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Regalia, ex ds della Lazio: “Acerbi merita la Nazionale, Immobile non si può criticare”
Carlo Regalia, ex direttore sportivo biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel. Ecco le sue parole:
“La sfida di domenica a San Siro contro l’Inter sarà una grande partita, a questo punto del campionato non si può più sbagliare, non ci sarà più tempo per recuperare eventuali sconfitte. Spalletti è un grande allenatore, non credo che trasmetta il suo umore, a volte negativo, alla squadra, ma anzi la saprà caricare nel migliore dei modi. Mauro Icardi non credo partirà titolare, sono comunque quaranta giorni che è fermo, lo porteranno in panchina e solo in caso di necessità verrà schierato a partita in corso. Inter-Lazio sarà un match determinante, le due squadre si giocheranno veramente la corsa Champions. Le due compagini in questo momento stanno segnando di meno dato che gli avversari sono più attenti e concentrati, non è sempre demerito degli attaccanti la minor vena realizzativa.
Discutere Immobile è esagerato, un attaccante così non si può mettere in discussione, uno che ha siglato 41 reti la scorsa stagione non si può proprio criticare. Mi sembra veramente assurdo. È un calciatore che gioca tanto per la squadra e si muove spesso, segna e fornisce assist, non capisco veramente questo accanimento su di lui quando è in Nazionale. Francesco Acerbi è un grandissimo giocatore, la Lazio ha fatto bene a puntarci, un difensore dal rendimento altissimo che sta dimostrando di poter giocare in palcoscenici importanti. Si merita assolutamente gli Europei, un ragazzo serio e professionale”.
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GdS | La mamma di Provedel: “In Russia lo amano”
Dietro un grande portiere c’è anche una grande mamma. Elena Kalinina è la mamma di Ivan Provedel, ora anche nonna di Alexander di due anni, che è arrivata in Friuli da Mosca ormai 31 anni fa, dove ha incontrato Venanzio Provedel. Il papà del portiere e ne è andato sette anni fa, purtroppo non potendo vedere la parabola del figlio diventato campione e goleador in Champions. La Gazzetta dello Sport ha contattato Elena:
“Non è fortuna, è amore, passione e soprattutto sacrificio. Lo portavamo dappertutto, ma lui si lamentava del fatto che il papà andasse poco a vederlo. Doveva mandare avanti l’azienda. Ivan si merita tutto. Ha inseguito il suo unico desiderio. E’ partito da attaccante, ma voleva giocare in porta. Fino ai 15 anni ha fatto la punta, ma guardava le cassette del suo idolo Toldo e in giardino lo imitava con la nonna. E io in casa gli facevo i piatti russi, li adora ancora oggi. A 16 anni è andato all’Udinese, poi al Chievo e al Pisa si è guadagnato il posto. Tra poco smetto di lavorare e vado a Roma ad aiutare Ivan, che è un papà meraviglioso, ma ha bisogno di me. Ieri mi hanno chiamato in tanti dalla Russia, tifano per lui, dicono che è un russo che gioca in Italia. Quando a Empoli fu operato due volte, Buffon lo chiamò. Ivan pensò a uno scherzo e ora se lo ritrova in Nazionale. Per lui è un mito assoluto.”
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