Esclusiva
ESCLUSIVA | Orsi: “Inter-Lazio gara equilibrata, Reina dà fiducia. Acerbi-de Vrij? I biancocelesti ci hanno guadagnato”
Dopo la risalita fino ai piani alti della classifica, la Lazio è chiamata al test di San Siro: alle 20.45 infatti la banda Inzaghi affronterà l’Inter, attualmente seconda forza del campionato. Un mese inteso per i biancocelesti che a breve torneranno a giocare in Champions, nel doppio impegno contro il Bayern Monaco. In attesa della gara di Milano è intervenuto in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it l’ex portiere biancoceleste Fernando Orsi che conosce bene entrambe le compagini, ma in assoluto l’ambiente laziale che ha vissuto per tanti anni, fin dalla Lazio del presidente Chinaglia. Dopo 12 stagioni totali con i biancocelesti e dopo essere stato preparatore dei portieri ed allenatore in seconda di Roberto Mancini, ha seguito il ct anche all’Inter. L’attuale commentatore di Sky ed opinionista di Radio Radio ha parlato del momento delle due squadre, pronte al confronto che potrà confermare le ambizioni di stagione delle due rose.
Hai commentato per Sky Lazio-Cagliari, gara sofferta ma dominata dai padroni di casa. La vittoria è stata più importante per la continuità dei risultati o per la determinazione con cui i biancocelesti hanno ottenuto i 3 punti?
“Direi che è stato fondamentale anche il modo in cui è arrivato il successo, non era facile. Quando vinci partite così sporche, acquisisci maggiore autostima. Soprattutto con queste squadre che rimangono chiuse, che non danno spazio e vanno sull’uomo: se pur non giocando bene ottieni la vittoria, è un segnale importante. E conta molto soprattutto pensando alla trasferta di Milano: ora i biancocelesti arrivano a San Siro con ‘il petto in fuori’”.
Stasera Inter-Lazio, che gara ti aspetti?
“Sarà una sfida equilibrata: i biancocelesti ci arrivano bene, dopo sei vittorie consecutive, giocando come stavano facendo prima del lockdown e con lo spirito e l’intesa giusta da parte dei giocatori. Due mesi fa i nerazzurri erano superiori, oggi direi che le possibilità di vittoria sono al 50%”.
Quali possono essere le ambizioni delle due squadre?
“La Lazio adesso ha poco da perdere. L’obiettivo per i capitolini in primis rimane la Champions e pur perdendo sarebbe raggiungibile, rimarrebbero in corsa. Vincendo si metterebbe ancora meglio la classifica e si potrebbe iniziare a pensare a qualcosa di più importante. Se l’Inter fa un passo falso, e Milan e Juventus vincono, rimette in gioco tutto, soprattutto dopo l’eliminazione in Coppa Italia. In casa nerazzurra tornerebbero senz’altro le polemiche, quindi direi che loro si giocano qualcosa in più”.
Reina ha portato tanto a questa rosa, dall’impostazione dal basso al carisma: da addetto ai lavori, quanto è importante avere un giocatore così in squadra? Al momento, meglio lui o Handanovic?
“Il portiere laziale non ha fatto tante parate perchè la difesa in questo periodo sta facendo bene, ma ha portato fiducia nel reparto: non che la squadra non ne avesse in Strakosha, ma lo spagnolo fa meno errori e rilancia meglio l’azione. A livello tecnico non vedo lo Reina superiore all’albanese, ma lo è sicuramente dal punto di vista della personalità e nel modo di giocare con i piedi. Un’impostazione di gioco, la sua, che piace ad Inzaghi, il quale preferisce sempre iniziare l’azione da dietro; inoltre ha il piede ‘caldo’ e Milinkovic lo trova sempre, si è visto anche con l’Atalanta che l’azione è ripartita da lui. E’ un libero aggiunto e questo è importate quando la squadra è in difficoltà, perchè sà di potersi appoggiare a lui e non sbaglia. Tra lui e Handanovic? Per il modo di giocare con i piedi dico il primo, a livello tecnico l’interista”.
Immobile contro Lukaku, due degli attaccanti più forti della Serie A. Chi avrà più possibilità di essere decisivo?
“Ciro va in gol sempre, ogni domenica. Ha pochi cali di tensione durante la stagione da 2\3 anni a questa parte, mentre il belga non mi sembra abbia ad oggi una grandissima condizione, anche se poi i giocatori di questo calibro si riprendono in fretta: gli basta fare gol e improvvisamente lo status fisico sale. Sono due giocatori importanti, determinanti. Ovvio che oggi Immobile è un valore aggiunto. L’Inter senza Lukaku ha meno difficoltà, la Lazio senza il suo attaccante perde tantissimo. Sono due grandissimi calciatori, ma per la sua squadra è sicuramente più decisivo il laziale, soprattutto per quanto visto in questi tre anni, con oltre 100 reti messe a segno”.
Si affronteranno due formazioni a specchio: da una parte Lazzari e Marusic, dall’altra Hakimi e Young. Quanto incideranno sulla gara gli esterni?
“Quando si affrontano squadre a specchio solitamente sono i duelli individuali che fanno girare la partita da una parte o dall’altra, quindi ciò che accadrà sulle fasce sarà molto importante. Conterà tanto peró anche il lavoro degli intermedi di centrocampo: la catena di destra di Milinkovic e Lazzari è collaudata, giocano praticamente a memoria. Dovranno stare attenti i difensori ad anticipare il passaggio lungo e gli esterni a non abbassarsi troppo. Sarà una bella sfida perchè entrambe le rose hanno i quinti che sanno essere determinanti”.
Rimanendo sui singoli: la Lazio ritroverà de Vrij, sostituito dai capitolini con Acerbi. Volendo fare un bilancio a distanza di anni, come valuti questo cambio in difesa?
“Ci ha guadagnato la Lazio. I biancocelesti hanno un giocatore che non è mai stato assente per motivi fisici, se non una o due partite. Ed anche il suo rendimento è stato sicuramente migliore. De Vrij è un valido giocatore, però Acerbi è stato sicuramente un innesto più che funzionale”.
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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”
Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Come ti senti per stasera? Che partita sarà?
Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.
Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?
Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.
E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…
Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.
Un pronostico?
Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.
Di cosa ti occupi adesso?
Abbiamo un’agenzia di eventi a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.
Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…
Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.
Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?
Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.
Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?
Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.
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