Ha un curriculum che gli consente di non dover dimostrare più nulla, si diverte e lo trasmette. Gioca con entusiasmo e senso del divertimento. Sembra essere di un livello superiore”, così mister Sarri ha descritto Pedro dopo la gara casalinga vinta contro il Genoa. E ancora non avevamo visto tutto: mercoledì a Venezia ha chiuso l’anno in bellezza, realizzando una rete tutta tecnica e velocità. Ha aperto le danze nell’ultimo match del 2021, nella sfida vinta dai capitolini 1-3 al Penzo, dimostrandosi ancora una volta il trascinatore che è.

Pedro, Pedro, Pedro, Pedro, Pe. Praticamente il meglio di Santa Fe”…e non solo. Un giocatore di quelli rari da vedere. Dopo 36 anni dall’ultima volta, è stato lui il trasferimento che non ti aspetti, da una sponda all’altra del Tevere.  Scartato ad inizio stagione dai giallorossi, gli unici con cui lo spagnolo non ha aggiunto trofei in bacheca, l’attuale tecnico laziale lo ha cercato, voluto ed ottenuto dopo averlo conosciuto nell’esperienza con i Blues e facendolo fin da subito diventare un punto fermo della Lazio.

Una vera e propria punta di diamante, uno di quei giocatori che lascia a bocca aperta lo spettatore: rende semplice ciò che per gli altri è complesso, si è ambientato come se fosse sempre stato dalla parte di Roma nata prima. Ha girato tutta la zona offensiva del campo; destra, sinistra, falso nueve: non c’è nessuna differenza per lui ed il suo rendimento parla chiaro.

Questa di inizio stagione è stata senza dubbio la Lazio di Pedrito: nelle ultime 10 gare di Serie A ha collezionato 6 reti e 2 assist. Ha quindi contributo a 8 dei gol negli ultimi 10 incontri. Dribbling, doppi passi: una giocata dopo l’altra. E 8 marcature totali in stagione, di cui 7 in campionato: 3 di destro e 4 di sinistro. Campione del mondo nel 2010 e campione di Europa nel 2012 con la sua Spagna, il numero 9 biancoceleste sembra essere rinato a Formello. Ha giocato tutte le 19 gare del girone d’andata e soltanto in un’occasione subentrando. E’ un’ardua impresa sopperire all’assenza di bomber Immobile, eppure Pedro è riuscito nel difficile compito di far rimpiangere l’attaccante il meno possibile. Si diverte e diverte: ha regalo spettacolo e punti. E’ il capocannoniere di questa Lazio dopo il king Ciro e sembra essere tornato ai livelli di Chelsea e Barcellona, quando collezionava reti e giocate tipici di chi sa stare ad alti livelli. Non a caso vanta 25 titoli in carriera ed è l’unico ad aver vinto tutti i maggiori trofei internazionali sia a livello di club che di nazionale.

Pedro, che giocatore! Grazie a chi lo ha voluto…e anche a chi lo ha lasciato con tanta, ingenua, facilità.

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