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Dallo “Stadio delle Aquile” al Flaminio

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Einstein diceva che “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”. Partiamo da qui per sintetizzare quello che affronteremo nelle prossime righe. Da anni si parla di costruire nuovi stadi, come la Juventus che, a differenza di altre società in Italia, ha effettivamente realizzato un proprio impianto sportivo. Dal progetto dello Stadio delle Aquile all’ipotetica riqualificazione dello Stadio Flaminio per dare una “casa” al popolo laziale, sono passati molti anni e soprattutto molti ripensamenti sull’idea iniziale.

STADIO FLAMINIO. È un impianto storico di Roma, realizzato tra il 1957 e il 1958 da Pierluigi Nervi per ospitare gli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960. Utilizzato nel corso del tempo per le partite di rugby, è stato ristrutturato nel 2004. La sua realizzazione costò 900 milioni, all’interno contava su una piscina coperta, palestre e tante strutture considerate all’avanguardia. È stato per molti anni un punto di riferimento della città di Roma per aver ospitato eventi sportivi, ma anche concerti di una certa importanza come David Bowie, Michael Jackson e i Rolling Stones.

MA LO STADIO DELLA LAZIO? Torniamo indietro di qualche anno.

Giugno 2005. A Formello, Claudio Lotito annuncia la costruzione dell’impianto sportivo biancoceleste. Il presidente mostra un plastico del progetto, un piccolo quartiere ricco di varie strutture, stadio compreso. Il patron della Lazio dice di avere sia i terreni dove costruire, che i fondi per realizzare l’opera. Lo Stadio delle Aquile, nome successivamente scelto dai tifosi, è stato ideato per sorgere al chilometro 6,2 della via Tiberina, nei terreni di proprietà della famiglia di Lotito. Il progetto, però, viene bocciato per vincoli ambientali e storici. Lotito, credendo nell’idea, propone nuove aree per la costruzione dello stadio, ma siamo di fronte a terreni non edificabili. La stessa giunta dell’epoca, come ipotetica soluzione, offre al presidente biancoceleste l’area del Flaminio, senza nessuna risposta positiva.

Giugno 2021. Lotito, abbandona l’idea iniziale e va avanti con il progetto di recupero dello Stadio Flaminio. Infatti, negli scorsi giorni aveva imposto quattro condizioni per una futura realizzazione:

  1. capienza, lo stadio deve arrivare almeno a 40 mila posti, più diecimila rispetto l’attuale capienza, in modo tale da non creare alcun problema con la Uefa;
  2. copertura, impensabile uno stadio senza tetto (ma è sotto tutela della soprintendenza speciale delle Belle Arti);
  3. parcheggi;
  4. viabilità.

Nel mentre alcuni professionisti, incaricati dal presidente biancoceleste, hanno effettuato dei sopralluoghi per comprendere la situazione attuale dello Stadio Flaminio: l’impianto, infatti, è in pessime condizioni, ma non si esclude l’ipotesi di recupero. Anzi, sono in corso delle valutazioni per comprendere come far fruttare la zona circostante. Anche se la questione potrà entrare nel vivo solo dopo le elezioni amministrative d’autunno.

NUOVE PROSPETTIVE. Dal 2005, quando un complesso impianto avrebbe potuto fruttare molto alla società in termini di introiti, siamo arrivati a una condizione nuova: la sostenibilità economica potrebbe essere conseguita diversamente, attraverso la riqualificazione dello Stadio Flaminio e l’investimento nelle aree limitrofe. Si tratta di un’ipotesi che comporterebbe non solo la riqualificazione di un’impianto storico, come lo Stadio Flaminio, ma soprattutto regalerebbe finalmente una casa al popolo biancoceleste. E se questo non bastasse, proprio nel cuore della Capitale.

 


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CorSera | Lazio, solo 1 gol segnato in 11 match su 15

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Come riportato dal Corriere della Sera, nelle 15 partite fin qui disputate in campionato ben 11 volte la squadra di Sarri ha segnato al massimo un gol. Ne ha realizzati di più in appena 4 occasioni:Napoli, Atalanta, Torino e Sassuolo. E solo contro le ultime 2 i biancocelesti hanno vinto con più di un gol di vantaggio.

Fraioli

Di fatto, quindi, la Lazio le partite quest’anno non le chiude mai. Basti pensare che, allo stesso turno del campionato, un anno fa, la squadra aveva segnato 2 o più gol in 7 gare su 15 (e in 6 occasioni aveva vinto con più di una rete di vantaggio), nel 2021-22 aveva invece colpito gli avversari almeno 2 volte in 8 occasioni (il doppio rispetto a ora), battendole per 4 volte con più di un gol di scarto. E c’è di più: in tutta la gestione del presidente Lotito solo con Ballardini la squadra faticava maggiormente a segnare almeno 2 volte in una stessa gara (ci riuscì appena una volta nel 2009-10).

In questo campionato i biancocelesti sono rimasti a secco di reti in 4 partite, tante quante quelle nelle quali ha trovato il raddoppio.

 


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