Altro che sarrismo, è andato in onda un vecchio classico. Lancione di Reina a cercare Milinkovic, spizzata di testa per Muriqi, buttato giù in area da Djidji. Rigore. Ci ha pensato Immobile, il centravanti più pericoloso e meno servito della Serie A, a firmare il pareggio evitando la terza sconfitta nelle ultime quattro partite per la Lazio, compresa l'Europa League. Toro riacciuffato in modo casuale e all'ultimo assalto, grazie alla forza dei nervi e all'orgoglio dei calciatori più forti. Nuovo progetto in ritardo, settembre nero, neanche una vittoria. Non è il modo ideale di presentarsi al derby con la Roma. La Lazio ha difeso meglio, con il baricentro più basso non si è esposta al contropiede come era successo con Milan e Cagliari. I granata hanno impiegato 38 minuti per arrivare al tiro con Sanabria. Costruzione di gioco scarsa. Solo un paio di belle combinazioni in velocità, nient'altro. Il tecnico toscano temeva le marcature a uomo di Juric e forse pensando al derby ha deciso per la staffetta tra Luis Alberto e Milinkovic, preferendo il dinamismo di Akpa Akpro. Sarri e Martusciello si erano convinti nel finale all'arrembaggio di cambiare modulo, virando sul 4-2-4. Solo con due punte e Muriqi vicino a Ciro la Lazio è riuscita ad entrare nei sedici metri. Appena 6 tiri in 90 minuti, di cui 2 in area, rappresentano la fotografia dell'involuzione offensiva. Serve una svolta. Corriere dello Sport.

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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