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CdS | Lazio-Torino, inizia lo scontro

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La partita resta ”sub iudice”. Dalla tempistica ai Primavera utilizzabili: Lotito prepara una controffensiva in tre punti.

Come riportato dal Corriere dello Sport, nel comunicato firmato dal da Gerardo Mastrandrea questa è la dicitura apparsa. Il giudice non ha omologato il 3-0 a tavolino per la Lazio, dopo il preannuncio di reclamo presentato dal Torino mercoledì, inoltrato per fermare la sconfitta punitiva e il punto di penalità per la mancata presenza dei granata allo Stadio Olimpico. Mastrandrea è lo stesso giudice che  decretò la vittoria a tavolino a favore della Juve per l’assenza del Napoli allo Stadium. In merito a quella vicenda il giudice scrisse anche che gli atti delle Asl di Napoli ”delineano un quadro che non appare a questo Giudice affatto incompatibile con l’applicazione delle norme specifiche che l’apposito Protocollo sanitario Figc e quindi con la possibilità di disputare l’incontro di calcio programmato in Torino”. La legittimità del provvedimento della Asl ”non è materia di discussione nella presente sede” e sottolineò ”possibile incompatibilità con la mera applicazione del protocollo Figc”.

I fatti – Il Torino ha evocato le cause di forza maggiore: ”Hanno impedito la disputa della partita”. Il club di Cairo entro martedì deve completare la procedura di reclamo, produrrà le comunicazioni avute con la Asl Città di Torino e con la Lega di A. I granata, a differenza dei giocatori del Napoli, hanno avuto più tempo.

La Lazio – La Lazio attende le motivazioni su cui si fonda il reclamo granata e, a sua volta, il club biancoceleste produrrà una memoria difensiva e offensiva. I punti ipotizzabili sono tre:

1) I 7 giorni di isolamento del Toro diventati 8 e le annesse procedure protocollari;

2) La mancata presenza dei granata all’Olimpico con i giocatori della Primavera, regolarmente tesserati e impegnati lunedì 1 marzo in posticipo a Bologna, ma la loro gara poteva essere rinviata nella settimana precedente (c’era il tempo);

3) Fare luce sul caso Toro-Sassuolo, rinviata prima della partita con la Lazio.

 


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Champions League

Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”

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Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.

Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.

I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.

Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.

Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.

E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto


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