Lo screen del tabellino di Georgia-Kosovo (0-1) ha fatto il giro delle chat dei laziali. «Ha segnato Muriqi!», il commento, come se fosse una sorpresa. D’altronde i tifosi biancocelesti non sono abituati a vederlo esultare, mentre per i kosovari è la normalità: Muriqi è infatti il miglior marcatore della sua nazionale (16 gol in 31 gare). L’ultimo l’ha firmato giovedì nella prima vittoria nelle qualificazioni per Qatar 2022. Domani affronterà la Grecia, poi la Spagna prima di rientrare da Sarri. «È un grande, è tra i 10 allenatori migliori al mondo. Il suo gioco — ha detto ieri — è diverso: mentalità aggressiva e vincente, più possesso palla e mai lanci lunghi». Per Muriqi il Kosovo è un rifugio felice, al contrario di Roma, dove an- cora non ha conquistato l’appoggio dell’ambiente. Ad Auronzo è dovuto intervenire Sarri, minacciando di far chiudere le tribune se i tifosi non avessero smesso di ironizzare su di lui. E sabato contro lo Spezia il suo nome è stato (tristemente) accompagnato da fischi. Dal secondo acquisto più caro della gestione Lotito (19,5 milioni) si pretendevano più gol (solo 2) e prestazioni diverse. Ora Muriqi nella sua seconda stagione italiana dovrà riscattarsi, come riuscì a Caicedo, che trasformò le critiche del primo anno in applausi. Il Panterone è andato via perché Sarri voleva solo due centravanti, Immobile e appunto Muriqi. Oggi intanto controlli al polpaccio destro per Lazzari: fosse confermata la lesione di primo grado, difficile il recupero per il Milan (da oggi in vendita i biglietti per il settore ospiti). Si scalda Marusic, stimatissimo da Sarri e anche lui in gol in nazionale. Proprio come il pirata Muriqi, profeta in patria con una voglia matta di riscrivere la sua storia in biancoceleste.

La Repubblica 
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