Due punti in più di Sarri dopo il girone di andata e dopo lo stesso numero di partite. Una squadra che a volte rispecchiava l'idea del suo allenatore, ma che altre volte si perdeva nei dettami di quest'ultimo lasciando delle lacune importanti durante la gara e sin troppi punti durante la gara. Un attacco ben strutturato ma una difesa sin troppo generosa. Un modulo ben definito, il 433, con un gioco veloce e una propensione offensiva. Si sta parlando, naturalmente, della Lazio di Zdenek Zeman, una squadra che seppur in un momento storico totalmente diverso da quello attuale e con giocatori differenti sia per caratteristiche tecniche che per idee di gioco trova diversi abbinamenti con quella attuale di Maurizio Sarri.

Il primo punto di analisi non può che essere quello legato al modulo, il 433, ed a un'ideologia fatta di gioco veloce e una propensione offensiva importante, dove deve prevalere un modo di giocare sicuramente bello, ma fatto di concretezza. In entrambi i casi l'annuncio del nuovo allenatore ha portato i tifosi biancocelesti a pensare al gioco che la Lazio avrebbe proposto di lì a poco. Naturalmente sono due mentalità che richiedono del tempo e che a livello difensivo può creare alcune falle nella solidità e nella mentalità. Non è un caso che sono state diverse le prestazioni, tanto in una situazione quanto nell'altra, tra loro quasi opposte. Delle uscite difensive buone e solide alternate a dei cali nella prestazione evidenti dal numero di gol subiti. Aspetto positivo da tenere in considerazione è, però, il lato offensivo: che le squadre di Zeman, quando girano, tendono a segnare molti gol non è di certo una novità. Lo si può dire anche per il gioco di Sarri. Magari il "sarrismo" non ha un'accezione offensiva come il concetto Zemaniano vuole, ma lo scopo è certamente quello.

Tornando alle situazioni in sé, in entrambi i casi i due allenatori hanno ereditato una squadra che ormai si stava solidificando con l'allenatore precedente: nel 1994 Zeman prese in mano la squadra che dal 1990 era sotto la guida di Dino Zoff, facendogli cambiare mentalità e concezione. Stessa cosa avvenuta con Sarri che ha preso l'eredità di Simone Inzaghi dopo 5 anni di guida. Zoff e Inzaghi sono, non a caso, gli allenatori con più presenze nella storia biancoceleste. Probabilmente sono maggiori le difficoltà riscontrate da Sarri, essendo il modulo precedente ben consolidato su una difesa a tre, un centrocampo fatto di esterni e un attacco a due, a differenza di Zeman che ha ereditato un sistema di gioco, almeno nel modo di presentarsi in campo, simile a quello da lui stesso adottato. Uno dei problemi che entrambi, inoltre, hanno riscontrato è proprio l'adeguamento al gioco che delle volte tende a non avere un buon esito a creare una confusione tale da perdere il senno dello stare in campo e subire delle sconfitte imponenti, non da Lazio.

 
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