Esclusiva
ESCLUSIVA | Buccianti, ct Seleçao Sacerdoti gemellata con la Lazio: “Pronta la maglia per il presidente Lotito. Un onore questa unione, anche il Papa ne è a conoscenza”
“Il calcio è fratellanza, aiuto per chi è in difficoltà, occasione di incontro e di divertimento”, così il presidente Claudio Lotito ha annunciato il gemellaggio con la Nazionale di calcio dei sacerdoti, squadra che ha ricevuto la Ghirlande D’Honneur ed una lettera di Papa Francesco volta a dare benedizione e di incoraggiamento alla compagine. Una società, quella biancoceleste, sempre in prima linea nelle iniziative benefiche che ha pertanto sposato da subito il progetto del ct della Seleçao Internazionale Sacerdoti Calcio Moreno Buccianti. Proprio in occasione della gara più sentita della capitale, questa sera all’Olimpico, prima del fischio di inizio di Lazio-Roma, ci sarà lo scambio di doni che sancirà il legame delle due realtà e, a proposito di questo appuntamento, il mister della Nazionale sacerdoti, colui che è riuscito a tenere insieme e a rinnovare nel tempo un gruppo sempre forte e consolidato, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it per parlare del progetto appena avviato con i capitolini. Sul campo stasera, prima dell’inizio del match, il patron Lotito, il tecnico Buccianti, Marco Parolo e don Walter Onano, si scambieranno la maglia che decreterà l’inizio di questa avventura insieme. Tutto pronto quindi per la cerimonia che aprirà le danze alla stracittadina.
Come nasce l’idea della Nazionale sacerdoti?
“Quando lavoravo all’ufficio sport del comune di Follonica seguivo la prima squadra locale ed il settore giovanile, il sacerdote della città mi chiese di allenare in occasione di una gara di beneficenza e da lì il discorso si ampliò fino ad arrivare ai parroci che volevano cimentarsi nello sport. Inizialmente dovetti rinunciare alla panchina per via dei miei impegni, ma alla fine ho accettato l’invito e preparammo la squadra per una partita a Tivoli contro una rappresentativa della Regione Lazio. In quell’occasione conobbi Amedeo Minghi che diede il calcio di inizio della sfida, poi da lì, tra amicizia e coinvolgimento inizia effettivamente la mia avventura nella Nazionale preti, con i tre parroci locali: tra cui don Enzo Greco, vicario della chiesa San Leopoldo di Follonica, che non è più con noi ma sarebbe contento del percorso effettuato fino ad ad oggi. Nel tempo il nome della squadra mutò in Seleçao perchè il nostro progetto include preti italiani e non, che condividono questa passione e quest’impegno. Siamo arrivati a festeggiare quest’anno i nostri primi 15 anni e 487 gare disputate, l’obiettivo del 2020 era arrivare a 500 ma la pandemia ce lo ha impedito. Nel frattempo non ci siamo persi d’animo ed abbiamo presentato questo progetto alla Lazio. Io così riesco ad unire la mia passione per lo sport ad un’iniziativa meritevole, togliendomi soddisfazioni nonostante la squadra non partecipi a dei campionati: credo che facciamo azioni ben più gratificanti”.
Come ha preso vita questo legame con la società laziale e con il suo patron Claudio Lotito?
“Quello di stasera è il primo step, ci sarà lo scambio delle maglie. Siamo carichi per partire, cercando di portare numeri importanti sotto i colori biancocelesti. Io dal 2010 al 2013 sono stato in Palestina per contribuire alla costruzione di un campo da calcio a Betlemme. In quell’occasione ho confermato amicizie e creato nuovi contatti come quello con il Presidente del Comitato Olimpico. Così ho portato 10 bambini palestinesi per 10 giorni a Follonica, per un campus, e l’idea era quella di proseguire a sostegno di queste realtà. La volontà era quindi di lavorare anche con i bambini Italiani. Il periodo è stato lungo prima di entrare nel vivo dell’intesa con la Lazio, abbiamo avuto i primi contatti con la signora Anna Maria Nastri e ora eccoci qui. So che il patron laziale è molto cattolico e so anche che il Papa è stato messo a conoscenza di questo progetto“.
Questa unione con i biancocelesti darà vita a delle iniziative che svolgeranno insieme le due squadre?
“Perseguiremo nell’intento di rivalutare, attraverso i sacerdoti, gli oratori che sono il luogo in cui nascono i talenti che spesso arrivano poi al calcio di un certo livello. La volontà del del gemellaggio è far si che gli oratori vestano i colori della Lazio e della Seleçao. Coinvolgendo i ragazzini si supportano anche le famiglie bisognose e si lavora, grazie ai sacerdoti, all’aspetto educativo della sfera calcistica. Con il tempo poi faremo formazione ed i bambini più predisposti a questo gioco verranno successivamente selezionati. Di pari passo continuerà ad andare la Nazionale sacerdoti che comunque parteciperà come di consueto agli eventi, supportata d’ora in poi dalla Lazio. Con il tempo la volontà è quella di organizzare il secondo campionato europeo tra sacerdoti di diverse nazione, che ho già fatto a San Siro e che spero di fare un giorno all’Olimpico. Questo percorso è per i parroci un modo per evangelizzare anche in campo, lavorando nell’intero territorio nazionale. Probabilmente è piaciuto il tipo di progetto, la Lazio lo ha quindi sposato”.
Che emozione sarà scendere in campo all’Olimpico prima della gara più sentita della capitale?
