofalcone”, noto tifoso napoletano.

Che partita ti aspetti domani sera?

Stiamo parlando delle due squadre che giocano meglio nel nostro campionato, anche tra le più discontinue. Nessuno delle due ha bisogno di un punto, i biancocelesti per allungare in vista della corsa Champions, mentre il Napoli è alle prese con la fuga della Juventus che secondo me ha già in mano il campionato, ma dietro vanno forte perciò anche gli uomini di Ancelotti devono continuare a spingere sull’acceleratore. Sarà una gara aperta e giocata con tanta sfrontatezza da parte dei capitolini”.

Ti aspettavi che in così poco tempo Ancelotti potesse far dimenticare Sarri?

Onestamente no! Pensavo ci volesse qualche mese in più. Il tecnico ha dimostrato nuovamente di essere un fuoriclasse prendendo una squadra già rodata che veniva da risultati esaltanti nelle stagioni precedenti mettendoci il proprio marchio sopra e facendo dimenticare in poco tempo un maestro come Sarri. Al Napoli mancano quattro punti rispetto alla passata annata, l’eliminazione dalla Champions è stata sfortunata visto il girone ma la squadra ha giocato un calcio importante e forse avrebbe meritato per quello che ha fatto vedere, anche la qualificazione agli Ottavi di Finale. Sono convinto che la squadra stia facendo una grandissima stagione, la rosa è più forte rispetto al passato, sono entrati giocatori come Verdi, Fabian Ruiz, Meret ed è partito solo Jorginho alla fine. La strada è giusta per costruire un futuro roseo”.

Giuntoli e Tare sono la fortuna delle due società seconde te?

Due professionisti straordinari, lo dimostrano sia i risultati sul campo, ma anche quelli economici. Napoli e Lazio sono le due grandi società a fare plusvalenze importanti. Entrambi hanno due presidenti particolari (ride, ndr), con i quali non è sempre facilissimo dialogare.  Lotito e De Laurentiis sono due persone abituate a prendere la scena in  tutti i campi e difficilmente un Marotta può convivere con i due. Il segreto delle due società viene rappresentato da questi due Direttori Sportivi”.

Quale calciatore del Napoli e chi della Lazio si avvicina di più a due personaggi dei suoi romanzi, il Commissario Riccardi e l’Ispettore Lojacono, protagonista dei I bastardi di Pizzofalcone?

“La figura di Milinkovic Savic, che un uomo dalla grandissima personalità e qualità si avvicina molto all’Ispettore Lojacono, anche se non è romano come lui. Ha saputo prendere le redini della Lazio come Alessandro Gassman nei sotterranei di Napoli. Hamisik  in maniera silenziosa e quasi laterale è riuscito ad impadronirsi della squadra come un leader deciso proprio come il Commissario Ricciardi”.

Il calcio italiano sta vivendo un periodo no per quel che riguarda il contorno al campo di gioco. Stadi chiusi, trasferte vietate e incidenti. Cosa ci manca  per fare quel passo in avanti affinché queste cose non vengano definitivamente cancellate?

“Manca secondo me la voglia di risolvere questo problema, i mezzi ci sono esistono delle telecamere in grado di riprendere chi commette atti non idonei e di arrivare subito al suo nome e cognome. Le sanzioni sono troppo morbide, penso che se si infliggesse il 3 a 0 a tavolino per i cori razzisti o discriminatori come per magia nessun tifoso intonerebbe cori beceri o ululati razzisti. In Inghilterra stavano peggio di noi si contavano decine e decine di morti, adesso se butti una buccia di banana in terra dentro uno stadio prendi il daspo a vita e vieni processato per direttissima dentro lo stesso impianto fornito di carceri. In Italia non lo si fa perché il calcio muove tantissimi soldi più di altre grandi industrie perciò lo spettacolo deve andare sempre avanti, ma così non si correggono gli errori anzi si incrementano e basta”.

Nelle prossime ore due ex napoletani si riabbracceranno, Higuain e Sarri. Dopo la parentesi partenopea ti aspettavi qualcosa di più dal “Pepita”?

La parabola di Higuain rappresenta alla perfezione la classica storia che per raggiungere i soldi alla fine si fanno delle scelte sbagliate. Il “Pepita” è andato dietro alla crescita esponenziale del suo stipendio, anche giustamente. Ha cambiato squadra sempre per prendere di più e la stessa cosa sta succedendo con il passaggio tra il Milan e il Chelsea. Dal punto di vista sportivo stiamo parlando di un ragazzo che ha rinunciato a diventare un campione assoluto. Restando a Napoli sicuramente avrebbe vinto uno scudetto e sarebbe rimasto nel cuore di tutti i tifosi vincendo in un cub dove l’ultimo è stato Diego Armando Maradona.  Non è gestito neanche bene dal suo entourage. Alla Juventus era uno dei tanti, al Milan è andato con un progetto tecnico discutibile e con un caos societario. A Londra ricomincerà da zero in un club che nonostante la presenza di Sarri sta gettando le basi per un futuro roseo, ma che non gli permetterà di vincere fin da subito”.

Del palco giocatori biancoceleste quale atleta vorresti nel Napoli?

“Sicuramente Ciro Immobile. Un attaccante di livello, napoletano che a Roma si è consacrato come uno dei migliori attaccanti europei. Il centravanti che manca a Napoli sicuramente. È un misto tra la presenza fisica di Milik e la furbizia di Mertens. Un giocatore così messo a disposizione di Ancelotti farebbe fare quel salto di qualità alla squadra”.

 

  


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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”

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Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.

 

La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?

“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.

Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?

“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.

Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?

“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.

Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?

“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.

 


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