Fare peggio dei circa 7mila spettatori della partita con l’Udinese era difficile, eppure la Lazio c’è riuscita. Due settimane dopo, contro il Genoa, quando i paganti furono 6800. Davvero troppo pochi per una gara di Serie A di una squadra in corsa per l’Europa, nonostante ci possano essere delle attenuati valide alla base di ciò. In primis, l’orario (18.30) e il giorno (venerdì, lavorativo) non hanno facilitato l’affluenza di pubblico. Il rendimento e i risultati della squadra di Sarri, che ha chiuso il girone d’andata all’ottavo posto, neanche. E poi sopratutto per ha inciso la politica dei prezzi della società biancoceleste, che non ha aperto la campagna abbonamenti e ha mantenuto i costi dei biglietti invariati all’epoca pre Covid. Quando però i tifosi avevano comunque la possibilità di fare la tessera e risparmiare. Un’opzione ora inesistente e, a oggi, un laziale che ha visto tutte le partite casalinghe in Curva o Disinti (i settori più economici) ha speso 300 euro.

Ecco perché il popolo biancoceleste, che deve fare i conti con il portafoglio, spera di ricevere come regalo per il nuovo anno dei prezzi popolari, bassi, almeno per la prima in casa del 2022 contro l’Empoli il 6 gennaio. Per riempiere lo stadio (in base alle normative sanitarie vigenti) sfruttando la giornata di festa, l’Epifania, l’orario (14.30) e le due vittorie consecutive della Lazio, che vuole pescare nella calza il tris di successi, mai successo in questa stagione. La campagna abbonamenti invece rimane un sogno lontano, un’utopia. TuttomMercatoWeb\Riccardo Caponetti

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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