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Mondongo, il pugile italiano campione dei pesi piuma: “Non ho mai nascosto la mia fede laziale. Il mio obbiettivo? Difendere il titolo”
Christopher “Gringo” Mondongo, nuovo campione italiano dei pesi puma, è intervenuto quest’oggi sera ai microfoni di Radio Incontro Olympia. A seguito di un match combattuto, il 31enne romano ha portato a casa la cintura di campione, dedicando la vittoria a Willy Monteiro, ragazzo barbaramente ucciso lo scorso settembre a Colleferro. Un gesto che fa onore a Mondongo, il quale non ha mai nascosto la sua fede biancoceleste. In quanto tifoso della Lazio, durante il suo intervento ha parlato proprio della sua squadra del cuore, e del successo ottenuto pochi giorni fa che lo ha consacrato campione.
Queste le sue parole:
“Incontro duro, ma mi sono ripreso. Ho fatto una tac in ospedale la sera stessa ma ora sto benissimo. Mi sto godendo il risultato ottenuto, me lo sono conquistato meritatamente sul ring e sono contento di questo. Partivo da sfavorito, affrontavo un pugile professionista, ma ho accettato questo match pur non facendo parte della mia categoria. Il mio avversario era 62 kg, mentre io 58,5 kg, per questo la vittoria vale doppio visto il mio svantaggio. La dedica della vittoria a Willy? E nata dopo il triste accaduto di settembre. Io, come Willy, ho origini familiari di Capoverde, inoltre ero molto di amico di alcuni suoi cugini e persone vicine a lui.”
“Ho chiesto alla famiglia se fosse d’accordo nel preparare una cintura per Willy, così da celebrarlo come “campione di vita” viste le dinamiche dell’accaduto. Qualche giorno prima dell’incontro, il cugino è venuto a trovarmi consegnandomi una maglietta commemorativa, che ho deciso di indossare subito dopo il match.”
“Spero che il mio percorso arrivi il più lontano possibile, sicuramente voglio difendere il titolo. L’obbiettivo attuale è quello di tornare nella mia categoria, continuando a difendere il titolo di campione italiano dei pesi piuma. A livello internazionale è molto tosta, ci sono pugili molto forti. Il mio colpo migliore? Quelli con la mano sinistra, soprattutto il montante, con cui ho vinto diversi incontri. Un altro dei miei colpi principali è il jab.”
“Attualmente mi alleno dal maestro Giorgio Maccaroni, anche lui grandissimo laziale. Siamo tutti tifosi biancocelesti, non ho mai nascosto l’attaccamento alla mia squadra del cuore. La prima volta che sono stato allo stadio avevo 6 anni, ho anche giocato nelle giovanili della Società biancoceleste. Nel mondo Lazio ho diversi contatti: un mio carissimo amico è Bastos, ex difensore biancoceleste. Conosco anche Caicedo, Fares e Djava Anderson che mi vengono spesso a trovare nel mio salone da barbiere a Roma. Anche io sono andato a Formello a trovarli. Sono un tifoso sfegatato, conosco molte persone viste gli anni di frequentazione in curva. La S.S. Lazio pugilato non mi ha mai contattato, ma comunque alcune volte ho incontrato i ragazzi e ci siamo allenati insieme. Il mio prossimo match penso che si disputerà verso giungo, in settimana decideremo con il mio manager.”
“La passione per il pugilato l’ho sempre avuta: un anno dopo aver smesso con il calcio, all’età di 18 anni ho iniziato il mio percorso nella boxe. Il mio primo match l’ho disputato nel 2010, per cui di polvere ne ho mangiata parecchia prima di raggiungere un successo del genere. In questi anni mi sono allenato anche un ano in America, dove ho potuto allenarmi con diversi campioni del mondo. in quell’occasione ho capito che sarei diventato un professionista, nonostante la sconfitta subita al mio esordio. La differenza che riscontro on la boxe America è che lì si dedicano esclusivamente allo sport. Mentre in Italia abbiamo bisogno di affiancare l’attività agonistica ad u lavoro effettivo, per poter avere un sostentamento economico. Purtroppo non posso prendere parte alle Olimpiadi, perche spesso a partecipare sono pugili fermi a livello dilettantistico. Il mio pugile preferito? Floyd Mayweather, ho avuto la fortuna di incontrarlo e di allenarmi con lui. La prima volta l’ho visto qui a Roma, e mi ha autografato i guantoni. La seconda volta ci siamo rivisti in America, dove ci siamo presentati, conosciuti e poi allenati. È una persona molto a modo, gentile e disponibile. In attività invece, il migliore è Gervonta Davies. Purtroppo non ho conosciuto mai Marvin Hagler, pugile recentemente scomparso. Ne ho conosciuti tanti altri in America, anche se il mio sogno rimane incontrare il leggendario Mike Tyson.
“Non avere il pubblico è veramente bruttissimo, soprattutto per un pugile. Combattere davanti alle persone che ti incitano e agli amici che ti sostengono per me è fondamentale, mi da molta carica. Questo è stato il mio secondo match a porte chiuse, e quando cadi le forze purtroppo le devi trovare tutte da solo, senza nessuno a darti la spinta.”
Un saluto e tutti e sempre forza Lazio!”
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