Ora la battaglia è interpretativa. Ieri mattina Lotito si presenta in FIGC e il presidente Gravina lo “caccia”: “Mi ha detto ‘la invito a uscire dall’aula perché per noi è ancora squalificato’- rivela il numero uno della Lazio - e io mi sono allontanato, ma ho voluto mettere a verbale che ritengo illegittimo il rifiuto di partecipare al consiglio federale, giacché dal 7 settembre non esiste alcuna sanzione che possa impedire il mio diritto di esercitare le funzioni di consigliere federale eletto in maniera democratica. Lo ha stabilito il Collegio di Garanzia con una sentenza definitiva e chiunque è un uomo libero dall‘atto di notifica. Tutti i miei capi di imputazione sul caso tamponi sono caduti ed è stata rinviata alla Corte di giustizia federale la rivalutazione della pena”. Ed è a questo ulteriore giudizio a cui si appella Gravina: “La responsabilità di Lotito è passata in giudicato, non è stata cancellata nessuna condanna. È ritenuto responsabile e per noi l’inibizione vige ancora. Lui ama la sfida”. Per questo sarebbe riapparso a Via Allevri per scatenare la polemica: “Io ho solo avuto nel rispetto delle regole, bisogna che qualcuno se ne accorga perché io ho già scontato sei mesi e dire che la sentenza non preveda l’annullamento del provvedimento è una lettura completamente diversa da quella che è la sentenza stessa”. Riemergono frizioni, dopo quelle estive levate alla cessione della Salernitana. Il Messaggero

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