Ci sono stati giorni, in estate, nei quali la Federazione aveva alzato la voce per chiedere le risposte al Governo. Oggi la strategia è cambiata e richiede prudenza, soprattutto in virtù di una curva dei contagi che ricomincia a salire. "Proteggiamo il nostro 75% - ha detto  Gabriele Gravina, presidente della Figc - Guardate cosa sta succedendo in Germania, dove in alcuni impianti si è scesi al 50%. Noi sposiamo la linea della prudenza che ci sta chiedendo Draghi". Ora che è stato introdotto anche il "Super Green Pass" e che gli stadi saranno accessibili solamente per i vaccinati, la situazione appare ancora più netta. Gli spettatori dovranno vaccinarsi per accedere agli impianti. Il tampone negativo non basta più. I calciatori invece, sono lavoratori "e quindi non rientrano nelle categorie che devono fare obbligatoriamente il vaccino" ha precisato il presidente. Nonostante questo si aspetta un atto di responsabilità. Secondo i dati della Figc il 95-96% dei calciatori è vaccinato, manca poco dunque per raggiungere l'immunità. "Quella percentuale che resta - ha spiegato Gravina - riguarda i calciatori stranieri che si sono sottoposti ad altri vaccini che in Italia non sono riconosciuti. Dovremo capire quale sia il numero reale dei No-Vax che frequentano gli spogliatoi. A quel punto, rifletteremo se chiedere un provvedimento governativo ad hoc come accaduto per il personale scolastico". Corriere dello Sport.

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