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Il Messaggero | Lazio, adesso è Ciro il grido di battaglia
Biondo e rapido come Beppe Signori, ha segnato 77 gol come Giorgio Chinaglia, qualcuno ci vede un pizzico di Bruno Giordano, lui si ispira a Bobo Vieri. Ciro is on fire! Vola, Lazio vola. In squadra nessuno come lui. Ora Immobile il grido di battaglia. Il colpo di testa con cui ha sbancato Firenze coincide anche con il suo decimo sigillo in stagione. Dal 2000 solo tre giocatori sono finiti in doppia cifra nelle prime 9 gare: Toni (2005-06), Dybala (2017-18) e lui stesso (2017-18). Guarda tutti dall’alto della classifica marcatori. E ora vede il traguardo dei 100. Gliene mancano solo 3. A fine gara Inzaghi abbraccia Ciro e tutti i suoi uomini. Immobile però vale più degli altri. Ha numeri impressionati. Ha partecipato attivamente addirittura a 14 reti delle 18 totali biancocelesti. Questa non è solo dipendenza, è proprio tirannia. Solo Immobile vede così la porta e solo se segna lui è possibile ritrovare la vittoria. E anche una posizione più degna in classifica: 8 dei 15 punti attuali li ha conquistati lui. Vittoria a Genova con doppietta, altre due doppiette con Bologna e Atalanta e due pareggi e infine la capocciata da 3 punti di domenica sera. La Lazio torna al sesto posto insieme al Cagliari, a un punto dalla Roma e a due (a 17 ci sta il Napoli) dall’Europa che conta. E’ Ciro a puntarla, non ha mai preso così bene la mira. Alla faccia di chi lo criticava con la maglia dell’Italia. Ora è pure il secondo assistman biancoceleste (dietro Luis Alberto a quota 5).
UNO PER TUTTI
Inzaghi non può contare su un altro come lui non c’è. Basti pensare che al secondo posto dei cannonieri di squadra c’è Correa a quota 3 (quarta coppia gol in Europa) e Milinkovic con 2. Facendo due conti, Immobile ha fatto gli stessi gol di tutti gli altri sommati in squadra. Numeri che da un lato certificano la grandezza di Ciro ma dall’altro fanno sorgere l’interrogativo: senza Immobile chi segna? Ed è proprio il problema che si pone il tecnico biancoceleste. A questo punto della stagione sperava di avere un contributo maggiore da parte dei centrocampisti e una mira migliore da parte di Correa e Caicedo. Già, domenica Ciro ha anche lasciato il rigore a Felipe. In pochi altri lo avrebbero fatto ma dopo quello col brivido segnato all’Atalanta aveva giurato: mai più un penalty all’ultimo minuto. Lotta, sgomita, nessun altro attaccante centrale fa i suoi stessi movimenti. Corre tantissimo, spesso finisce con il fiatone ma non molla mai. Il litigio con Inzaghi per la sostituzione contro il Parma è archiviato. Anche il ct Mancini si è ricreduto. Immobile all’Europeo è più che utile. Nella Lazio è fondamentale ma servono i gol di tutti per centrare il quarto posto, Ciro da solo non può bastare.
A TUTTI I COSTI
Lui non si risparmia mai. Gioca anche con una gamba sola. E’ alle prese con un fastidio al ginocchio. Anche al Franchi si è fatto sentire. Domenica ha giocato già acciaccato. Un piccolo guaio muscolare che si era presentato dopo la difficile trasferta di Glasgow. Sabato addirittura zoppicava, domenica sera ha stretto i denti sino all’ultimo senza far trasparire alcun dolore o fatica. Eppure ieri mattina in gran segreto ha svolto gli esami strumentali alla clinica Paideia. I medici consigliano a lui e a Inzaghi di farlo partire dalla panchina, ma Ciro non vuole perdersi a nessun costo la sfida contro la sua ex squadra. Rimane fortemente in dubbio però per domani sera, è in uno stato pre-lesionale che poi potrebbe compromettere il prossimo big match di San Siro contro il Milan e il match decisivo per l’Europa. Ecco perché Inzaghi voleva far riposare Correa, ma potrebbero toccare ancora a lui gli straordinari stavolta. Caicedo partirà sicuramente dal primo minuto per farsi perdonare pure il rigore sbagliato con la Fiorentina, al suo fianco in vantaggio la punta argentina. Sperando non si debba sempre attendere Ciro per ritrovare la porta. IlMessaggero
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