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Champions League

Superlega, Čeferin: “Non gli permetteremo di rubarci il calcio. I club di oggi sono grandi per merito della UEFA”

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Continua il Congresso UEFA in quel di Montreux. Gianni Infantino non è stato l’unico a prendere parole ed affrontare il tema Superlega. Dopo di lui sono arrivate anche le dichiarazioni di Aleksander Čeferin, Presidente della UEFA: “C’è stato un cambiamento negli ultimi anni, a livello semantico e ideologico, accelerato dalla crisi che stiamo vivendo. Un cambiamento che ignora quello che accade sul campo, che ignora il merito sportivo. Va fermato immediatamente. Sappiamo che ogni tentativo di creare un nuovo sistema nasce dal vocabolario. Per qualcuno, i tifosi sono diventati clienti e consumatori, e le competizioni sono diventate prodotte. Guardano alle scommesse e al numero dei follower sui social, ai prezzi. L’eliminazione dalla Champions League per alcuni non è un fallimento sportivo, ma un rischio industriale che non vogliono più correre. L’obiettivo per alcuni non è riempire la bacheca di trofei, ma il proprio acconto bancario. Il disprezzo sta rimpiazzando l’etica, l’egoismo sta rimpiazzando la solidarietà. Alcuni CEO cambiano i propri club come cambiano magliette. L’avidità sta diventando più importante della passione. Si definiscono sempre proprietari. Ma di cosa sono proprietari? Il calcio appartiene a tutti, o non appartiene a nessuno. Fa parte del nostro bagaglio culturale. Noi come UEFA siamo custodi di un’idea: disputare una competizione che tutti possono sognare di vincere. Bisogna rispettare le tradizioni, la storia, gli altri. Questo significa molto. Qualcuno dice che dobbiamo copiare un altro modello per sopravvivere. Ma c’è un motivo se l’Europa guida il calcio, perché si basa su un modello chiaro, fondato sulla diversità. Le competizioni UEFA hanno bisogno delle storie di squadre come Atalanta, Celtic, Rangers, Galatasaray. Abbiamo bisogno di questi club, la gente deve sapere che tutto è possibile, che tutti hanno un’occasione di vincere. I grandi club di oggi non sempre lo sono stati e non c’è garanzia che lo saranno in futuro. Il calcio è dinamico e imprevedibile. Questo lo rende un gioco così tanto bello. Dov’era il Manchester United prima di Sir Alex Ferguson? E dov’era la Juventus? Era in Serie B. Se i club che controllavano il calcio qualche decennio fa avessero deciso di fare una Superlega, come sarebbe stata? Ci avrebbero partecipato il Nottingham Forrest, il Porto, la Stella Rossa. Il calcio cambia e i grandi club di oggi devono capire che se sono grandi è merito della UEFA, che ha protetto la competitività e il merito sportivo. Senza la UEFA, chissà dove sarebbero. Alcuni proprietari stanno approfittando della situazione, cercano di privatizzare il calcio. Ma noi siamo pronti. Ce lo aspettavamo, non sapevamo solo quando sarebbe accaduto ma non è stato una sorpresa. Abbiamo una visione, a cui lavoriamo da anni ormai, e abbiamo il supporto di tanti club, compresi alcuni grandissimi club che rispettano il gioco. Voglio ringraziare Nasser Al-Khelaifi, patron del PSG, come anche Karl-Heinz Rummenigge del Bayern Monaco o Jean-Michel Aulas del Lione, nonché José Castro Carmona del Siviglia. Abbiamo parlato ieri e le nostre visioni sono uguali. Grazie a tutti voi per stabilizzare il gioco rispetto alla minaccia di poche persone. Siete dei veri amanti del calcio. Ora vorrei parlare dei proprietari di alcuni club inglesi: signori, avete fatto un grande errore. Qualcuno dirà che si tratta di avidità, altri di ignoranza della cultura calcistica inglese. Non importa. Siete ancora in tempo a tornare sui vostri passi. I tifosi inglesi meritano rispetto. Ieri ho ricevuto una mail da un tifoso inglese, Trevor: sostiene il Tottenham e qualche anno fa mi ha chiesto se potevo trovargli dei biglietti per la Champions, perché lui e la sua famiglia erano grandissimi tifosi. Lo facemmo. Se leggeste la lettera che mi ha scritto ieri, vi mettereste a piangere. Tutti i governi sono con noi, tutti i tifosi sono con noi, tutti i cittadini sono con noi. Solo alcune persone avide sono dall’altra parte. Gli permetteremo di rubarci il calcio? No, state tranquilli. Non lo consentiremo. A Trevor dico che lotteremo con lui e per lui, che non possiamo perdere questa lotta. La visione post 2024 non è un compromesso, ma un progetto ambizioso e condiviso, una visione. Con queste riforme stiamo disegnando il futuro del calcio, mentre qualche egoista vuole rovinarlo. In momenti di crisi, si può scegliere tra il proprio interesse e la solidarietà. Noi scegliamo la solidarietà ed è una scelta giusta, di cui non ci pentiremo mai”.

 


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Champions League

Serie A, la quarta classificata potrebbe non qualificarsi alla Champions League: i possibili scenari

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La qualificazione alla prossima Champions League per la squadre di Serie A potrebbe non essere così scontata. Mai come quest’anno, la lotta per le prime quattro posizioni della classifica è molto combattuta, con diverse squadre che si contendono la zona Champions. Dietro al Napoli primo, segue la Lazio al secondo posto con 52 punti, davanti all’Inter con 50 punti, poi Milan (48punti) e Roma (47). Leggermente più dietro ma ancora insieme scia ci sono Atalanta e Juventus, rispettivamente a 45 e 41 punti. Tuttavia, visto l’avanzamento di numerose squadre italiane in Europa quest’anno, potrebbero venirsi a creare degli scenari che non garantirebbero la sicurezza della qualifacione in Champions League per la quarta classificata in Serie A. Se una delle nostre formazioni dovesse vincere la Champions League e non piazzarsi tra le prime quattro posizioni, e stessa cosa dovessero fare una delle squadre impegnate in Europa League (Juventus e Roma), a qualificarsi sarebbero le prime tre della Serie A, più la vincente della Champions League e la vincente dell’Europa League.

Lo riporta il Corriere dello Sport 

 


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