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ANGOLO DEL TIFOSO | Davide: “Per me la Lazio ha sempre rappresentato uno stile di vita, un distinguersi dalla massa. Conservo ancora la bandierina del 26 maggio”
Inizia una nuova settimana e, come ogni lunedì, alle ore 14:00 ecco il momento dell’ “Angolo del tifoso“, in cui i veri protagonisti siete voi. Oggi è il turno di Davide, un laziale per tradizione che ci racconta il suo amore per la Lazio tra momenti di gioia e dolore. Una passione sconfinata la sua, partita da lontano e divenuta giorno dopo giorno uno stile di vita.
Da dove nasce la tua passione per la Lazio?
“Il mio amore per la Lazio nasce da lontano, affonda le sue radici quando ero bambino. La mia famiglia è laziale e così appena ho iniziato ad appassionarmi al calcio ho ovviamente seguito la tradizione”.
Vai spesso allo stadio? Qual è stata la tua prima partita all’Olimpico?
“Negli ultimi anni non sono riuscito ad andare spesso. Quest’anno, invece, avevo ripreso l’abitudine sottoscrivendo l’abbonamento ma purtroppo è andata a finire così. Se ci ripenso, il clima dell’Olimpico mi manca molto. La prima partita allo stadio fu un Lazio–Brescia datato 2003, una partita importante che valse la qualificazione in Champions League. Andammo in svantaggio con un gol di Baggio, poi ci fu la rimonta firmata Mihajlovic, Cesar e Claudio Lopez. Ricordo a fine partita l’invasione di campo dei i tifosi, fu davvero una bella esperienza”.
Qual è il momento più bello che ti ha fatto vivere la Lazio?
“Potrei parlarne per ore, tante partite sono associate a ricordi bellissimi. Per citarne qualcuna direi: la semifinale di Coppa Italia con la Juventus nel 2013, il derby vinto all’ultimo minuto con Klose, le varie finali e tanti derby vinti. Tutti momenti fantastici, ma per l’ importanza della sfida scelgo sicuramente il trionfo del 26 maggio, viverlo allo stadio è stato un qualcosa di unico ed irripetibile”.
Qual è la coreografia della Nord di cui hai fatto parte che ti ha emozionato di più?
“Le coreografie sono sempre state un qualcosa di eccezionale, che hanno fatto spiccare la nostra tifoseria rispetto alle altre. Conservo ancora la bandierina del 26 maggio, quel giorno l’atmosfera era indescrivibile”.
Cosa ti aspetti dalla Lazio in caso di ripresa del campionato?
“Sono sempre stato un tipo scaramantico, ma sinceramente non posso negare che una parte di me creda nella possibilità di vincere il campionato. Sarebbe un qualcosa di così intenso che anche il semplice fatto di poterci solo sperare è bellissimo”.
Il tuo calciatore preferito della rosa attuale? E del passato?
“Non è facile, nella rosa attuale ci sono tanti giocatori di valore ma se devo proprio sceglierne uno direi Milinkovic-Savic. È il completo e decisivo, mi fa impazzire. Del passato recente invece ero innamorato di Candreva, peccato sia andata a finire male con lui”.
Cosa significa per te essere della Lazio?
“A volte mi rendo conto che è come se fosse una malattia, intorno alla Lazio ci sono tanti ricordi: i pomeriggi passati sul divano con mio padre, le discussioni a scuola, le trasferte, le emozioni provate allo stadio, le serate al pub davanti ad una birra. Per me è stato sempre uno stile di vita, un distinguersi dalla massa, momenti di gioia immensa alternati ad altri in cui sembra tutto vada storto. Ma ogni piccolo ricordo, ogni esperienza la porto con me, perché bella o brutta che sia mi ha lasciato un qualcosa. Nella gioia e nel dolore la Lazio c’è sempre stata”.
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ANGOLO DEL TIFOSO| Antonio tra il biancoceleste e la Matematica: “Ai giochi matematici di Milano con sciarpa e zaino della Lazio. Aveva fatto ogni calcolo per la Champions aritmetica”
La Lazio è in Champions League, ora è matematico. E i calcoli se li era fatti bene anche Antonio, 10 anni e una passione sfrenata per il club biancoceleste e la matematica. “I calcoli li aveva fatti già anticipatamente: poi con i punti tolti alla Juventus ha potuto festeggiare per l’ingresso matematico in Champions League. Sostiene poi che matematicamente Felipe Anderson è il più forte. Di questa stagione, invece, Zaccagni” ci racconta la mamma Simona. La prima passione sicuramente più cementata, più salda, più sfrenata… “Da piccolo veniva con tutti noi della famiglia. Ora è abbonato con il fratello e il padre in Monte Mario. Una volta è anche entrato in campo al fianco di Lucas Leiva in un vittorioso Lazio-Inter”. La seconda passione, quella per la matematica, ha invece preso lentamente corpo divenendo uno dei tratti caratteristici di Antonio.
Calcoli biancocelesti
Dunque, oltre alla passione per la Lazio e per Felipe Anderson Antonio ha un debole per la matematica: “E’ cresciuta con il tempo. Da piccolo addirittura si divertiva a rispondere alle domande nei problemi che aveva il fratello maggiore”. Si tratta di una passione che non è comparabile, a detta loro, con quella per i colori biancocelesti: “Quella per la Lazio chiaramente è una passione più accesa, più intensa”. E come potergli dare torto. Ci troviamo, peraltro, in una stagione in cui la Lazio ha fatto un passo importante nel percorso che sta affrontando con Sarri nel periodo dei 10 anni dal trionfo nel derby più importante della storia, quello contro la Roma: “Lui aveva 7 mesi, quindi l’abbiamo vista con lui in braccio a me e abbiamo esultato insieme anche al fratello. Eravamo solo noi, il padre allo stadio”. Per cui festeggerà allo stadio, tra l’altro per la comunione si è fatto regalare la maglia del decennale.
Le Olimpiadi di Matematica e il biancoceleste come accompagnatore
Un contesto in cui poter fa prendere vita la passione per la matematica è sicuramente quello dei Giochi Matematici che si tengono ogni anno alla Bocconi di Milano. “Quest’anno ha partecipato per la seconda volta alle Olimpiadi di Matematica. Lo scorso anno, per la classe quarta, si è classificato 130esimo mentre quest’anno per la quinta è arrivato 24esimo, uscendo molto entusiasta dall’esperienza anche perché più consapevole del risultato positivo” ci racconta mamma Simona in merito alle ultime Olimpiadi della Matematica che hanno avuto luogo proprio pochi giorni fa. La Lazio, ovviamente, non poteva non accompagnarlo: “Ci tengo a specificare che è entrato alla Bocconi, dove si sono tenute queste olimpiadi, con smanicato e zainetto della Lazio, ovviamente”. D’altronde Antonio è solito indossare i colori biancocelesti e fare leva sulla speranza che anche coloro che sono sull’altra sponda possano ‘convertirsi’: “Non disdegna mai di indossare l’abbigliamento della Lazio: anche a scuola ci va, o in presenza di “quelli sbagliati” come li chiama il padre. Da piccolo oltre a fare i conti cercava di convincere anche i suoi compagni a passare dalla sponda della seconda squadra della capitale a quella della prima”.
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