Esclusiva
ESCLUSIVA | Ballotta: “Reina profilo giusto per la Champions, il mercato non è finito. Dirigente? Poteva capitare, ero dispiaciuto vedremo più avanti”
Il conto alla rovescia per la nuova stagione è cominciato. La Lazio ha messo infila i primi acquisti di questo calciomercato: Reina, Fares e Muriqi. Ottimi acquisti per arricchire la rosa e migliorarla, ma probabilmente non sono ancora sufficienti. Serivrà uno sforzo maggiore in difesa e forse qualcosa anche a centrocampo. Quest’anno c’è la Champions League e di certo non potrà essere bistrattata così come è stato, spesso, fatto per l‘Europa League. Per parlare di calciomercato e di Champions è intervneuto in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it, Marco Ballotta. Ex portiere biancoceleste che con l’aquila sul petto ha collezionato: 1 Scudetto, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa UEFA. Chi meglio di lui può conoscere il panorama europeo.
Partiamo subito dai nuovi acquisti: Escalante, Reina, Muriqi, Fares. Sono profili da Lazio?
“Secondo me sì. Reina in primis, perché porta l’esperienza che mancava in questa Lazio, l’obiettivo era migliorarsi e lui sotto questo aspetto è l’ideale. Farà sicuramente crescere i più giovani e sono convinto che diventerà un punto di riferimento per tutta la squadra. Gli altri due sono due giovani bravi, che sicuramente possono dare un aiuto per tutto il campionato e coprire i ruoli in cui si era più scoperti e aumentarne il livello. Daranno tanto alla squadra coprendo quei ruoli che, come abbiamo visto dopo il lockdown, erano scoperti e senza sostituti. Per ora la Lazio sta operando in maniera giusta, e sono convinto che il mercato non sia finito qui”.
Pepe Reina darà sicuramente qualcosa in più, soprattutto per la Champions. Può essere lo stimolo giusto per Strakosha?
“Fino a quest’anno Strakosha non ha mai avuto un degno sostituto, mentre adesso la competizione è aumentata e credo che nemmeno lui sarà più così tranquillo quando sbaglierà qualcosa visto che dietro c’è uno che può prenderne il posto. Quello che manca un po’ a Strakosha è che deve diventare più costante nel rendimento. Poi è giovane e quindi ha tutto il tempo per migliorarsi, e uno stimolo come Reina può servirgli tanto”.
Per la prossima stagione servirà qualche altro innesto. Dove crede ci sia più bisogno di intervenire?
“Credo si debba intervenire in ogni reparto con acquisti di esperienza e qualità a livello tecnico. Sia in attacco così come a centrocampo e in difesa servono giocatori d’esperienza che possano farti fare il salto di qualità. Secondo me basteranno un paio di acquisti mirati e la squadra sarà completa e competitiva”.
Le parole di Acerbi hanno fatto molto discutere in questi giorni, da giocatore e da dirigente che idea si è fatto?
“Secondo me ci sono state semplici incomprensioni, o magari tempi prolungati. Potrebbe essere che magari si siano parlati Acerbi e la Lazio e si sarebbero dovuti incontrare ma poi è saltato tutto. Ad Acerbi magari non era piaciuta la situazione ed ecco il perché delle dichiarazioni, ma ora ho visto che è tutto rientrato. Sicuramente lui non voleva dire quello che ha detto ed è stato sicuramente travisato quello che lui ha detto”.
In attacco se dovesse partire Caicedo, servirebbe un altro attaccante. Chi vedrebbe bene in maglia biancoceleste?
“In giro per l’Europa ce ne son tanti di attaccanti bravi. Il tutto dipende da quanto si vuole spendere, dalla cifra che si vuole investire su un attaccante di livello o su un giovane forte. Di giocatori pronti ce ne sono ma le cifre sono alte. La Lazio dovrà valutare bene, sempre se parte Caicedo, poi dovrà trovare quello giusto per fare coppia con Immobile”.
Inzaghi sta discutendo il rinnovo con la società, crede che il suo ciclo alla Lazio non sia ancora finito?
“Sopratutto adesso può dare ancora qualcosa. Il problema della fine di un ciclo di un allenatore si ha quando dopo diversi anni ci sono sempre e solo gli stessi giocatori. Invece gradualemente la Lazio sta rinnovando la squadra con nuovi innesti e questo porta l’allenatore ad avere volti nuovi e maggiori stimoli. Inzaghi poi sta ottenendo grandi risultati e perciò gli stimoli sono maggiori. Il suo ciclo non è ancora finito, credo restera ancora per 2 o 3 anni”.
L’ultimo campionato giocato è stato probabilmente il migliore disputato negli ultimi 10 anni. Lei, anche solo per un attimo, ha creduto allo scudetto?
“Io ci credevo fino a quando non c’è stato il blocco del campionato. La Lazio volava sulle ale dell’entusiasmo, puntava molto su quello e risultati arrivavano. In più c’era il fattore che giocava soltanto una volta a settimana e quindi aveva un grosso vantaggio. Poi però dopo il lockdown, giocando tante partite è mancata proprio la rosa della squadra, dovuto questo a moltissimi infortuni e senza alcun ricambio. Quest’anno è l’anno buono, visto che si è raggiunta la Champions, di poter migliorare la sqaudra dal punto di vista numerico e tecnico”.
Dopo diversi anni la Lazio torna in Champions, da uno come lei che ha vissuto gare importanti vincendo anche titoli europei, che approccio servirà per poter far bene?
“E’ una competizione talmente importante che tutti i giocatori saranno al massimo. Per tanti, se non per tutti, sarà la prima volta che parteciperanno a questa competizione quindi non verrà presa sotto gamba. La differenza che si vedrà sarà sicuramente la qualità delle squadre e dei giocatori, che è molto alta e quindi al minimo errore la faranno pagare cara
Ha mai pensato di tornare alla Lazio in una veste dirigenziale?
“Ci avevo pensato appena avevo smesso di giocare, poi però non ci sono state i presupposti per poter continuare insieme. Sono state fatte scelte diverse e mi è un po’ dispiaciuto, però può capitare. Nella vita non si sa mai se ci potrebbe essere un ritorno o meno”.
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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”
Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.
La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?
“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.
Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?
“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.
Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?
“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.
Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?
“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.
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