Le urla e i rimproveri di Lotito hanno avuto effetto, almeno per ora. Martedì, durante la cena di Natale, il presidente biancoceleste dal palco ha tuonato contro la squadra per chiedere un cambio d’atteggiamento, oltre che per ribadire la fiducia a Sarri (gli rinnoverà il contratto fino al 2025). La Lazio ha recepito il messaggio e venerdì sera contro il Genoa è scesa in campo con rabbia, determinazione e grinta, come aveva fatto pochissime volte in stagione. E pazienza se il gioco ancora non è fluido e la manovra non è avvolgente, perché - dopo il ko di domenica contro il Sassuolo - il 3-1 contro il Genoa è una boccata d’ossigeno per una Lazio che rimane in apnea.

Non basta però il successo contro la formazione di Shevchenko - che non vince dal 12 settembre in campionato - perché la classifica della Lazio non permette sorrisi. E poi i tre punti conquistati venerdì sera non possono essere troppo indicativi: la Lazio - e questo le va riconosciuto - nei momenti difficili ha infatti sempre saputo reagire, senza però trovare continuità di risultati. Un passo avanti e due indietro

Ecco che diventa fondamentale la trasferta di mercoledì a Venezia (ore 16.30). Altrimenti, se non dovesse andare come spera Sarri, la vittoria dell’Olimpico (la prima dal 6 novembre) rimane il solito sussulto di un paziente ancora in terapia. Servono altre risposte (dopo Natale c’è l’Empoli in casa) per certificare l’effetto positivo della strigliata di Lotito, deluso e arrabbiato per l’andamento della stagione. “Non permetto a nessuno di rovinare quanto abbiamo costruito. Non costringetemi a fare il Lotito di una volta”, le sue parole. E sarebbe un peccato, soprattutto a Natale, tornare a usare le maniere forti. TuttoMercatoWeb\Riccardo Caponetti

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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