Il bomber Bruno Giordano, entra a gamba tesa sulla società di Lotito. L'ex attaccante romano è intervenuto questa mattina in diretta radiofonica su Radiosei parlando del momento attuale della rosa di Sarri, analizzando anche il futuro della squadra. Le sue parole: A Napoli la Lazio prende 4 gol a partita da dieci anni, cosa molto grave perché, se difficilmente puoi competere con la Juve e con le milanesi, non puoi permetterti di avere uno status inferiore a Roma, Napoli e Atalanta. A inizio anno qualcuno pensava che bastasse un allenatore per cambiare una squadra composta sempre dagli stessi calciatori e tra l’altro da pochissimi calciatori di qualità. Sarri può portare idee nuove, un modulo diverso, alternative di gioco, un modus operandi importante, ma gli interpreti sono quelli, e la Lazio negli anni ha puntato più sulla quantità dei calciatori che sulla qualità. Il Napoli aveva in panchina Manolas, Juan Jesus che non è un fenomeno ma è un calciatore che può fare la Serie A; per loro a centrocampo Lobotka è il terzo dopo Anguissa e Demme. In avanti se sta male Lozano gioca Politano, mentre la riserva di Osimhen è Mertens che è il miglior cannoniere della storia del Napoli, la terza riserva è Petagna. Se in porta non gioca Ospina c’è Meret. Gli manca solo un terzino a sinistra perché dopo Mario Rui purtroppo Ghoulam non ha mai recuperato dagli infortuni. La Lazio, nell’anno del ritorno in Champions ha comprato Mohamed Fares e Vedat Muriqi, rinunciando a voler fare il salto. Pensavamo che almeno dopo 13 anni, si potesse fare uno step in più, invece il mercato continua a non essere fatto, e non dobbiamo pensare che siano stati spesi pochi soldi: la Lazio ne ha sperperati tanti, perché se vai a fare le somme, tra Fares e Vavro hai speso 20 milioni. Poi è chiaro, i soldi che sono entrati non li hai mai reinvestiti: parte Correa per quasi trenta milioni, e compri in attacco 2 parametri zero e tieni Raul Moro. Pedro e Felipe Anderson hanno funzionato, ma pensiamo che se quei 30 milioni di Correa fossero stati spesi per un’ala di 30 milioni le cose non sarebbero migliorate? Avresti aumentato la qualità della squadra, che è poca. Credo che dall’esterno Sarri abbia pensato, vedendo la squadra, che potesse adattarsi più facilmente al suo modo di giocare, che invece difficilmente può andare daccordo con le caratteristiche dei giocatori. La premessa è che Acerbi non è Koulibaly e che tu non hai Insigne e Mertens, né hai mai speso 60-70 milioni per Osimhen. Per fortuna a centrocampo Cataldi sta facendo discretamente, altrimenti anche in quella posizione sarebbe stata dura. Però, Milinkovic e Luis Alberto non possono giocare insieme se vuoi fare quel 4-3-3 di aggressività, tempi, velocità che vuole fare Sarri. Penso in questo senso che Napoli sia stata l’ultima volta, perché a Sarri fare quelle figure non piace: davanti alle telecamere poi va a spiegare quello che non ha funzionato, ma domenica sera avrà avuto il fuoco dentro. Io credo che tra i due calciatori a centrocampo possa giocarne uno, poi l’altro dovrebbe essere Basic, giocatore che a me piace e che ha dinamismo, inserimenti e fisicità per fare quello che chiede Sarri. Poi se penso che il Napoli ha venduto Cavani e ha preso Higuain, ha venduto Lavezzi e negli anni ha preso i Callejon e Mertens, credo che con Sarri in panchina nella prossima estate andrà via uno tra Milinkovic e Luis Alberto. Se offrono 40 milioni per il serbo dovremmo metterci in ginocchio, meno ancora per Luis Alberto: però, certo, poi devi reinvestirli quei soldi e aumentare la qualità della rosa. Magari hanno risolto delle partite importanti, ma poi a livello di gioco è un’altra cosa. La realtà è che, sul mercato, le altre ragionano sulle certezze, perché se tu, Napoli, spendi tutti quei soldi negli anni, hai la certezza che al 90% avrai dei risultati. Se tu Roma spendi 40 milioni per Abraham, ti può andare male, ma negli anni i risultati li porti a casa. La Lazio, invece, ragiona sulla speranza. Spera che le cose vadano bene, che i calciatori rendano più di quanto non abbiano nelle corde, e va avanti così. Mercato? A Sarri il mercato stufa, non gli piace, giustamente è un uomo da campo, cerca di migliorare il materiale che ha, non è uno che ti viene a chiedere i giocatori specifici, può indicarti delle caratteristiche. Non mi aspetto un Sarri che batta i pugni sul tavolo e chieda il giocatore; certamente farà presenti le criticità che ha riscontrato in questi mesi, alcune delle quali avrebbero potuto e dovuto essere previste dalla società. Ora quel che serve è che Sarri faccia un passo più che verso la dirigenza, verso i calciatori, e dall’altra parte che i calciatori facciano non uno ma tre passi verso le richieste dell’allenatore.

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
Il mago si è perso, ora la Lazio riflette e il Milan resta alla finestra