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ESCLUSIVA | Massimo Paganin, ex giocatore dell’Inter: ”Febbraio mese importante per la lotta scudetto”

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Questa domenica alle 20:45 Inter e Lazio scenderanno in campo nella 22esima giornata di Serie A. Una sfida importante che vedrà i biancocelesti affrontare la squadra di Conte a San Siro per cercare di ottenere punti preziosi per la classifica. In vista del match, la redazione di LazioPress.it ha contattato in via del tutto esclusiva Massimo Paganin, ex difensore dell’Inter.

Sei passato dal Brescia all’Inter, com’è stato fare il salto in una grande squadra?

‘Mi fai tornare tanto indietro nel tempo… sono passato dalla Reggiana al Brescia e poi all’Inter. E’ abbastanza difficile nella fase iniziale, perché sembra di non essere all’altezza di quelli che sono i giocatori di una grande squadra: c’erano calciatori importanti che hanno disputato i Mondiali tra cui Berkovic, Zenga e poi sono arrivati Bergkamp, Jonk, Ruben Sosa, Totò Schillaci… Quindi, tanti grandi giocatori a livello internazionale che lì per lì ho pensato di non essere all’altezza poi, lavorando e rimanendo concentrati su quello che è l’obiettivo, sono cresciuto imparando e cercando di mettermi a disposizione: le prime volte in qualche spezzone di partita, poi via via ho cominciato a conquistarmi il mio spazio e da lì sono entrato a far parte del gruppo. Devi meritarti e conquistarti il rispetto dei compagni e lo puoi fare solo attraverso la quotidianità e il lavoro’.

Nella tua carriera calcistica hai qualche sogno non realizzato?

‘Sicuramente la vita delle volte ci pone di fronte a delle situazioni difficili, ci sono delle cose che vorremmo cambiare ma non si può fare: tutto ciò che è accaduto ci ha portato ad essere quello che siamo. Questa è la mia filosofia di vita. Ci sono sicuramente tante cose che avrei fatto diversamente, la cosa più importante è che non avrei mai lasciato l’Inter… però sono cose che succedono e bisogna semplicemente pensare che accadono e lasciare che vadano. Non c’è nessun problema. Non ci sono rimpianti grandi, dei rimorsi. Sono situazioni che si sono verificate, sulle quali ho lavorato, ci ho pensato e sono andato avanti per la mia strada. Mi hanno fatto crescere e sono diventato l’uomo che sono adesso, quindi non c’è nulla che cambierei’.

Questa domenica Inter-Lazio, che partita ti aspetti?

‘E’ una partita difficile e bella, se la guardo dalla sponda dell’Inter; lo stesso per la sponda Lazio, logicamente. E’ una di quelle partite che si disputano nell’arco della stagione e che negli ultimi anni sono ‘partite di cartello’, come si suol dire: la Lazio è cresciuta molto in questi cinque anni con Inzaghi, è stata costruita un’ossatura di squadra importante con dei giocatori che sono stati trattenuti, senza lasciarli andare. La squadra è cresciuta molto, arrivando quest’anno in Champions League e passando il turno di qualificazione. Direi che il percorso è stato importante. Sono due squadre che giocheranno in maniera speculare, ossia con lo stesso sistema di gioco; sarà bello vedere i duelli individuali, a partire dalle fasce dove c’è Hakimi e poi dipende da chi giocherà dall’altra parte. Ovviamente Lazzari e Marusic che stanno facendo bene, lo stesso dicasi a centrocampo con Milinkovic che è diventato uno dei punti di riferimento nel suo ruolo, così come Luis Alberto. Leiva è da tanto tempo che gioca in quel ruolo ed è un punto fermo. Davanti Correa e Immobile stanno facendo delle cose importanti, anche se quest’anno l’unico reo potrebbe essere che la Lazio ha segnato meno degli anni scorsi: solo 6 goal finora sono un po’ pochi per il volume di gioco che costruisce. Però direi che indipendentemente da tutto è una squadra temibile e il risultato è aperto ad ogni possibile soluzione’’.

