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Ricomincia la settimana e come ogni lunedì alle ore 17:00 il vostro appuntamento è con la rubrica “L’angolo del tifoso”, in cui i veri protagonisti siete voi. Oggi è il turno di Corrado, biancoceleste da generazioni e attaccato alla maglia come un vero ultras. La sua seconda casa è la Curva Nord e vive con l’idolo di Mauro Zarate nel cuore.
Come e grazie a chi è nata la tua passione per la Lazio?
“La passione per la Lazio viene tramandata nella mia famiglia da generazioni, mi è stata trasmessa da mio nonno sin da quando ero piccolo. Ricordo le partite seguite alla radio e che gli chiedevo sempre di guardare insieme una cassetta dello scudetto del 2000”.
Quale giocatore ti ha fatto innamorare veramente tanto di questi colori?
“Il giocatore che più ho avuto modo di apprezzare e che mi faceva letteralmente impazzire con le sue prodezze è stato Mauro Zarate di cui, al di là dei comportamenti scorretti per i quali viene ricordato oggi alla Lazio, porto dei ricordi fantastici come il gol nel 4-2 nel derby del 2009, quello nella semifinale di Coppa Italia contro la Juventus al Delle Alpi e poi in finale contro la Samp”.
Qual è il momento più bello e quale quello più brutto che ricordi con la Lazio?
“Come momento più bello direi la finale di Coppa Italia del 26 maggio, più brutto invece la sconfitta con l’Inter il 20 maggio del 2018. Dopo una stagione da incorniciare per la vittoria della Supercoppa e la qualità di gioco espressa la Champions era un riconoscimento che avremmo meritato”.
Che cosa rappresenta per te la Lazio?
“La Lazio per me rappresenta un identità, un modo d’essere, fatto di storia, stile e tradizione. Essere laziale mi riempie il petto d’orgoglio perché significa essere portatore di valori che solo l’attaccamento a questa squadra ti può trasmettere”.
Vai sempre allo stadio?
“Prima andavo allo stadio sporadicamente, ma partire dalla stagione 2014-2015 ho cominciato ad andarci sempre più. Questo è il mio terzo anno da abbonato in Curva Nord, perché ritengo che sia fondamentale supportare la squadra in ogni circostanza, cosa che non avviene in altri settori”.
Cosa ne pensi del mercato di qust’anno? Si poteva fare di più?
“Per quanto riguarda il mercato di quest’anno lo reputo discreto. Lazzari è stato un innesto perfetto: ci mancava un buon esterno e abbiamo preso un ragazzo giovane, veloce e con una buona esperienza nel calcio italiano, dettaglio non da sottovalutare. Jony dalle prime uscite non mi è sembrato malaccio ma preferisco aspettare per esprimere giudizi. Stessa cosa per Vavro ed Adekanye, che però ho visto meno pronti per il calcio italiano, anche se non escludo un possibile exploit dei due, ma non durante questa stagione. Come sostituto di Immobile sinceramente avrei preferito Llorrente a Caicedo. Ottimo invece il lavoro per trattenere i vari Luis Alberto e Milinkovic”.
Cosa è mancato alla Lazio contro la Spal e il Cluj?
“Contro Spal e Cluj è mancata quella cattiveria di portare a casa le partite, che invece abbiamo avuto a Genova, dove nonostante il vantaggio non ci siamo rilassati e abbiamo attaccato velocemente ripartendo, cogliendoli di sorpresa con la giusta cattiveria e con la consapevolezza che la partita era tutto men che finita. Ferrara e Cluj mi hanno ricordato un po’ Salisburgo come tipologia di sconfitta, partite che necessitano solo di un ultimo colpo di reni per essere definitivamente chiuse”.
Il tuo giocatore preferito?
“Parolo, mai apprezzato veramente in 5 anni di Lazio. Lavora sodo e dietro le quinte senza pretendere nulla. E’ sempre a disposizione della squadra, tanto da giocare addirittura da esterno nel centrocampo a 5, come contro la Juventus lo scorso anno, nonostante la veneranda età di 34 anni pur essendo un mediano”.
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