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Da Crotone al Derby, dall’inferno al paradiso: “Amami o faccio un Caicedo”

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E’ il 39′ del primo tempo di un Crotone-Lazio, penultima giornata del campionato 2017/18 di Serie A. I biancocelesti sono ad un passo dalla qualificazione alla Champions League. Alla squadra di Inzaghi basterebbe uscire vittoriosa dallo Scida contro una formazione in piena lotta retrocessione per gridare di gioia e tornare nella massima competizione europea dopo tanto tempo. Un quadro idilliaco, favorevole. Una partita apparentemente semplice per una squadra che al 13 maggio aveva 72 punti e il miglior attacco della Serie A. Ma quando si parla di Lazio, la storia non è mai semplice.

L’INFERNO

La Lazio si trova sul 1-1: al rigore procurato e realizzato da Lulic, aveva replicato Simic. I biancocelesti fino a quel momento hanno creato diverse occasioni, ma mai pungenti. A 6 minuti dalla fine del primo tempo, Felipe Anderson pesca magicamente Felipe Caicedo che si porta il pallone davanti alla porta e invece di scaricare un sinistro potente o un colpo da biliardo all’angolino, prova l’improbabile pallonetto che finisce tra le mani del portiere. Un errore fatale, con l’ecuadoriano che verrà additato come uno dei maggiori colpevoli per la mancata qualificazione della Lazio alla Champions League di quest’anno. Insulti, prese in giro, fischi. Caicedo da quel momento diviene il bersaglio preferito per aver mancato un’occasione ghiotta, che avrebbe portato la Lazio in vantaggio e quindi giocato il big match contro l’Inter (poi perso) con la qualificazione in tasca.

IL PARADISO

Nella vita reale non tutte le storie vanno a lieto fine. Nel calcio – “la cosa più importante tra le cose meno importanti” – a volte succede. Caicedo ha lavorato sempre in silenzio, prima e dopo quel fatale errore sotto porta, dove è mancata la cattiveria, la lucidità, la precisione. Non ha mai lamentato il suo scarso impiego, ha proseguito nel suo percorso ed è entrato umilmente nei cardini di gioco di Mister Inzaghi. Sia come titolare, sia come “spalla” di Ciro Immobile, che ieri, nel post partita, lo ha incensato con bellissime parole. Ed ecco allora che l’occasione per tornare tra le grazie dei tifosi biancocelesti, si presenta in una delle partite più importanti della stagione, il derby  di Roma.

E’ il 12′ del primo tempo, la Lazio ha subito mostrato di voler fare la gara e spinge forte con un pressing asfissiante e ripartenze veloci. Ed è proprio grazie ad una di queste, che succede qualcosa di inaspettato: Correa con un filtrante manda in porta Felipe, sembra una fotocopia dell’azione di Crotone. Chissà se davanti agli occhi del gigante colombiano non siano ritornate quelle immagini, la tensione della sfida a singolar tenzone con l’ultimo baluardo della difesa avversaria, in questa occasione, il portiere romanista Olsen. Ma stavolta nessun pallonetto, né tantomeno un tiro potente all’angolino. La freddezza c’è, anche con migliaia di occhi giallorossi che ti puntano e cercano di farti sbagliare. Caicedo supera il portiere e insacca il pallone nella rete, sotto la Curva Sud. Apoteosi Lazio, Felipe sulle ali di Olimpia corre verso la Tribuna Tevere e in un ricongiungimento astrale, entra nel cuore dei laziali.

Spero che i tifosi mi ricorderanno per questo gol nel derby e non per l’errore di Crotone” ha detto ai microfoni nel post partita. Quale errore?

 


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Riconoscimento a Riccardo Celletti: la voce della Lazio all’Olimpico vince il Premio Nazionale Speaker

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Lo Speaker della Lazio Riccardo Celletti ieri ha ricevuto un premio importante al Dance music Awards a Milano: il Premio Nazionale Speaker. La voce che accompagna le gare casalinghe dei biancocelesti, dopo aver ricevuto il riconoscimento, ha così commentato: “Questo premio per me vale tutto, ringrazio tutti i tifosi Laziali che mi hanno votato e sostenuto“.

 


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