Sofferenza e tanta fatica, porta inviolata per la seconda partita consecutiva e il solito Ciro Immobile a risolvere i guai e togliere le castagne dal fuoco. Fatica, troppa per un ottavo di finale di Coppa Italia e in vista della gara di campionato contro l'Atalanta. La Lazio passa, ma l'Udinese ha fatto di tutto per complicarle la vita e alla fine esce a testa alta dalla sfida dell'Olimpico dove quest’anno già in campionato aveva dato spettacolo con il 4-4 del 2 dicembre. Ieri, al contrario, sembrava proprio che le due squadre non volessero segnare, tanto che si è dovuti arrivare al primo minuto del secondo tempo supplementare per vedere Ciro Immobile sbloccare il match. Entrato nella ripresa al posto di Vedat Muriqi, il capitano biancoceleste ha provato in tre occasioni a incunearsi tra le linee della difesa bianconera, fin lì impeccabile, poi è servita la combinazione con Danilo Cataldi, anche lui entrato nella ripresa al posto di Leiva, che lo ha lanciato da cinquanta metri con una precisione millimetrica. Meccanismi studiati, oleati negli anni, che Immobile interpreta alla perfezione e che invece il suo sostituto kosovaro fatica a trovare. Nonostante il supporto dei quasi mille tifosi biancocelesti accorsi all'Olimpico che gli cantano «mi è sembrato di vedere Muriqi» anche se dietro c'è anche tanta ironia. Quella che invece preferisce non usare il ds Igli Tare sull'interesse del Cska Mosca: «Vi dico che è una balla, non è vero niente. Tutto questo fa male all'ambiente. Non prendiamo in giro nessuno. Sappiamo cosa dobbiamo fare in condivisione con l'allenatore. Noi abbiamo problemi con l'indice di liquidità che vanno risolti. Una volta risolti cercheremo situazioni che possono aiutare la squadra e Sarri». E il ds dice mezza verità, perché il Cska Mosca si è affacciato davvero ma l'idea è tramontata subito sul nascere innanzi alla richiesta del tutto-subito di Lotito: prestito con obbligo a 10-12 milioni. Lo stesso ha fatto il Saint-Etienne e continuando così sarà molto difficile riuscire a piazzare il kosovaro altrove. Sarri stavolta lo premia, anche se a metà: «Era tanto tempo che non giocava. Ha fatto un primo tempo di discreto livello, poi è calato. Scelta logica farlo giocare perché Ciro aveva qualche problemino e fargli fare l'intera partita non era logico». Dall'altra parte, bravo Cioffi a rinforzare da subito il centrocampo puntando su un 3-5-2 con Success e Pussetto in attacco e inserendo Samardzic a dare qualità alla mediana. Le occasioni all'Udinese non sono mancate, né nella seconda parte di primo tempo (al 39' Success costringe Marusic a salvare a due passi da Reina), né nella ripresa con Beto, entrato poco prima al suo posto. Tra i tre tentativi biancocelesti nel finale dei tempi regolamentari, decisiva la gamba di Udogie a salvare a porta vuota. Ai supplementari addirittura l'Udinese trova anche un palo con Arslan su punizione, fatti che portano Cioffi a dirsi «Orgoglioso dei ragazzi. Ho visto una squadra bella, vogliosa, tosta, aggressiva e che non si è mai accontentata. Forse troppo rugginosi sotto porta, ma anche i ragazzi vengono da un periodo difficile». La differenza però l'ha fatta la qualità dei singoli e la vena da gol del giocatore più prolifico della storia laziale. Sarri però premia anche tutto il resto, soprattutto il non aver subito gol: «A differenza del campionato non gli abbiamo concesso grandi ripartenze, siamo stati bravi - si dice soddisfatto a fine gara - Mi è piaciuto vedere lo spirito della squadra da parte anche dei subentrati». Parole che, tuttavia, rischiano di ritorcerglisi contro sul mercato: «Fosse per me - precisa il toscano - gli farei spendere anche un miliardo e mezzo, ma questa società è sempre molto oculata e questo lo sapevo già. L'importante è che sia disposta ad accompagnarci nella crescita». TuttoSport/Simone Di Stefano

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
CdS | Chi, Ciro? E come ti sbagli