La lunga giornata di Lotito. Alle 12 il «commissario straordinario di governo per le Persone Scomparse», il prefetto Silvana Riccio, e il presidente della Lazio annunceranno in una conferenza stampa una serie di iniziative realizzate in stretta collaborazione, tese a contrastare il fenomeno delle persone scomparse, che ogni giorno conta numeri preoccupanti. Poche ore più tardi, alle 15 il numero uno biancoceleste si sposterà di pochi metri nel Salone d’Onore del Coni dove si celebrerà l’ultimo atto sportivo del processo per il famoso «caso tamponi» dello scorso autunno. E, se dovesse essere confermata la squalifica di 12 mesi inflitta in secondo grado dalla Federcalcio decadrà il suo posto in Consiglio Federale (negli ultimi dieci anni bisogna avere stop inferiori all’anno, ne ha solo uno precedente del 2012 per una vicenda legata ai procuratori, mentre ci sono dei dubbi su uno del 2011 da un mese e mezzo) e non potrà essere rieletto alle elezioni del 2025. Un passaggio importante per Lotito che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti: il caso tamponi con il doppio procedimento della Figc che ha portato alla squalifica di un anno anche per i medici Pulcini e Rodia oltre a una multa di 200 mila euro per il club. Il Collegio di Garanzia (terzo grado di giustizia) sarà composto dal presidente Frattini, dai componenti prof. Zimatore (relatore per Lotito e Lazio), prof.ssa Santoro (relatrice per i medici), prof. Branca e consigliere Celotto. Per la difesa del presidente, ci sarà pure l’ex giudice costituzionale Vaccarella.

Saranno loro a chiudere dal punto di vista sportivo una vicenda molto discussa tra Asl, tamponi discordanti e un’inchiesta penale ad Avellino che non ha prodotto risultati apprezzabili per l’accusa contro il laboratorio della Futura Diagnostica di Avellino dove il club biancoceleste faceva analizzare i tamponi dei calciatori. Il Collegio di Garanzia non entrerà nel merito della questione, può confermare la sentenza di secondo grado, può dichiarare ammissibile il ricorso e annullare tutto per «errate applicazioni normative» o «vizi procedurali», oppure rimandare alla Corte d’Appello Federale chiedendo una riformulazione attenuata della pena. I giudici decideranno in punta di diritto essendo la materia complessa in assenza di norme specifiche sul Covid, che, peraltro, sono cambiate nel corso dei mesi. Su questo punta Lotito: protocolli non approvati dal Coni e poco chiari , comunicazioni alle Asl, nodo dei falsi positivi mai risolto dalla scienza, infine il sistema dualistico della società che scinde le responsabilità anche in materia sanitaria delegata interamente allo staff medico. Ancora poche ore (sentenza prevista in giornata) e si scriverà la parola fine sulla vicenda a meno che non ci vada avanti al Tar e al Consiglio di Stato. Il Tempo/Luigi Salomone

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