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La posizione del club: ”Ci contestano di non avere trasmesso alla Asl gli esiti di 3 test positivi, ma non stava a noi”
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, la Lazio ha 15 giorni per difendersi dalle contestazioni della Procura Generale in merito alle indagini sul caso tamponi. Qualcuno potrebbe essere riascoltato oppure si potrebbe produrre una memoria per far valere le proprie ragioni; anche se il club sta riflettendo sulla possibilità di raggiungere un patteggiamento.
Il legale della Lazio, Gian Michele Gentile ha fornito la sua versione sulle accuse rivolte al club, ossia la mancata comunicazione alle autorità sanitarie e la non corretta gestione dei casi biancocelesti: ”La contestazione che ci viene fatta è di non avere la Lazio trasmesso alla Asl regionale l’esito dei tamponi positivi di Strakosha, Leiva e Immobile. Si tratta di un problema di applicazione di norme, secondo noi sia la Regione Lazio sia Campania nel fare le convenzioni con i laboratori privati hanno messo a carico dei laboratori l’onere della comunicazione del tampone positivo alla Regione.”
Sul patteggiamento, continua: ”Abbiamo chiesto gli atti. Vediamo qual è il ragionamento che fa la Procura sulla base di quelli valuteremo’‘.
Finora tutti i casi Covid in cui è intervenuta la Procura Federale si sono conclusi con un patteggiamento o con un’archiviazione, ma in questo caso l’indagine è molto più ampia e non è detto che il procuratore Giuseppe Chinè si accontenti di un accordo. Qualora non si arrivasse al patteggiamento, si arriverà al deferimento (anche se non è del tutto esclusa l’archiviazione). La decisione arriverà tra un mese e mezzo e, se si dovesse arrivare al deferimento, la Lazio andrà a processo davanti al tribunale federale.
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