Rispetto agli anni passati, dove era quasi data per scontata la vittoria della Juventus, la lotta scudetto è ancora aperta. Nelle prossime giornate chi pensi che saranno le possibili candidate al primo posto?

‘E’ una bella domanda e credo che debba passare il mese di febbraio perché l’Atalanta, la Lazio, la Juventus, il Milan e il Napoli avranno le Coppe; mentre l’Inter riuscirà a preparare bene la settimana. Poi dipenderà da chi andrà avanti. E’ chiaro che la fatica inizierà a farsi sentire, non dobbiamo dimenticare che sono stati giocati praticamente un campionato e mezzo fino a questo momento: dal rinvio dello scorso anno ad oggi c’è stata pochissima sosta. Le squadre hanno dovuto giocare praticamente sempre ogni domenica e mercoledì, considerando anche che le prime 7 della classifica (compresa la Lazio) hanno giocatori che vanno in Nazionale. Quindi giocano ugualmente, senza fermarsi. Considerando che non c’è stata la sosta natalizia, effettivamente i giocatori stanno pagando molto. Febbraio sarà un mese importante perché, è vero che la Lazio non gioca questa settimana il turno di Coppa Italia, però ha giocato il turno scorso contro l’Atalanta e poi giocherà i turni in Champions League contro un avversaria complicata e difficile. Per la corsa scudetto nel mese di febbraio bisognerà valutare quanto inciderà la fatica e, soprattutto, gli esiti degli scontri diretti’.

Se Conte avesse allenato la Lazio, come sarebbe cambiata la squadra? Avrebbe ottenuto gli stessi risultati di Inzaghi?

‘E’ difficile dirlo. Sarebbe troppo comodo dire che se ci sarebbe stato Conte avrebbe fatto meglio. Io credo che Inzaghi si sia inserito bene nell’ambiente e abbia fatto bene perché lo conosce a fondo: ha iniziato dal settore giovanile per poi nella stagione 2015/16 condurre la squadra nelle ultime sette giornate, se non sbaglio, e poi rimanere negli anni successivi. Ha passato diverse difficoltà e le ha superate con il rapporto con i giocatori e con la squadra, è cresciuto molto e tutto quello che ha fatto è merito del suo percorso di crescita e del club. Anche Tare ha lavorato molto bene, indipendentemente da tutto, credo che Lotito abbia fatto un buon lavoro nel creare un gruppo importante che ha portato la squadra a lottare per lo scudetto lo scorso anno, con qualche difficoltò dopo la sosta per il Covid anche se aveva fatto bene, e quest’anno si sta ripetendo perché è la terza squadra dei top 5 campionati europei ad aver fatto più punti (dopo Manchester City e Monaco e terza la Lazio con 19 punti dal 2021). Una squadra che sta facendo molto bene e credo che questo sia merito dell’allenatore soprattutto’.

Rispetto agli anni in cui eri protagonista in campo, oggi è cambiato il tuo approccio al calcio?

‘No, non è cambiato. Ho riguardato le partite di quando giocavo io e, sinceramente, mi sembrava un altro calcio. E’ chiaro che adesso sia più spettacolare per certi aspetti, dal punto di vista tecnico gli allenatori sono maturati tantissimo e propongono delle cose diverse: si parte quasi sempre dal basso a costruire il gioco, un vantaggio anche per chi guarda perché si vede sempre giocare la palla e non dei lanci lunghi. Per cui, io credo che il calcio sia migliorato ma dovrebbero migliorare la professionalità di coloro che lavorano in questo mondo: aiuterebbe il sistema a crescere e ad avere persone competenti. Credo che questo sia la cosa più importante su cui dovremmo cercare di lavorare un po’ tutti: noi addetti ai lavori, coloro che sono più a stretto contatto con le squadre e i giocatori stessi’.

 


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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”

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Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it. 

 

Come ti senti per stasera? Che partita sarà?

Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.

Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?

Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.

E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…

Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.

Un pronostico?

Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.

Di cosa ti occupi adesso?

Abbiamo un’agenzia di eventi  a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.

Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…

Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.

Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?

Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.

Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?

Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.

 


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