Roma – L’imprenditore «Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito, che guidava in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale i lavori dell’Assemblea Capitolina riguardanti il progetto per la realizzazione del Nuovo Stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito». Dunque, secondo le motivazioni che hanno portato all’arresto, per il gip le consulenze date da Parnasi al collaboratore di De Vito servivano per asservire la funzione del presidente del Consiglio Comunale di Roma. L’inchiesta sullo stadio della Roma è l’ultima tegola giudiziaria a finire sul Campidoglio. Dopo le inchiesta sulle nomine che hanno decapitato parte del Raggio magico, ovvero fedelissimi della sindaca come Raffaele Marra e Salvatore Romeo (quest’ultimo archiviato), le indagini su quello che doveva essere il gioiello eco sostenibile della giunta e dello sport capitolino hanno non solo impantanato il progetto ma complicato nuovamente la situazione politica in Campidoglio. Prima di Marcello De Vito, presidente d’Aula, era finire in carcere un altro fedelissimo come l’avvocato Luca Lanzalone, già presidente di Acea e da pochi giorni fuori anche dal Cda della multiutility capitolina. Il processo all’ormai ex superconsulente del Comune inizierà presto: il 5 marzo la procura ha infatti ha chiesto e ottenuto il rito immediato anche per il collega di studio di Lanzalone, l’avvocato Luciano Costantini e per Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, istituto previdenza dei dipendenti del Campidoglio.
FONTE: IL FARO.IT
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