“Nel 2008 siamo stati a Sanremo, cantando in latino ‘We are the Champions’, poi abbiamo partecipato anche a vari programmi tv; inoltre ho consegnato la nostra maglia a tre papi: più che emozionato, direi che mi sento gratificato. Per il lavoro fatto in questi 15 anni: tanti km, tante maglie lavate e tanti palloni gonfiati. Per me è un orgoglio. Sono certo che questa collaborazione ci porterà lontano: per fare le unioni, come in un matrimonio, ci vuole feeling e tra noi e la Lazio è scattato. La maglia e la pergamena per il presidente Lotito sono pronte, stasera gliele consegneremo. Inoltre spero che porteremo bene: magari assistendo ad un bel 4-3”.
In questo periodo i tifosi non sono presenti allo stadio: da allenatore, pensi che questa assenza inciderà sulla prestazione e sul risultato finale?
“Le gare così sono tristi, seguivo in questi giorni anche la Coppa Italia: c’è un silenzio incredibile. Sicuramente cambia tutto senza sostenitori, gli stimoli sono diversi. C’è da dire che comunque le squadre hanno professionisti che sono già abituati a questa mancanza, considerando che è quasi un anno che la situazione è purtroppo la stessa. Un derby come questo di Roma, senza tifo, perde l’80% di bellezza. Anche a livello di coreografie: questa stracittadina ha sempre regalato spettacolo. Pensa che bello lo scambio della maglia con l’Olimpico pieno, sarebbe stato ancora più toccante”.
Come valuti l’operato di mister Inzaghi?
“E’ uno degli allenatori con maggior valore, sull’aspettato tattico-tecnico ma anche comportamentale; è una persona che non va mai fuori le righe. Si è fatto da sé ha un buon trascorso anche come calciatore. E’ la persona giusta per condurre una squadra importante e con ambizioni importanti, come la Lazio”.
Sappiamo che in famiglia vivete di sport, tua moglie Emanuela Maccarani infatti è la direttrice tecnica della Nazionale di ginnastica ritmica. Credi che in futuro ci potrà essere un progetto in grado di unire questa disciplina, la sua Nazionale e la Lazio?
“Ci ho pensato spesso. Alcune ragazze della squadra sono juventine e si sono rivolte a me per un Milan-Juventus; mi sono attivato ed abbiamo organizzato un’esibizione prima delle gara, davanti ad 80mila persone. Le ragazze, dopo aver visto Cristiano Ronaldo mandavo i cerchi ovunque (ride n.d.r.): erano emozionate come se fosse la Coppa del Mondo. Quindi diciamo sarebbe nei piani: la signora Nastri è già informata, chissà se arriveremo all’Olimpico. Però credo ci siano buone possibilità; io le ragazze, compatibilmente con gli impegni, cerco sempre di coinvolgerle. Parliamo di campionesse del mondo, immagino questo possa essere un fiore all’occhiello anche per la Lazio”.
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ESCLUSIVA| Albertosi: “La Lazio si sta riprendendo ma sarà difficile a San Siro. Il Milan non si è rafforzato”. Poi il ricordo di Wilson e D’Amico…
Alle ore 18 di oggi 30 settembre a San Siro è in programma una gara molto difficile per la Lazio che è riuscita a ritrovare i 3 punti in casa contro il Torino lo scorso mercoledì: la sfida al Milan di Pioli. Una partita difficile su un campo in cui questa squadra con Sarri in panchina ha mancato tutti e 3 i precedenti appuntamenti nei due anni passati e non trova la vittoria dal 2019, quando Immobile e Correa riportarono il sorriso ai biancocelesti in casa dei rossoneri in Serie A dopo 30 anni. Oltre ai numeri, però, c’è da considerare anche la realtà dei fatti: i biancocelesti hanno si ritrovano infatti a 7 punti in classifica contro i 15 del Milan, che in campionato hanno perso “solamente” il derby con il risultato di 5-1. Per parlare di questa gara è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l’ex portiere del Milan Enrico Albertosi detto Ricky.
Che partita sarà Milan-Lazio?
Io credo che sarà la solita partita, con il Milan che attacca e la Lazio che giocherà in contropiede come sempre a Milano. Poi per la Lazio la speranza è sempre l’ultima a morire, contro il Torino l’ho vista meglio che in altre partite, mentre il Milan non sta attraversando un buon periodo. Non dico che la Lazio può vincere ma può fare risultato.
Il Milan ti sembra migliorato dalla passata stagione con il mercato?
Secondo me no, non si è rafforzato. Gli manca ancora qualcosa in attacco. Non ha preso giocatori che possono fare la differenza.
Come ti spieghi l’unico scivolone dei rossoneri nel derby contro l’Inter perso per 5-1?
Non me lo spiego, i derby sono partite a sé. E’ chiaro che quando vai in svantaggio ti scopri e i gol vengono di conseguenza. Sicuramente prendere 5 gol in un derby per i tifosi e per la squadra è tragico. Poi si sono ripresi subito con la vittoria contro il Verona anche se non ha convinto e nonostante anche gli ospiti non meritassero di perdere. Insomma, non è un buon periodo.
La Lazio invece? Si rialzerà dopo questa partenza?
Anche la Lazio ha avuto questo periodo dove non riuscivano a far gol e a metterla dentro. La Lazio gioca bene, ma ha qualcosa davanti. Immobile non è lo stesso degli altri anni. Col Torino hanno giocato meglio e hanno vinto meritatamente.
Volevo chiederti un ricordo di due laziali doc con cui ti sei incrociato in più di un’occasione: il capitano Pino Wilson e Vincenzo D’Amico.
Io ho giocato contro a tutti e due. Wilson era un grande stopper e un grande leader, giocava in tutti i modi in difesa ed era bravissimo. D’Amico era tecnicamente eccezionale. Con la testa un po’ balorda ma quando decideva che era la domenica giusta non lo fermava nessuno. Grandissimo calciatore anche lui.
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