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GdS | Psg e United in pressing, ma Milinkovic e la Lazio hanno tanto da dirsi
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Era opinione diffusa, tra addetti ai lavori e non, che l’avventura di Sergej Milinkovic alla Lazio fosse inevitabilmente destinata a concludersi al termine di questa stagione. Dopo i «falsi allarmi» delle ultime due estati, quando la sua cessione non si concretizzò nonostante il pressing di varie società, per il serbo la prossima estate sembrava quella giusta per approdare in un top club europeo. L’emergenza coronavirus ha però rimesso tutto in discussione. Non si sa seequando questa stagione finirà, non si sa quando ci sarà il calciomercato, impossibile prevedere come si muoveranno le grandi società del Vecchio Continente.
ANCORA LAZIO?
Le possibilità che Milinkovic resti ancora alla Lazio stanno crescendo vertiginosamente. Anche perché lo scorso autunno il centrocampista serbo ha rinnovato il contratto con il clubbiancoceleste fino al 2024, con un ingaggio salito fino a 3,5 milioni di euro. Una cifra che è sicuramente inferiore a quella che gli potrebbero garantire alcuni top club, ma che è pur sempre una somma più che dignitosa. Tale, quanto meno, da fargli vivere il presente senza troppi assilli di cambiare aria. Oltretutto se la Lazio il prossimo anno giocherà in Champions Milinkovic avrà anche la possibilità di esibirsi con la squadra biancoceleste sul palcoscenico continentale più prestigioso.
PSG E UNITED
Il cambio di scenario, tuttavia, non significa necessariamente che Milinkovic continuerà a giocare con la Lazio. Il suo nome resta infatti appuntato sull’agenda di parecchie società di primo piano. Due, in particolare: il Paris Saint Germain e il Manchester United. Il club parigino nelle settimane scorse ha avuto anche dei contatti indiretti con Formello per capire la fattibilità di un’operazione da almeno 100 milioni di euro, nella quale potrebbe essere inserito pure Marusic. Il d.g. Leonardo è un grande estimatore di Milinkovic e spinge per il suo acquisto. Il Manchester United aveva invece trattato il serbo la scorsa estate, offrendo 75 milioni di euro più bonus. Offerta che non aveva pienamente soddisfatto la Lazio, ma la trattativa si arenò per un altro motivo (la sostituzione, in caso di partenza, di Pogba). Ora gli inglesi potrebbero tornare alla carica anche in questo caso per rimpiazzare eventualmente Pogba. Ma la grande incertezza del momento gioca a favore della Lazio.
IL SOGNO SCUDETTO
Milinkovic, dal canto suo, vive con estrema serenità la situazione. E’ la sua grande forza, già manifestata negli anni scorsi quando non fu minimamente turbato dalla quantità di voci che si inseguivano sul suo conto. Continua ad allenarsi nella sua villa nei pressi di Formello in attesa di poter tornare a lavorare nel centro sportivo. I suoi gol contro Juve e Inter e, più in generale, le sue prestazioni avevano spinto la Lazio ad un passo da un sogno chiamato scudetto. Quel sogno non è svanito, è stato solo congelato. E Milinkovic non si stanca di ripeterlo ai compagni quando si sentono all’interno delle chat di squadra. Le sue attenzioni sono concentrate tutte su questo sogno. E non su un futuro altrove che, mai come in questo momento, appare lontanissimo.
Gazzetta dello Sport
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Scudetto Milan, rubata la medaglia di Pioli: “Restituitemela, è l’unica che ho”
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Episodio sgradevole durante i festeggiamenti per il diciannovesimo titolo rossonero. Il tecnico: “Me l’hanno strappata dal collo, aiutatemi a ritrovarla”.
REGGIO EMILIA – La festa per lo scudetto vinto dal Milan non è rovinata. Ma l’episodio è sgradevole. Al tecnico rossonero Stefano Pioli è stata rubata la medaglia ricevuta durante la premiazione. “Mi hanno strappato la medaglia nelle celebrazioni: se potete fare un appello vi ringrazio, è l’unica che ho”.
Il furto della medaglia di Pioli è avvenuta mentre si stavano svolgendo i festeggiamenti. I tifosi hanno cantato in continuazione il coro “Pioli is on fire”, sulle note della celebre canzone “Freed from desire”. Prima della premiazione dei rossoneri, Ibrahimovic aveva innaffiato di prosecco Pioli, poi si era acceso un sigaro. “Non mi sono mai sentito così bene – aveva detto poco prima del fattaccio Pioli – io mi conosco e so quanto è importante sentirmi apprezzato come mi sono sentito nell’ambiente Milan. E questo mi ha permesso di fare quello che ho fatto e ai miei giocatori di darmi il cuore e la testa. Siamo un squadra di fenomeni, non abbiamo mai mollato. Ci abbiamo creduto sempre e siamo stati più continui dell’Inter”. Restituite quella medaglia a Pioli, se l’è meritata. Repubblica.it
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