Extra Lazio
Scuola, Snals: ”Rischiosa la riapertura il 7, si rinvii la decisione al 18”
Come riportato da corriere.it, dal 7 gennaio 2021 le scuole secondarie ripartono con la didattica al 50%. In una nota il Viminale annuncia: ‘‘Le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa, dal 7 gennaio, dell’attività didattica in presenza. I prefetti hanno tenuto conto anche dell’ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%’‘.
Per far si che la riapertura avvenga, limitando le possibilità di assembramenti degli studenti all’entrata e all’uscita dall’aula, sono previsti dei rinforzi nei trasporti pubblici e riorganizzazioni degli orari. Per molti giorni si è consumato il dibattito sulla possibile riapertura delle scuole medie e superiori. In merito gli esperti dell’Iss hanno realizzato uno studio per valutarne l’impatto. Gianna Fregonara spiega: ”Non c’è una parola definitiva. Allo stato attuale delle conoscenze, le scuole sembrano ambienti relativamente sicuri purché vengano adottate le precauzioni ormai consolidate. L’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”.
La ministra Azzolina ha dichiarato: ”In pochi giorni i tavoli guidati dai prefetti hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative. Un lavoro di squadra di cui andare fieri. Nell’unico interesse di studentesse e studenti”.
Per quanto concerne i modelli organizzativi ideati insieme ai prefetti, la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha spiegato che ”Sono in grado di coniugare la giusta flessibilità e l’ascolto delle esigenze locali. Grazie a questo coordinamento, la scuola ripartirà più sicura con più mezzi del trasporto locale e una riorganizzazione degli orari”.
AGGIORNAMENTO
Come riportato da ansa.it, il segretario dello Snals (uno dei sindacati rappresentativi della scuola), Elvira Serafini ha dichiarato”La riapertura della scuola il 7 gennaio è troppo rischiosa. Stiamo prendendo atto dei problemi dell’aumento dei contagi di questi giorni. Giorno 18 gennaio potremmo già avere un’idea dell’andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta“.
Maddalena Gissi a guida della Cisl Scuola ha affermato:”Continuiamo a leggere notizie giornalistiche ma con il Ministero non c’è nessun tipo di confronto. I dirigenti scolastici sono stremati; continuano a fare e rifare orari per le attività didattiche in presenza al 50%. Le famiglie sono confuse, i docenti si stanno reinventando modalità didattiche per tenere insieme i gruppi classe e quelli in Ddi. Non è ancora chiaro se alle Regioni sono arrivate le risorse per ampliare la mobilità con mezzi aggiuntivi. In alcuni casi non vengono investiti i finanziamenti assegnati nei mesi scorsi per ritardi burocratici. Ci preoccupa tanto la disomogeneità delle soluzioni. Gli studenti rientreranno e studieranno normalmente a seconda della consistenza economica ed organizzativa delle loro regioni. C’è una dissociazione schizofrenica tra quanto si dice sulla necessità di rientrare a scuola e quanto si riesce a mettere in campo realmente! Manca un’idea complessiva di sistema e tutto passa attraverso soluzioni tampone che non fanno il bene dei nostri alunni e del futuro del Paese. Il 7 si rientrerà? La soluzione sarà estratta il giorno della Befana come succedeva un tempo con la Lotteria Italia!“.
Pino Turi, segretario della Uil scuola, ha sottolineato: “E’ un errore scaricare sulla scuola le evidenti inadempienze diffuse che la scuola e il futuro del paese subisce e subirà nel tempo. Sarebbe ora di tornare all’unità e al consenso. Le forzature e lo scaricabarile sulle responsabilità non fa bene alla scuola e al futuro dell’Italia. Dall’emergenza si esce tutti insieme e se si torna al dialogo e al confronto. Per questo ci vuole cultura di governo e se ne vede veramente poca. Basta retorica e affrontare la realtà a cominciare dai presidi sanitari e dalla campagna di vaccinazione che deve fare perno sulla scuola e non come sta accadendo per i trasporti e lo scaglionamento, su altre sia pure importanti attività che vorrebbero la scuola in posizione ancillare, di adattamento continuo alle esigenze altrui, non volendo capire l’importanza del settore per il futuro sociale ed economico che è evidenziato solo a parole. Si deve tornare all’accordo sulla sicurezza di agosto e ripartire da quel punto. Manca la politica e le decisioni strategiche che invece sono prevaricate da una visione miope e di parte. In questo modo la scuola sarà come è evidente il vaso di coccio tra quelli di ferro“.
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