La giostra delle reazioni e delle speranze, degli errori e degli orrori. Era persa, compromessa. Poi sembrava fatta, una rimontona caratteriale che aveva cancellato i disastri del primo tempo. Maurizio Sarri ha perso le staffe dopo il gol di Arslan e la rissa che si è scatenata all’altezza della sua panchina. Ha sbattuto le mani sull’erba, rammarico alle stelle, ha lanciato via il cappellino con cui si era riparato dalla pioggia durante l’intera partita. Un finale concitato a dir poco, la tensione ha preso il sopravvento, Walace ha rimediato il cartellino rosso. È successo di tutto per le montagne russe umorali su cui aveva viaggiato l’intera gara. Il tecnico biancoceleste ha espresso tutto il suo dispiacere: “Il primo tempo e stato confusionario, c’è stata la reazione, rimane il rammarico per il pareggio subito ala fine in una situazione che rivedendola non capisco. C’era una trattenuta su Zaccagni, non fallo per loro. Sarebbe stato un bel segnale vincerla così, forse la svolta”. La Lazio non riesce a essere continua, è mancato l’equilibrio inizialmente, la freddezza e la concentrazione nel finale. Sbagli ripetuti, individuali e collettivi. Nel conto totale troppe ingenuità per portare a casa il risultato pieno. La Lazio ha incassato 29 reti in 15 giornate, così non si può sognare. A gennaio servirebbero dei rinforzi: “Dipende da quello che dirà la società, sicuramente qualcosa dobbiamo fare. Se lo faremo in 2 o 3 sessioni di mercato dipenderà dalla società”. Corriere dello Sport.

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