Sì viaggiare. E tornare subito a vincere. Perché la Champions League diventerebbe una chimera con un altro passo falso a Firenze. La Lazio stasera deve per forza invertire il trend negativo delle trasferte (1 vittoria per 3-0 all’esordio in campionato a Genova contro la Samp e poi 4 sconfitte e il pari di Bologna). I problemi quest’anno erano iniziati a Ferrara (1-2) e poi a San Siro contro l’Inter lo scorso 25 settembre (0-1). Sono proseguiti a Bologna (2-2), Cluj e Glasgow nelle gare europee (entrambe perse 1-2). L’ultimo ko col Celtic ha ulteriormente evidenziato come le imprese avversarie nascano da cali di concentrazione nei secondi tempi. Adesso, lontano dall’Olimpico, sono 5 le mancate vittorie consecutive: un rendimento così negativo non si registrava dal 2016, quando da gennaio a marzo Pioli raccolse 8 pareggi consecutivi lontano da casa. Sono appena 4 su 12 (13ª forza del campionato), i punti conquistati in viaggio dai biancocelesti in questa stagione. Eppure Inzaghi continua a credere nella sua filosofia e non cambia nessun copione: «In Scozia abbiamo fatto una grande prestazione. Non abbiamo ottenuto il risultato immeritatamente, ma dobbiamo lavorare e credere nelle nostre forze». Insomma, la Lazio continua ad essere bella, ma non riesce a ballare. Anzi, un altro ko o un pari con la Fiorentina rischierebbe di chiudere subito le danze: «Abbiamo gli stessi punti in classifica, è uno scontro diretto contro una competitor, quindi importante».
EQUILIBRIO
L’atteggiamento giusto c’è, forse però è il momento pure di fare i conti con certe esigenze tattiche. Inzaghi riflette. Per tornare a vincere, bisogna segnare: «Contro una squadra forte come il Celtic, le partite vanno chiuse. Ci è mancato cinismo con Parolo, Correa, Immobile e Milinkovic, sono occasioni clamorose che non possono essere sbagliate», spiega l’allenatore. Perché il modulo fantasia (lanciato ormai quasi un anno fa) porta la Lazio ad attaccare ed è chiaro che dietro poi si patiscano più sofferenze. Questo però non può giustificare certe amnesie difensive anche da palle inattive: «Dobbiamo difendere di squadra, sui due gol abbiamo commesso errori individuali. In determinate sfide non si possono prendere certe reti, condizionano il risultato e il morale». Speriamo sia servita l’ennesima lezione per Firenze.
FIORENTINA
Quasi 35mila spettatori al Franchi, ci saranno sugli spalti circa mille tifosi laziali. Pienone per la partitissima delle 20.45 (diretta su Sky Sport 1, canale 201, e Sky Sport Serie A, canale 202) e Inzaghi lo sottolinea: «Il loro pubblico farà la differenza tanto quanto Ribery e Chiesa». Con loro, in un 3-5-2 molto simile a quello biancoceleste, Montella ha trovato la quadratura: «E ora voglio vedere i progressi contro una squadra fortissima, che da 10 anni supera sempre il primo turno in Europa. Un gruppo da Champions, che dispone di grandissimi calciatori che giocano insieme da anni. Tra l’altro è una Lazio arrabbiata dopo l’ultima sconfitta». Ma anche stanca: «Andrebbero più tutelati e non così svantaggiati, i club italiani che giocano in Europa. Bastava anticipare di due settimane il campionato – chiosa Inzaghi in conferenza – e non inserire i turni infrasettimanali, in modo tale da poter giocare di lunedì». Invece dovranno subito ripartire i biancocelesti, dopo essere ritornati dalla Scozia soltanto venerdì all’ora di pranzo. Sì viaggiare.